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La Stampa Rassegna Stampa
02.08.2006 "Riconoscere" Israele , "condannare" il terrorismo, disinformare e demonizzare
vademecum per i musulmani europei, da Farian Sabahi

Testata: La Stampa
Data: 02 agosto 2006
Pagina: 5
Autore: Farian Sabahi
Titolo: «Musulmani d’Europa, smettete di combattere Israele»

I musulmani d'Europa si facciano promotori dell'accettazione di Israele  da parte del mondo islamico, chiedano il rilascio dei soldati israeliani rapiti e condannino il terrorismo.
Sono le proposte avanzate da Farian Sabahi in un articolo pubblicato da La STAMPA del 1 agosto 2006
Ottimi propositi, senza dubbio.
Non ci scandalizza nemmeno più di tanto che l'accettazione dell'esistenza di Israele sia propugnata solo in virtù della "supremazia dell'arsenale di Israele" e "dell'appoggio incondizionato degli Stati Uniti".
Sappiamo perfettamente infatti che soltanto la forza e la determinazione a usarla per difendersi garantisce a Israele un diritto all'esistenza che, sul piano dei "principi", in troppi continuano a negare.
Quello che ci sembra inaccettabile è invece che alla condanna del terrorismo e al riconoscimento (forzato) del diritto all'esistenza di Israele si associno la disinformazione e la demonizzazione.

Scrive Farian Sabahi: 

i  musulmani d'Europa devono chiedere il rilascio immediato da parte di Hezbollah dei due soldati israeliani catturati, secondo numerose fonti, nella località libanese di Ayta ash Shab, a dieci chilometri dal confine con Israele

Secondo la giornalista, dunque, Israele avrebbe inviato due riservisti oltre il confine con il Libano, non si sa con quale scopo (forse quello di farli rapire e dare inizio alla crisi ? E come ha fatto a convincerli ?)
E' appena il caso di ricordare che Hezbollah, dal canto suo, non ha mai sostenuto una versione di questo tipo, e ha sempre rivendicato l'incursione in Israele.
Più interessante è vedere quali siano le "numerose fonti" della Sabahi.
Noi ne abbiamo rintracciate due: l'"analista politico siriano"
 Sami Moubayed (ed'è chiaro a tutti quale grado di libertà, di indipendenza e di onestà intellettuale abbiano gli "analisti politici" in Siria), che lo ha scritto sul quotidiano Asia Times il 15 luglio 2006 e la giornalista Silvia Cattori, che scrive sul sito antisemita Reseau Voltaire, legato al quel Thierry Messian noto per aver sostenuto che, a dispetto dell'opinione di migliaia di testimoni oculari, nessun aereo di linea si è mai schiantato contro il Pentagono l'11 settembre 2001.
Entrambe sono citate nel noto sito effedieffe diretto da Maurizio Blondet.
Le "fonti" di Farian Sabahi sono dunque quelle dei regimi totalitari arabi e dell'antisemitismo europeo.

Ecco il testo completo :


La crisi libanese offre ai musulmani d'Europa la possibilità e l'onere di schierarsi, senza se e senza ma, per la democrazia e i valori condivisi nel Vecchio continente. Questa opportunità deve essere colta dagli intellettuali, dai moderati e dalle associazioni che reclamano la rappresentanza dell'Islam in Europa, ma anche dai singoli individui. E si offre pure ai musulmani in Italia, in particolare nel clima attuale di pressione e intolleranza nei confronti degli stranieri provenienti da Paesi islamici. Per avere voce ed essere riconosciuti come cittadini a pieno titolo, i musulmani d'Europa devono però fare due passi importanti. In primis, devono riconoscere il diritto di Israele a esistere. A quasi sessant'anni dalla sua costituzione, lo Stato ebraico catalizza la rabbia dei musulmani di tutto il mondo. Ma è tempo di ammettere che poco si può fare contro la supremazia dell'arsenale di Israele e l'appoggio incondizionato degli Stati Uniti. Militarmente, è una battaglia persa. Anche perché i Paesi arabi e musulmani non hanno mai fatto fronte comune: seppur appoggiati dai governi dell'Iran e della Siria, palestinesi e libanesi non sono in grado di far fronte allo Stato ebraico e alla potenza americana. Facciamo dunque buon viso a cattivo gioco. Dopotutto, quanti Paesi mediorientali sono stati conquistati, oppure disegnati dalla matita rossa e blu dell'Occidente? L'impero persiano fu il primo, nel 642 d.C., a essere invaso dagli arabi convertiti all'Islam e sottomesso, ma i persiani tennero culturalmente testa agli arabi e si resero indispensabili in burocrazia. E alla caduta dell'impero ottomano nel 1920, i territori della Sublime Porta furono divisi in Stati e in protettorati gestiti da Londra e Parigi, che in seguito conseguirono l'indipendenza. In secondo luogo, il rispetto del diritto internazionale è fondamentale: i musulmani d'Europa devono condannare il terrorismo e prendere le distanze dalle milizie Hezbollah e dalla violenza di Hamas, ma essere pronti ad accettarli qualora decidessero di rivestire un ruolo soltanto politico, non militare, nello Stato libanese e in quello palestinese. In questo contesto, i musulmani d'Europa devono chiedere il rilascio immediato da parte di Hezbollah dei due soldati israeliani catturati, secondo numerose fonti, nella località libanese di Ayta ash Shab, a dieci chilometri dal confine con Israele. Dopo aver assolto questi due presupposti, i musulmani d'Europa potranno essere accettati come cittadini a pieno titolo e promuovere, attraverso le istituzioni, la creazione di uno Stato palestinese ed esigere la definizione dei confini di Israele. Potranno chiedere la parola e lottare, nella legalità e non facendo il tifo per chi indossa le cinture d'esplosivo. Va comunque tenuto conto che non ci sarà pace senza giustizia ed è quindi urgente la creazione di uno Stato palestinese. Sono dunque necessarie pressioni internazionali su Israele, nonostante la netta opposizione statunitense, affinché siano rispettate le risoluzioni dell'ONU, siano rilasciati i prigionieri politici palestinesi e libanesi in carcere, e sia messo fine al massacro di civili. Solo così si priverà il fondamentalismo islamico delle munizioni ideologiche e propagandistiche che gli integralisti sparano nel mucchio, di sciiti e sunniti, nel tentativo di tirare le masse dalla loro parte. Gli immigrati musulmani presenti in Europa sono scappati a regimi totalitari, oppure hanno scelto di venire nel Vecchio continente in cerca di migliori opportunità di studio e lavoro. Se vogliono continuare a vivere nel Vecchio continente con i loro figli e nipoti, senza essere discriminati, devono accettare le regole che l'Europa si è data. Ma hanno anche la responsabilità di farsi promotori di una riforma. Il mondo islamico non ha ancora avuto il suo illuminismo, un fenomeno che può nascere soltanto in Europa, giacché la maggior parte dei Paesi islamici sono dittature, promosse e sostenute dall'Occidente, oppure democrazie imperfette in cui la religione ha un ruolo politico eccessivo.

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