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La Stampa Rassegna Stampa
04.08.2006 Della guerra dimenticata a Gaza ogni tanto ci si ricorda, dell'aggressione di Hamas no
e la disinformazione continua anche su quel fronte

Testata: La Stampa
Data: 04 agosto 2006
Pagina: 6
Autore: la redazione
Titolo: «A Gaza la guerra dimenticata»
La STAMPA del 4 agosto 2006 pubblica un articolo sulla "guerra dimenticata" di Gaza.
Quel che non è dimenticato è il modo in cui si disinforma sulle azioni di Israele.
Come da copione, prima si descrivono l'avanzata "a folate" di Tsahal e si fa il conto dei morti palestinesi, e soltanto alla fine dell'articolo si menziona l'esistenza di un' "aggressione" dimenticata, quella di Hamas contro Israele.
Veniamo così  a  sapere, di sfuggita, che mercoledì 2 agosto un razzo aveva ferito un civile israeliano ad Ashkelon.
A Gaza come in Libano i terroristi si nascondono tra la popolazione civile, ma non è il caso di scriverlo, in nessuno dei due casi.
Ecco il testo:


Parallelamente alla campagna in Libano si combatte a Gaza una guerra dimenticata che produce ogni giorno nuove vittime. Ieri sono morte a causa dei raid israeliani otto persone, ma sono oltre 160 i palestinesi uccisi nel solo mese di luglio. Tsahal non occupa la regione, ma procede a folate: i blindati vanno e vengono dalla Striscia, le truppe compiono brevi incursioni e l’aviazione cerca di colpire i rifugi dei miliziani di Hamas. Come sempre, sono i civili a pagare il prezzo più caro degli scontri: oltre metà dei civili uccisi dagli israeliani non prendevano parte alle ostilità. Trentasei, poi, erano solo bambini. Tutto è iniziato il 25 giugno scorso con il primo rapimento di un soldato israeliano, il caporale Gilad Shalit, da parte dei miliziani di Hamas e di altri due gruppi armati palestinesi. Prosegue infatti la mediazione egiziana tra il governo palestinese di Hamas e Israele per la stesura di un accordo sulla liberazione del soldato, in cambio del rilascio di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Secondo fonti palestinesi residenti a Damasco «il nodo della controversia tra le parti in lotta non riguarda il numero dei prigionieri da liberare, ma la loro categoria». Il governo palestinese avrebbe infatti posto come condizione per la liberazione di Shalit, il rilascio di tutti i prigionieri palestinesi al di sotto dei 18 anni e dei leader politici di Hamas». Se si arriverà ad un accordo, il caporale potrebbe essere consegnato all'Egitto, che si è offerto di svolgere un ruolo di «garante» nello scambio dei prigionieri. Ma intanto la guerra prosegue. Ieri in scontri a fuoco, raid aerei e colpi di artiglieria sono stati uccisi otto palestinesi, almeno sei dei quali miliziani. L’incursione di truppe di terra israeliane, appoggiate da diversi mezzi blindati, è avvenuta a Rafah, nel sud della Striscia. Una trentina i feriti. Fra i morti anche un ragazzo di 12 anni, ucciso dalle schegge di un missile lanciato da un aereo contro un gruppo di miliziani. L'esercito israeliano ha affermato che l'incursione a Rafah era diretta contro «infrastrutture del terrorismo». Forse una risposta al lancio di quattro razzi Kassam, la notte scorsa, sparati dai miliziani palestinesi verso il territorio israeliano. Mercoledì un razzo aveva ferito un civile israeliano nella vicina città costiera di Ashkelon, circa 10 chilometri a nord della Striscia. Ieri un’organizzazione non governativa israeliana (Betzelem) ha fornito alcuni dati sul conflitto in corso. Sono 163 i palestinesi uccisi a luglio, 78 dei quali semplici civili che non prendevano parte alle ostilità. Di questi, 36 erano minorenni. Il numero dei palestinesi uccisi in luglio è il più alto in un solo mese dall'aprile del 2002. Secondo Betzelem, in quattro casi investigati, nei quali complessivamente sono stati uccisi 15 civili, Israele potrebbe avere commesso violazioni delle leggi di guerra

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