Israele non si fa illusioni sul cessate il fuoco che potrebbe servire a Hezbollah per riorganizzarsi
Testata: Libero Data: 14 agosto 2006 Pagina: 9 Autore: Angelo Pezzana Titolo: «Qui non ci si illude: il cessate il fuoco aiuta solo i terroristi»
Da LIBERO del 13 agosto 2006:
Alle sette di questa mattina, ora locale, è iniziato il cessate il fuoco, come stabilito dal consiglio di sicurezza dell’Onu. Hezbollah lo aspettava con ansia, convinto di avere ormai raggiunto l’obiettivo che si era posto aggredendo Israele. Aver tenuto impegnato per più di un mese Tzahal, verrà presentato dal quasi esercito di Nasrallah come un successo. In questi ultimi giorni Israele si è posta molte domande, sia a livello politico che militare, ma per capire se le critiche giungono da destra o da sinistra non è più sufficiente il giornale sul quale le leggiamo, tanto le analisi si intersecano e sovrappongono. Da sinistra a Olmert vengono chieste le dimissioni, da destra all’intelligence militare si chiede conto del perchè un esercito potente e dotato di mezzi sofisticati come quello israeliano non sia riuscito a sradicare subito Hezbollah dal territorio libanese. Lo stesso governo non sembra più così unito come nei primi giorni di guerra, l’opposizione di destra rilancia Netanyahu come leader e la sinistra, pur facendo parte della coalizione al potere, sta incominciando a prenderne le distanze. In realtà questa è la storia vista dagli esperti, da coloro cioè che dicono come le cose andavano fatte avendo la fortuna di non avere responsabilità di governo. La gente comune ragiona in altro modo. Intanto è orgogliosa del suo esercito, che ha dimostrato di essere determinato e convinto che per un israeliano la difesa del proprio paese è sacra. Non c’è amore per la guerra, ma il senso di responsabilità di essere accanto a propri compagni quando il nemico ti attacca e il tuo paese è in pericolo. Un popolo sempre unito di fronte al pericolo ma anche critico. Oggi i sondaggi ci dicono che rispetto a un mese fa le opinioni sono cambiate. Alla domanda se la guerra in Libano è giustificata, i lettori di Yediot Aharonot, il quotidiano più diffuso, hanno risposto Sì il 63%, No il 33, parzialmente il 5%. Sono numeri che ci dicono quali bufere la coalizione di Olmert dovrà affrontare finita la guerra, perchè sono in pochi qui a credere che il cessate il fuoco sarà utile a Israele. I più pensano che servirà a Hezbollah per tirare il fiato e riorganizzarsi, per essere pronto ad una prossima guerra. Come nessuno crede che l’esercito libanese, composto in parte da simpatizzanti di Nasrallah, e comunque privo di un reale potere di rappresentanza, avrà mai il coraggio di fare alcunchè contro Hezbollah. Meno che mai la coalizione internazionale che avrà gli stessi poteri dell’Unifil, cioè starà a guardare e quando noterà qualcosa di strano, per esempio il rapimento di un soldato israeliano, si volterà dall’altra parte. Critici dunque verso la risoluzione del consiglio di sicurezza, anche se non mancano gli apprezzamenti, come sottolinea Ze’ev Schiff su Haaretz. Per esempio la smilitarizzazione del sud del Libano, e quindo il ritiro delle truppe israeliane, con il riconoscimento all’autodifesa di Israele. Venendo da una risoluzione Onu non è poco. Quel che è mancato però è stato un chiaro riferimento alle responsabilità di Iran e Siria, i due burattinai che hanno tirato le fila della guerra. Se il governo libanese è debole sino alla quasi non esistenza ciò è dovuto all’influenza che i due Stati, attraverso Hezbollah, esercitano su Beirut. L’illusione che in Europa più nessuno dovrebbe avere è che Israele sia circondata da vicini che vogliono la pace. Più di così Israele non poteva fare. Adesso, al primo segnale, si riproporranno gli attacchi preventivi, le eliminazioni mirate, nell’attesa che qualcuno, in Europa o altrove, si renda conto cosa sarebbe successo in questo mese se l’Iran avesse già avuto i missili atomici.
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