-il Suo stupore e la Sua sorpresa per l’esplosione di interventi violentemente, ciecamente antiisrealiani dei vostri lettori. Non è un "altro giornale" che prende vita nelle lettere a voi rivolte, sono i lettori del VOSTRO (e non di esso soltanto) che ha insegnato dal 1967 in poi a vedere in Israele un Paese nazista che okkupa terre altrui, che assalta pacifici vicini con scopi imperialisti e spietatamente coloniali, in demoniaca combutta con gli Amerikani.
Essi ripetono la lezione da allievi diligenti ed in buona fede.
Un recente intervento di Manheimer a proposito di sondaggi spiega come i giudizi su avvenimenti attuali e trascorsi siano viziati da una totale ed assolutamente erronea visione storica dei fatti: la maggior parte degli intervistati ritiene che Israele sia sorta nel 1948 su uno Stato palestinese esistente e sovrano! Ricordo che a tal proposito scrissi anni fa due righe ad Igor Man perché in un suo editoriale, traboccante di umanità per tutti, lasciava- senza affermarlo- intendere proprio questo. Non ne ebbi risposta.
Per me non è novità lo so da anni ed anni che generazioni di giovani (poi adulti) sono stati indotti a crederlo. Stampa, radio, tv, scuole, prof., intellettuali, Premi Nobel e cortei…Lei, tuttavia, non può ignorare che la rottura del PCI e della sua stampa con Israele avvenne proprio con la "Guerra dei 6 giorni" nella quale l’URSS, sconfitta con quegli stessi Egiziani e Siriani che aveva armato e sostenuto, esplodendo di rabbia reagì con un diktat rivolto a tutta la sinistra europea per obbligarla a descrivere Israele quale stato aggressore, sanguinario ed "imperialista", da disprezzare ed odiare per le sue scelleratezze.
Fu l’inizio della "guerra psicologica mediatica", micidiale quanto se non più delle altre.
Tutti dissero "SI" alla MAMMA, esclusi pochissimi- come quegli otto-dieci (?) professori al tempo delle leggi razziali- Tra i pochissimi, Fausto Coen, allora direttore di "Paese Sera", che rispose con un bel "NO!", dando le dimissioni dal giornale e raccontandolo poi con grande verità e drammaticità nel suo celebre libro: "Israele, quarant’anni di storia".
Desidero, ricordarle anche un titolo della "Pravda" che a commento della successiva guerra, quella "del Kippur" (ottobre ’73) -con Israele assaltata a sorpresa da tutte le parti e gli Arabi in casa- sosteneva a titoli cubitali che: "IL MONDO CONDANNA L’AGGRESSIONE ISRAELIANA".
L’Unità" dell’8 ottobre, un po’ in sottotono, ma obbediente e flautata, le faceva eco informando i lettori che era "del tutto lontano dall’essere provato" che fossero gli Egiziani ad aver preso l’iniziativa…(!)
Non voglio tirarla alla lunga con l’"eroe" Arafat , in divisa e colomba della Pace nel cuore, avidamente abbracciato e baciato come un bebé da tutta la compagnia compreso il più famoso dei Papi. La diabolica "passeggiata" di Sharon causa della seconda Intifada…e tante altre amenità.
Chiediamoci piuttosto che può fare ora chi ritenga lo Stato ebraico legittimo e magari lo ami – come lei stesso ha sostenuto nella "fiaccolata" per Israele una settimana fa a Portico d’Ottavia- ora che in questo altro e drammatico momento si condanna comunque Israele MAGARI perché non ‘ha restituito’ al Libano "le fattorie di Sheeba", reclamate, ad onor del vero, dalla SIRIA! Eppure con la regale leggerezza di una Maria Antonietta, in costume di pastora, così risolverebbe il conflitto con Hezbollah anche un’illustre firma de "La Stampa".
Si va porta a porta nelle case degli Italiani, nelle discoteche, sulle spiagge, nei cortei settembrini a dire: "Ragazzi, non è come vi abbiamo fatto credere dal 1967 ad oggi: Israele non è il MALE ASSOLUTO. C’è un'altra STORIA che nessuno vi ha raccontato."? O è solo tardi, troppo tardi e tanto vale rassegnarsi alle missive al vetriolo, ai cortei post-estivi, al prossimo slogan "Via i nazisti Israeliani dalle Fattorie?" suggerito da studiosissime penne? Con l’aggiunta più becera e familiare dell’"Ebrei ai forni!" che non manca mai…(per colpa di Israele, s’intende)
Distinti saluti, Alberto Hammerman Roma
albertman3@yahoo.it