"Nulla può giustificare lo spargimento di sangue innocente" ma per il quotidiano diretto da Mario Agnes quello israeliano sembrerebbe non esistere
Testata: L'Osservatore Romano Data: 04 agosto 2006 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Novecento morti, tremila feriti, un milione di sfollati - Libano bombardamenti e scontri sempre più intensi»
Alla terza settimana di guerra in Libano i morti sono oltre 900, i feriti tremila e gli sfollati un milione, un quarto della popolazione libanese. Le stime sono state fornite stamani dal Primo ministro Fuad Siniora in un video messaggio inviato ai delegati di 20 Paesi dell'Organizzazione della conferenza islamica (Oci) riuniti in Malaysia. Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), nei maggiori centri del Paese l'afflusso di aiuti è regolare, ma la distribuzione nei villaggi più remoti è estremamente complessa. Nel profondo Sud, il 70 o 80 per cento degli abitanti sono fuggiti dalle proprie abitazioni, "rimangono ancora decine di migliaia di persone che non hanno nulla da mangiare", ha detto Astrid van Genderen dell'Unhcr, aggiungendo che si tratta di stime approssimative. È impossibile infatti capire, ha aggiunto, quante migliaia di persone abbiano approfittato della tregua parziale concessa da Israele negli ultimi due giorni per raggiungere il Nord o per spostarsi in altri villaggi vicini. Un portavoce di "Medici senza frontiere", Sergio Cecchini, ha reso noto che alcuni inviati dell'organizzazione umanitaria francese hanno trovato in sei villaggi del Sud in tutto tre persone, mentre in un altro, Aitarun, una quarantina di civili "spuntati da cantine e sottoscala di palazzi bombardati" hanno chiesto il loro aiuto per essere sgomberati. Ieri due convogli dell'Onu hanno ottenuto garanzie di sicurezza da Israele per raggiungere Tiro e altre località del Sud, ma non per andare a Marjaiyoun e Rmeish, dove si sono ammassati oltre 35.000 sfollati. In tutto, dall'inizio della crisi, le Nazioni Unite hanno potuto inviare al Sud nove convogli, con 280 tonnellate di aiuti alimentari. Ma la crisi umanitaria non riguarda solo il Sud. Circa 550.000 sfollati vengono ospitati da famiglie in varie zone, in particolare a Beirut e dintorni. Altri 130.000 vivono in accampamenti organizzati e 200.000 hanno trovato rifugio in Siria. "Tutti hanno urgente bisogno di assistenza", ha sottolineato van Genderen, aggiungendo che "anche alle famiglie che ospitano fino a 20 o 30 sfollati nelle proprie case è imperativo dare sostegno". Nei più affollati villaggi attorno a Beirut i generi alimentari scarseggiano. In tutto il Paese è difficilissimo trovare carburante, circostanza che, nel giro "di giorni e non di settimane" rischia di portare il Libano ad una paralisi totale se non sarà allentato il blocco navale imposto dalla Marina da guerra israeliana, ha detto il portavoce dell'Onu Khaled Mansour. A Cipro, ha aggiunto, ci sono due navi con 85.000 tonnellate di carburante. Dopo l'intercessione delle Nazioni Unite è stato loro consentito l'accesso ai porti di Tripoli e Beirut, ma non è ancora chiaro se i comandanti decideranno di salpare verso il Libano, "visto che è quasi impossibile ottenere una assicurazione che copra i rischi di guerra per fare rotta verso i porti libanesi". Non a caso, 150 tonnellate di cibo e medicinali forniti dalla fondazione Hariri sono stati ieri portati a Beirut dalla nave militare francese Siroco. Aiuti sono arrivati anche all'aeroporto di Beirut, dove è atterrato un aereo spagnolo con a bordo il Ministro degli esteri Miguel Angel Moratinos e un carico di sei tonnellate di generi di prima necessità. A Beirut sono arrivati anche il Capo della diplomazia egiziana, Ahmed Abul Gheit, e il Ministro degli esteri giordano Abdul Ilah al Khatib. Poco dopo il suo arrivo, Moratinos ha sottolineato che la soluzione alla crisi "dovrebbe essere concordata con la partecipazione di tutte le parti coinvolte, compreso Hezbollah". Il Ministro spagnolo è poi partito per Damasco, per convincere la Siria, che sostiene Hezbollah, a partecipare agli sforzi internazionali per porre fine alla guerra.
Dov'è la notizia degli otto israeliani morti nel bombardamento della Galilea del 3 agosto ?
A fianco dell'articolo la foto di libanese che mostra un bambino morto a Baalbek (roccaforte di Hezbollah attaccata da Israele con una pericolosa operazione di terra, anche nell'intento di ridurre le vittime civili), con la frase "Nulla può giustificare lo spargimento di sangue innocente".
A pagina 2 l'articolo "In Libano bombardamenti e scontri sempre più intensi", occhiello: "Sette palestinesi uccisi in un'incursione israeliana".
Nessun acenno, neanche nel testo, alle vittime israeliane.
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è l'occhiello.Ecco il testo:Dov'è la notizia degli otto israeliani morti nel bombardamento della Galilea del 3 agosto ?A fianco dell'articolo la foto di libanese che mostra un bambino morto a Baalbek (roccaforte di Hezbollah attaccata da Israele con una pericolosa operazione di terra, anche nell'intento di ridurre le vittime civili), con la frase "Nulla può giustificare lo spargimento di sangue innocente".A pagina 2 l'articolo "In Libano bombardamenti e scontri sempre più intensi", occhiello: "Sette palestinesi uccisi in un'incursione israeliana".Nessun acenno, neanche nel testo, alle vittime israeliane.Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione dell'Osservatore Romano ornet@ossrom.va