Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Annuncio a pagamento dell'Ucoii: "Israele come il nazismo" il commento di Magdi Allam:"seminano odio legittimati dallo Stato"
Testata: Corriere della Sera Data: 20 agosto 2006 Pagina: 11 Autore: Virginia Piccolillo - Magdi Allam Titolo: ««Gaza come Marzabotto». Bufera sull'Ucoii - Sono i predicatori dell'odio Ma lo Stato li ha legittimati»
L'Ucoii ha pubblicato a pagamento sul GIORNO, la NAZIONE, il RESTO del CARLINO sabato 19 agosto 2006, un annuncio nel quale, con l'ausilio di falsificazioni storiche di varia natura (per esempio la moltiplicazione del numero dei morti a Qana nel 2006 e a Sabra e Cahtila nel 1982, l'attribuzione di questa strage a Israele anziché ai falangisti cristiani, il silenzio sui pogrom antiebraici del 1936...) Israele viena paragonata al nazismo.
Ecco il testo della cronaca pubblicata dal CORRIERE della SERA il 20 agosto 2006:
ROMA — «Dedicate 5 minuti a questa lettura e pensate che mentre state leggendo ci sono innocenti che muoiono ». Inizia così l'annuncio- choc, intitolato «Ieri stragi naziste-oggi stragi israeliane», pubblicato ieri su Resto del Carlino, Nazione, Giorno, e Qn dall'Ucoii: l'Unione delle comunità islamiche in Italia. Una pagina intera acquistata, specifica l'associazione che aderisce alla consulta islamica del Viminale, per dire quello che «una vergognosa e sistematica censura stravolge». A partire dal «bilancio agghiacciante» della «sesta guerra sferrata da Israele contro il Libano»: «Oltre 100 persone hanno trovato la morte in sole 4 settimane: più di un quinto della popolazione si trova senza un tetto, decine di migliaia sono i feriti». Per concludere con un'equazione: «Marzabotto = Gaza = Fosse Ardeatine = Libano». E con un monito: «Ora nessuno potrà dire: Io non lo sapevo». Ma soprattutto soffermandosi sull'elenco di 70 «massacri» «della guerra israeliana contro il Libano e la Palestina». I MORTI — La doppia lista di «fatti storici della guerra israeliana» incolonna date, eventi e numeri di vittime, in alcuni casi superiori a quelli riportati dalle cronache e talvolta anche a quelli accertati dalle autorità libanesi e palestinesi. Per la Palestina il computo di morte iniziato con il «massacro di Gerusalemme» del 1937 (2 morti), annovera quello di Deir Yassin a cui attribuisce 254 vittime. E comprende due stragi di Gaza: una del 1956 con 500 morti e una del 2006 con 100 morti. Per il Libano l'elenco si apre con 105 morti a Salha nel 1948. In neretto si evidenziano 3.500 vittime per Sabra e Chatila. Si ricorda il «primo» massacro di Cana con 106 morti. E si chiude con il «secondo», quello del bombardamento del 30 luglio scorso sulla scuola di bambini, cui attribuisce 60 vittime. Il presidente dell'Ucoii, Mohamed Nour Dachan, spiega: «Davanti a una tragedia così grave, l'informazione era distorta e non si riusciva a capire chi era l'accusato e chi l'accusatore». E aggiunge: «Se ci saranno polemiche è perché sono state portate allo scoperto le tragedie israeliane». LE REPLICHE — Per l'ex ministro Udc Carlo Giovanardi l'inserzione sembra «tristemente riecheggiare le più consunte e menzognere argomentazioni della propaganda antisemita e anti israeliana». Il Tg5 affida a Tony Capuozzo un attacco al presidente Ucoii: «Gli italiani non sono così stupidi da lasciarsi usurpare il passato da un nuovo italiano come lui». In difesa dell'iniziativa invece si schiera l'ex deputato europeo Dacia Valent: «L'agghiacciante enumerazione della sequela di orrori commessi dalla cosiddetta "unica democrazia" in Medio Oriente — dichiara — è francamente un servizio pubblico che l'Ucoii ha offerto al popolo italiano». Per la Valent, portavoce nazionale della Iadl (Islamic Anti-Defamation League) «né Israele né le comunità ebraiche possono chiederci di continuare a giustificare le stragi compiute nascondendosi dietro all'Olocausto. I crimini contro l'umanità commessi in Libano e in Palestina devono essere puniti». «Se non fosse per il veto Usa in seno all'Onu — chiude l'ex eurodeputato — la guerra e la distruzione del Libano sarebbero finite molto prima e la Palestina esisterebbe come Stato».
Di seguito, l'editoriale di Magdi Allam sulla vicenda, da noi totalmente condiviso:
Se un gruppo di estrema destra o estrema sinistra avesse chiesto una pagina di un giornale per lanciare un messaggio farneticante che recita «Ieri stragi naziste, oggi stragi israeliane», certamente si sarebbe scontrato con un netto rifiuto. Agli estremisti islamici dell'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia) è andata diversamente. Perché gli estremisti islamici dell'Ucoii sono pienamente legittimati dalle istituzioni e dallo Stato, il loro presidente Nour Dachan siede in seno alla Consulta per l'islam italiano istituita dal ministero dell'Interno, affermano di controllare l'85% delle moschee e ritengono di essere i veri rappresentanti dell'insieme dei musulmani in Italia. Non importa se è un'organizzazione che nega il diritto di Israele all'esistenza e ne predica la distruzione, che legittima il terrorismo palestinese e gli attentati in Iraq e Afghanistan contro le forze multinazionali, che mira a monopolizzare il potere tra i musulmani nostrani e a concorrere alla nascita della Umma, la nazione islamica ovunque nel mondo, in sintonia con la strategia eversiva e talvolta violenta dei Fratelli Musulmani. Non importa se nell'inserto pubblicato a pagamento dal Quotidiano Nazionale l'Ucoii mira a consolidare agli occhi degli italiani un'immagine demonizzante e sanguinaria di Israele elaborando l'equivalenza «Marzabotto = Gaza = Fosse Ardeatine = Libano». Non importa se in un comunicato del primo agosto scorso, commentando la strage di Cana, l'Ucoii afferma che «è il segno di un'ulteriore escalation criminale di uno Stato nato nella pulizia etnica, cresciuto e consolidato nella violenza e nell'ingiustizia e che, Iddio non voglia, finirà per essere la tragedia definitiva del suo stesso popolo». Non importa se il presidente Dachan, contraddicendo i comunicati ufficiali dell'Ucoii emessi l'11 marzo 2004 e il 7 luglio 2005, ha sostenuto (articolo di Jenner Meletti su Repubblica del 18 agosto scorso) che gli attentati di Madrid e Londra sarebbero opera dei «servizi segreti che forniscono le armi e dettano gli orari». Così come sarebbe «una grande falsità» il piano per far esplodere simultaneamente una decina di aerei in partenza da Londra: «Volevano distogliere l'attenzione da ciò che sta succedendo in Libano e hanno inventato tutto, così i musulmani diventano il pericolo. (...) Negli aeroporti si fanno controlli pesanti e si dà fastidio ai passeggeri così imparano a odiare i musulmani». Non importa se il portavoce dell'Ucoii, Hamza Roberto Piccardo, ha avuto l'ardire di scrivere al ministro dell'Interno Amato, il 12 agosto scorso, all'indomani dell'annuncio del fermo di una quarantina di islamici, che «non è così che si fa antiterrorismo, l'operazione è stata presentata dal ministero come di contrasto al terrorismo e l'aggettivo "islamico" si è sprecato per indicare l'ambiente in cui cercare i terroristi»; ammonendo Amato a dire «a chiare lettere che noi musulmani stranieri e italiani siamo risultati estranei, una volta di più, a ogni attività suscettibile di mettere in pericolo la sicurezza collettiva e l'ordine pubblico». Per verificare la realtà dell'ideologia dell'odio, della violenza e della morte che anima l'Ucoii, al pari di Hamas e dei Fratelli Musulmani, basta dare in queste ore uno sguardo al sito gestito da Piccardo www.islam-online.it. Vi si può leggere il messaggio del 24 luglio della Associazione Islamica «Imam Mahdi», in cui si invitano «tutti gli uomini di buona volontà (...) ad adoperarsi per contribuire anch'essi a porre fine una volta per tutte al sedicente "Stato d'Israele", a questo incubo orrendo, a questo mostro immondo che si nutre di sangue innocente». O il messaggio dal titolo «La premiata impresa di pulizie israeliana», di Carlo Bertani, del 30 luglio 2006, ripreso da www.disinformazione.it, che inizia così: «Mentre in Italia ci trastulliamo fra un voto di fiducia e uno sciopero dei farmacisti, la premiata ditta Tsahal & Mossad ha dato inizio alla pulizia etnica del Libano meridionale». A noi non resta che prendere atto che oggi in Italia predicare e aizzare le masse a distruggere Israele è assolutamente lecito, che la stampa nazionale gratuitamente o a pagamento diffonde dei messaggi inequivocabilmente ostili al diritto all'esistenza di Israele. E che tutto ciò viene considerato libertà di espressione. Nonostante si tratti in realtà del fulcro dell'ideologia del terrore di cui tutti noi siamo testimoni e vittime.