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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Maša Gessen Ester e Ruzya 28/07/2006
Ester e Ruzya        Maša Gessen
Edizioni                   Garzanti


Una travolgente vicenda famigliare, una meticolosa ricostruzione storica
che partendo dalla tragedia della Shoah si snoda attraverso le purghe
staliniane e, in un perfetto intreccio di grandi eventi storici e ricordi
familiari, arriva ai giorni nostri attraverso il racconto appassionato di
Maša Gessen.
L’autrice, nata in Urss ed emigrata con i genitori e il fratello negli
Stati Uniti all’età di quattordici anni, tornerà in Russia dopo molti anni
come corrispondente dall’estero per US World e News Report.
Ester e Ruzya due donne ebree che lavorano entrambe per l’odiato sistema
sovietico sono al centro del racconto: la polacca Ester, fuggita alla
persecuzione nazista, è traduttrice per l’International’ naya literatura” e
la moscovita Ruzya, lavora per la censura, al Glavlit, la Direzione
generale per gli affari letterari e artistici fondata nel 1922, emendando i
pezzi dei corrispondenti esteri da Mosca, ovvero la nonna paterna e quella
materna di Maša Gessen.
Due figure centrali nella vita della giovane autrice che, descrivendo il
suo ritorno in Russia nel marzo del 1991, così le ricorda: “ Ricordavo
l’odore di Ruzya, ma penso fosse semplicemente l’odore dell’aria buona e
della spessa giacca di cuoio che portava sempre addosso. Ricordavo i
capelli bianco-grigi di Ruzya, dritti e chiari come l’alba, e la sua
camminata rapida e impaziente. Ricordavo il tono allegro di Ester e il modo
buffo che aveva di pronunciare certe parole. Riconobbi anche il paese al
quale ero tornata, e quel fatto mi cambiò la vita. Era un paese che avevo
odiato per tutte le offese antisemite che sentii da bambina, per il
costante timore dei miei genitori che a me e a mio fratello venisse negato
un futuro in quanto ebrei….”

Ed è proprio l’antisemitismo che ha caratterizzato i regimi totalitari di
Hitler e Stalin, il mostro col quale Ester e Ruzya si dovranno confrontare
per tutta la loro vita: dai ghetti dell’Europa orientale dove, con la
feroce invasione hitleriana, prenderà avvio il progetto di sterminio del
popolo ebraico, al terrore staliniano che non risparmierà nessuno:
intellettuali, medici, scrittori e artisti. “Dopo la guerra, la paura si
fece più specifica. Il 13 gennaio del 1948, venne ucciso l’attore Solomon
Mikhoels: fu il segnale che la sua generazione di ebrei era diventata il
bersaglio principale di quella macchina punitiva. Alcuni pensano che tutto
ebbe inizio nel 1946, con gli attacchi sui giornali contro gli scrittori di
lingua yiddish le cui opere sembravano contenere “espressioni di
nazionalismo ebraico”.
Pur nella diversità del loro temperamento -  Ester sempre ribelle deciderà
di opporsi al regime sovietico esponendosi a gravi rischi personali, Ruzya
più incline al compromesso accetterà di diventare tenente nella polizia
segreta la NKVD -  la solidità della loro amicizia rimarrà un punto fermo
nelle loro vite, un’ancora che le aiuterà a superare le difficoltà legate
alla sopravvivenza, ai dolori e ai lutti, cementandosi ancor più con il
matrimonio di Sasa e Yolochka, dalla cui unione nascerà Maša.
Questo libro non è solo una straordinaria testimonianza sulla forza
dell’amore e della speranza e sulla tenacia di due donne, ma è anche
un’indimenticabile epopea femminile dove i ricordi personali dell’autrice
si mescolano alle biografie delle due nonne dando vita ad un racconto
coinvolgente e ricco di emozioni,  un’opera complessa e profondamente vera.

Giorgia Greco

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