Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Per Sandro Curzi chi non condanna Israele in diretta è "al servizio del Mossad" l'ex direttore del Tg 3 fa i nomi (Neliana Tersigni , Ennio Remondino) dei disinformatori criticati da Furio Colombo, per difenderli
Testata: Corriere della Sera Data: 15 agosto 2006 Pagina: 6 Autore: Lorenzo Salvia Titolo: «Colombo:antisrealiani i servizi Rai. Di Bella (Tg 3): il problema c'è»
Dal CORRIERE della SERA del 14 agosto 2006, segnaliamo un articolo sulle reazioni all'editoriale pubblicato dall'UNITA' del 13 agosto nel quale Furio Colombo denunciava, senza fare nomi, la disinformazione antisraeliana dei telegiornali Rai. Tra gli interpellati, Sandro Curzi è invece disposto a fare nomi. In particolare quelli di Ennio Remondino e Neliana Tersigni, effettivamente esempi insigni di disinformazione antisraeliana. Il suo intento è però quello di difendere questi giornalisti che se certo "non sono al servizio del Mossad" pure sono "corretti e tutt'altro che antisraeliani". Per Curzi, dunque, chi non riversa sui telespettatori una dose quotidiana di strepiti sulle "malefatte" israeliane, tacendo sistematicamente sulla tattica di Hezbollah di farsi scudo dei civili, è "al servizio del Mossad"... Remondino e Tersigni al contrario, esempi di imparzialità, sono addirittura "tutt'altro che antisraeliani". Chissà se lo fossero...
Ecco il testo:
ROMA — Mancano i nomi (forse per eleganza) ma il messaggio è chiaro. «Trascrivo da un tg Rai dell'8 agosto: "In questo manifestino si intima alle jeep delle tv di non circolare forse nel timore che trasportino missili. Evidentemente ci vogliono ridurre come le tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano. E soprattutto non mostrano quello che accade". Trascrivo da un tg Rai del 9 agosto: "Hanno trasformato il Libano in un gigantesco tiro a segno per l'aviazione israeliana". Trascrivo da un tg Rai del 12 agosto: "Il Libano è il Vietnam di Israele"». Mette in fila le «prove» Furio Colombo. E nel suo editoriale della domenica sull'Unità infila un attacco alla Rai, attraversata a suo giudizio da «chiare tendenze anti israeliane». Non lo dice ma ce l'ha soprattutto con il Tg 3, «quello che seguo di più anche per motivi d'affetto» aggiunge al telefono e prova a spiegare: «C'è un di più di commento editoriale che non si era mai visto nei servizi dei nostri tg, nemmeno in Iraq, nemmeno a Beslan». Perché? «Molti nella sinistra — risponde il senatore ds — sono partecipi di una cultura in cui se ci sono due parti in lotta, Israele è la peggiore». Non solo: «Non seguono mai correzioni su errori che hanno provocato emozione. Come il bombardamento mai avvenuto su un funerale (14 morti) o i bambini morti a Cana che per fortuna non erano 37 ma 17». Che quella israeliana sia la più osservata tra le sedi Rai non è una novità. Sei anni fa il corrispondente Riccardo Cristiano fu richiamato a Roma dopo la pubblicazione di un suo appello su un giornale palestinese che portò il governo israeliano a parlare di «lunga ombra sulla credibilità del giornalista». E oggi? Antonio Di Bella, direttore del Tg3, riconosce il problema: «Nella sinistra c'è una cultura diffusa se non di avversione a Israele quanto meno di impostazione storicamente filopalestinese. Ma abbiamo fatto molti passi in avanti. Sotto la mia direzione ci siamo impegnati a combattere ogni pregiudizio, partendo da piccole cose come evitare le espressioni carri armati con la stella di David e rappresaglia anti israeliana che già contengono un giudizio. Del resto nelle ultime settimane abbiamo ricevuto tante lettere: gli spettatori ci accusano di essere filopalestinesi ma c'è anche chi, ed è una novità, ci dà dei filoisraeliani». Clemente J. Mimun, direttore del Tg1, ricorda il suo esordio al Tg2, nel 1994: «Ho dovuto battibeccare con i colleghi per convincerli che il governo di Israele andava definito il governo di Gerusalemme e non di Tel Aviv. E ancora oggi nelle grafiche dei tg la capitale viene sbagliata». Per lui, ebreo, il problema c'è eccome e ne dà atto a Colombo anche se tra i due non corre buon sangue: «Il pulpito rende discutibile la predica perché se c'è un giornale che ha dimostrato di essere profondamente fazioso in chiave anti israeliana è proprio l'Unità, anche sotto la direzione Colombo». Una bacchettata Colombo se la prende anche da Sandro Curzi, che pure tante volte lo ha difeso: «Ennio Remondino e Neliana Tersigni, tanto per portare allo scoperto due nomi, — ricorda — vengono proprio dal mio Tg3 e sono orgoglioso del lavoro che stanno facendo. Certo, non sono al servizio del Mossad, ma sono corretti e tutt'altro che antisraeliani. Nei confronti di Israele Colombo ha una specie di complesso, come se dovesse farsi perdonare qualcosa. Del resto lui la sinistra l'ha scoperta tardi...».
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