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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.08.2006 Israele perde la guerra delle emozioni ?
quella di Dacia Maraini è una profezia che cerca di autoavverarsi

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 agosto 2006
Pagina: 29
Autore: Dacia Maraini
Titolo: «Strage di bambini Così Israele perde la guerra delle emozioni»
Dacia Maraini su La REPUBBLICA scrive un articolo incentrato su una profezia che prova ad autoavverarsi: Israele ha perso la guerra delle emozioni con la tragedia di Cana.
Ma la guerra delle emozioni si vince e si perde sul fronte dell'informazione.
Se i media, come Dacia Maraini nel suo articolo mette in dubbio senza motivo che gli isrealiani fossero convinti, dopo 3 giorni di avvertimenti, che i civili avessero lasciato Cana, se le responsabilità di Hezbollah che intenzionalmente cercano di ottener il maggior numero possibile di morti civili, isrealiani e libanesi, vengono minimizzate e relativizzate, se il pericolo per Israele, che tra alcuni anni potrebbe trovare ai suoi confini un Hezbollah rifornito da Teheran di armi nucleari, viene descritto in modo evasivo e impreciso, sarà certo più facile che israele perda la guerra propagandistica condotta dal fronte jihadista con l'aiuto dei mezzi di comunicazione occidentali.
Ecco il testo:

M i telefona mia madre che ha novant'anni e mi dice indignata: hai visto i bambini morti tirati fuori da sotto le macerie? È orribile, indecente, non si può sopportare una cosa simile, dobbiamo fare qualcosa! Ma cosa? Anch'io ho visto quei bambini trascinati per le braccia e per i piedi e ne sono sconvolta, ma come intervenire? La mia piccola voce può servire? Comunque, dice mia madre, non si può stare zitti, altrimenti si diventa complici. Ed eccomi qui rapidamente a cambiare il soggetto della mia rubrica che era dedicata questa settimana ai litigi in seno alla sinistra.
Credo che la maggior parte degli spettatori italiani abbiano sentito e pensato la stessa cosa di mia madre: bisogna dire basta, quei morticini che passano sotto la telecamera sono osceni, di quella oscenità che solo la guerra sa mostrare in modo tanto plateale e ineluttabile. Israele d'altronde che fa? Chiede scusa, ribatte che i missili sono partiti proprio da quella casa dove si trovavano i bambini. Che cosa se ne deduce? Che gli Hezbollah si nascondono dietro i civili, che hanno probabilmente contato sulla strage dei bambini. Forse è anche vero, comunque potrebbe essere vero, ma questo non toglie niente alla responsabilità della carneficina. Possibile che l'intelligence israeliana così efficiente, così precisa, non abbia sospettato che oltre ai terroristi in quella casa ci fossero famigliole con bambini piccoli in grande numero? Anche se non capisco perché non si sono viste le madri.
Dove sono le madri? Morte anche loro? O si trattava di una scuola o di un doposcuola? Possibile che non abbiano sospettato che gli Hezbollah stanno conducendo una guerra sui sentimenti? Essendo inferiori per armi e preparazione bellica, stanno giocando di astuzia, mi pare evidente. È già successo d'altronde che invece di scovare terroristi, le bombe israeliane abbiano sorpreso anziani, donne e bambini nelle case prese di mira. Non potevano prevedere che stavano per cadere in un trabocchetto, ammesso che si sia trattato veramente di una trappola? Ebbene, se non si sono comportati da carnefici incoscienti, si sono comportati da stupidi. Come non capire che quelle immagini di bambini trucidati valgono più di cento bombe, cento razzi?
Nessuno, credo, salvo gli estremisti arabi, vuole togliere a Israele il suo diritto a esistere, il suo diritto a difendersi. Ma difendersi come? Con la forza bruta e cieca? Non sanno che lo sterminio di quei bambini provocherà diffusissimi sentimenti di vendetta che si ritorceranno contro di loro per anni, che la violenza strisciante si insinuerà nelle menti e nei progetti di molti che magari fino a ieri erano solo passivi osservatori di una guerra non voluta? Chiedono scusa, ma non ci sono scuse di fronte al massacro degli innocenti. Non possono non sapere che i combattimenti si fanno ormai sulle emozioni suscitate da foto e filmati sotto gli occhi di tutto il mondo. Se vogliono far credere in una difesa, che mostrino i guasti, i morti e i feriti che i bombardamenti degli Herzbollah provocano nelle loro città. Non sanno gli Israeliani che la visione di quegli eccidi avrà effetti devastanti, molto superiori alle dimostrazioni di forza che stanno compiendo? Se vogliono vincere una guerra questo certamente è il modo peggiore. Le battaglie sono fatte di messaggi che ci arrivano attraverso i media. Ebbene quei messaggi di bambini dalle facce impastate di polvere, dalle braccia sollevate per prevenire la morte, sono più potenti di qualsiasi ragionamento politico-strategico. E suscitano, in chiunque guardi, un senso di sbigottimento e di riprovazione, un senso di ripugnanza e di rifiuto che non si possono reprimere. Se è vero che le guerre si fanno soprattutto sulle emozioni, la loro è una guerra persa.

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