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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Lettera aperta a Mahmoud Ahmadinejad 22/08/2006

Non so come chiamarla,  Mahmoud Ahmadinejad. Caro, di sicuro no. Neanche egregio mi va bene e meno che mai presidente, anche se lei è stato eletto- pare- in una regolare elezione. E’ già successo con un suo predecessore in Germania nell’33 e abbiamo visto come è andata a finire. Le sto scrivendo da Gerusalemme oggi, martedì 22 agosto 2006, per dirle che avrò

una giornata assolutamente tranquilla. Anzi, alla faccia sua, me ne andrò in piscina a farmi una salutare nuotata, leggerò i giornali sdraiato sul prato del parco dell’Indipendenza, e, se non farà troppo caldo,andrò anche a fare jogging.

Ma perchè le racconto i fatti miei ? Me lo ha suggerito la lettura due settimane fa di un articolo di

Bernard Lewis, che di Islam ne sa molto più di lei. Nei ricordare a noi occidentali con chi abbiamo a che fare, ci  ha ricordato i suoi delicati pensieri di distruzione dello Stato di Israele, e cioè che “ il momento del conflitto finale è arrivato, anzi che lo stesso conflitto è già iniziato”. E aggiungeva Lewis,  forse possiamo persino sapere la data , suggerita da numerosi riferimenti fatti proprio da lei, quando ha dichiarato che la risposta finale sugli esperimenti atomici ce la darà il 22 agosto. Perchè questa data ? Ecco la spiegazione di Lewis, “ quest’anno il 22 agosto corrisponde nel calendario islamico al ventisettesimo giorno del mese di Rajab dell’anno 1427,secondo la tradizione la notte in cui i musulmani commemorano il volo notturno del profeta Maometto sulle ali del cavallo Buraq, prima alla moschea più lontana poi al paradiso. Questa potrebbe essere considerata la data più appropriata per la fine apocalittica di Israele e, se necessario del mondo intero”, conclude Lewis, anche se aggiunge di non essere affatto certo che questo sia il programma. Ma lei, è bene ricordarlo, è figlio di quell’ayatollah Khomeini che aveva promesso a noi poveri infedeli che  “ non si sarebbe fermato sino a che il nostro mondo sarebbe stato distrutto”, lo studiano anche i bambini nelle scuole iraniane. Lei poi, come Khomeini, è convinto della vittoria, predicando che il modo più sicuro e veloce di raggiungere il paradiso ( e quindi godere del possesso delle vergini ecc.ecc.) è il martirio, cioè farsi ammazzare dietro suo ordine. Non importa quanti milioni di persone moriranno in una guerra atomica che lei non avrà il minimo scrupolo a dichiarare, ai suoi lei gliela presenterà addirittura come una scorciatoia per la felicità eterna. Non so se lei oggi premerà il  dito sul bottone dell’arma micidiale, ma sappia che neanche così riuscirà a vincere, perchè la ritorsione di chi lei vuole sterminare ci sarà e sarà terribile. Il massacro sarà enorme, ma l’avrà voluto lei, che ripete ad ogni momento che il dott. Adolf ha fatto un ottimo lavoro, peccato che non l’abbia portato a termine. Impari dalla sua fine che la balla del “ Gott mit uns “ non ha già funzionato una volta con Hitler, non funzionerà nemmeno stavolta con lei. Finirà travolto dai suoi stessi sudditi appena riusciranno a liberarsi dal suo giogo, magari suicida in qualche bunker che si sarà fatto costruire da Hezbollah.

L’altro giorno c’era su un giornale israeliano un vignetta deliziosa. Eravate voi tre, lei, Nasrallah e Assad, disegnati mentre pattinavate  tenendovi per mano. Sotto di voi, una sega con disegnata sulla lama un stella di Davide (ha presente ?), segava con un bel cerchio il punto esatto dove voi vi trovavate. Immagini lei il seguito. Se è per il freddo dell’acqua ghiacciata, non tema, la riscalderanno anche più del desiderato le fiamme dell’inferno nel quale lei precipiterà all’istante. E lasci perdere  il “ Gott mit uns “, richiamandosi a Dio, volendo distruggere il mondo degli “ infedeli “, lei disonora la stessa idea di religione. Non solo quella degli altri, in primo luogo la sua.

Quando arriverà “ laggiù “ mi saluti i suoi amici che l’hanno preceduta, Hitler,Stalin,Yassin, e tutti gli altri criminali che non sto a nominare per non annoiarla. Non le rivolgo alcun saluto, anche se qualche appellativo adatto sulla punta della lingua ce l’avrei.

 

da Libero sdel 22 agosto 2006


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