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Famiglia Cristiana Rassegna Stampa
18.07.2006 Taciuta la realtà dell'aggressione a Israele
la sua risposta sembrerà incomprensibile e inaccettabile

Testata: Famiglia Cristiana
Data: 18 luglio 2006
Pagina: 14
Autore: Gugliemo Sasinini
Titolo: «Medioriente,tregua sempre più lontana»
A pagina 14 di Famiglia Cristiana del 16 luglio è pubblicato, nella sezione
“La bussola", un articolo di Guglielmo Sasinini intitolato “ Medioriente,
tregua sempre più lontana”.
Bisogna arrivare al termine dell’articolo, le ultime dieci righe, perché il
giornalista menzioni e, in maniera fuggevole, l’esistenza dei missili
Qassam! Quei missili che colpiscono da mesi le cittadine israeliane come
Sderot costringendo la popolazione civile ad una vita di terrore, impedendo
ai bimbi di giocare in giardino per timore di essere colpiti.
Dalla prima parte dell’articolo si evince che l’esercito israeliano, per
puro capriccio, “entra ed esce dai territori palestinesi”, “compie
operazioni contro i campi profughi”, “riprende il controllo della Striscia
di Gaza”.
La realtà è molto diversa; ancora una volta è Israele ad essere duramente
attaccato, con il rapimento e l’uccisione di soldati, con il lancio dei
missili Qassam.
E ancora una volta il settimanale cattolico privilegia un’informazione poco
obiettiva e filopalestinese.
Da ultimo, due immagini che valgono mille parole, con la didascalia che
recita:
“A sinistra il pianto dei parenti di un militante di Hamas ucciso; sotto un
carro armato israeliano nella Striscia di Gaza”.
Quando vedremo sul settimanale cattolico le immagini dello strazio dei
parenti dei soldati israeliani uccisi o dei bimbi costretti a vivere nei
rifugi?

Ecco il testo dell'articolo:


“Tsahal, l’esercito israeliano, continua a entrare e uscire dai territori
palestinesi, i caccia israeliani compiono incessanti operazioni contro i
campi profughi di Beit Lahiya, ogni notte entrano in azione i commandos.
Definire grave o gravissima la situazione nei Territori palestinesi è puro
eufemismo. Israele ha di fatto ripreso il controllo della Striscia di Gaza
e le milizie palestinesi, sia quelle di Hamas sia quelle di Fath, hanno
ritrovato una nuova unità nel nemico comune.

Il premier israeliano Ehud Olmert ha risposto all’offerta del cessate il
fuoco confermando che lo Stato ebraico non è pronto a concordare una
tregua, fino a quando il caporale Gilad Shalit non sarà liberato. Ma le
speranze che ciò possa avvenire si affievoliscono ogni giorno che passa.

I registi e gli artefici di questo sequestro, con molta probabilità, si
trovano infatti olontani da Gaza, più esattamente dalle parti di Damasco,
poiché il regime siriano appoggia sia gli hezbollah sia il regime di Hamas.
Alleanze pericolose che allargano lo scenario a ripercussioni ancora più
spaventose. Con l’operazione “Pioggia d’estate” Israele vuole ottenere più
obiettivi, vuole far cessare la pioggia di missili Qassam che cadono sulle
sue città ma, soprattutto, vuole cambiare le regole del gioco imposto dai
dirigenti di Hamas.

Una coalizione governativa palestinese troppo ingombrante e troppo vicina
alle posizioni del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il quale non
perde occasione per definire la presenza dello Stato ebraico come la “più
grave minaccia” per il Medio Oriente.

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