Un volto asciutto dalla carnagione olivastra che tradisce la sua origine egiziana, gli occhi intelligenti e saggi che scrutano il pubblico venuto ad ascoltarlo, le guardie del corpo, che proteggono la sua vita da quando gli estremisti islamici l’hanno condannato a morte, lo circondano con discrezione: Magdi Allam, Vice Direttore del Corriere della Sera, è a Bologna, ospite dell’Ascom, per presentare il suo ultimo libro “Io amo l’Italia. Ma gli italiani la amano?” pubblicato in questi giorni da Mondadori.
Una leggera brezza soffia ai Giardini Margherita attenuando il caldo intenso della giornata, Magdi Allam si avvicina al palco accolto da un calorosissimo applauso mentre le dolci note del pianoforte sfumano poco a poco.
Molti i temi che affronta: l’identità italiana, il terrorismo, i clandestini, la necessità dell’integrazione degli immigrati. Ma qual è la differenza fra “Io amo l’Italia” e il libro pubblicato l’anno scorso, “Vincere la paura”? “Questo nuovo libro” – dice Magdi Allam nasce da una mia preoccupazione, un mio rammarico nel momento in cui ho percepito che l’Italia così come l’ho interiorizzata da quando è diventata per me una scelta di vita, patria di valori e ideali, non corrisponde più alla realtà esteriore come si manifesta oggi. Ho ritenuto doveroso pormi e porre a voi delle domande. Quel punto interrogativo “Ma gli italiani la amano” attesta la mia richiesta di confronto su alcune tematiche fondamentali, legate al senso dello Stato, o meglio, che implicano l’assenza del senso dello Stato, l’assenza di una cultura dell’interesse nazionale, del bene comune senza i quali oggi l’Italia si trova inadeguata a fronteggiare le grandi sfide della globalizzazione legate all’economia, alla sicurezza e alla capacità di contrastare il terrorismo internazionale. Ed è ancora sull’identità nazionale, una parola che fino a qualche tempo fa era quasi un tabù, che Magdi Allam si sofferma richiamando le parole del Presidente della Repubblica Napolitano all’indomani della vittoria della squadra italiana ai mondiali: “ “Penso che l’Italia abbia riconquistato il senso dell’identità nazionale che è fondamentale per tenere in piedi questo paese che ha tanti problemi”. Sulla mancanza di radici cristiane che si avverte in Europa, Magdi Allam non ha dubbi. “Bisogna riconciliarsi con sé stessi – afferma- e per far questo è necessario riappropriarsi delle proprie radici religiose, spirituali, ideali individuando un traguardo che corrisponde alla realizzazione dell’autentico interesse degli italiani. Oggi il quadro è molto confuso e preoccupante – continua – sia in seno alla classe politica, sia nei rapporti tra politica e magistratura come pure all’interno della realtà dell’economia e della finanza. E’ uno scenario dove mancano dei riferimenti sul piano etico in primo luogo e da ciò scaturisce la necessità di una corretta informazione che consenta di conoscere correttamente quali sono le realtà con le quali ci confrontiamo. Spesso la difficoltà iniziale è legata ad un’opera di mistificazione della realtà di cui siamo vittime e che ci rende incapaci di assumere degli atteggiamenti eticamente responsabili, senza i quali l’azione diventa fuorviante se non addirittura controproducente”. Sulla vicenda di Abu Omar, l’apologeta del terrore che operava nella moschea milanese di Viale Jenner, Magdi Allam ha una posizione netta: “ Non è immaginabile che l’azione di contrasto del terrorismo possa arrivare al risultato paradossale in cui si rischia di decapitare il vertice dell’istituzione preposta in Italia all’opera di contrasto del terrorismo,mentre i terroristi vengono nobilitati come parte lesa e avanzano richieste di risarcimento per milioni di euro. Il terrorismo colpisce ovunque nel mondo e l’occidente non ne è immune. Non possiamo valutare i singoli eventi decontestualizzandoli dalla realtà. Innanzitutto bisogna assumere dei provvedimenti che servano a salvaguardare la vita e la sicurezza di tutti i cittadini e, successivamente, se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma non possiamo proseguire con questo gioco al massacro: il risultato sarà il suicidio collettivo.”
Nel libro, Magdi Allam non risparmia le sue critiche a Pisanu, l’ex Ministro dell’Interno. La proposta che aveva lanciato all’interno dello schieramento del centro destra di dar vita ad un Ministero dell’Integrazione, identità nazionale e cittadinanza, non è stata recepita per il veto di Pisanu. La sua critica manifestatasi in maniera accesa sulle pagine del Corriere della Sera nasce dalla decisione di Pisanu di includere, all’interno della Consulta per l’Islam italiano, il presidente dell’UCOII un’ organizzazione, sul piano ideologico, vicina ai Fratelli musulmani, movimento quest’ultimo che tende alla conquista del potere e all’applicazione delle legge islamica. “L’ho criticato – spiega il Vice Direttore del Corriere della Sera – perché ritengo che non si possa, a livello politico legittimare, spalancandole le porte del potere, un’organizzazione che inneggia al terrorismo suicida palestinese nei confronti degli israeliani, al terrorismo in Iraq, e disconosce il diritto di Israele all’esistenza. Abitualmente si tende a considerare il fenomeno del terrorismo appiattendoci sull’attività dei burattini del terrore, quelli che si fanno esplodere. La realtà è che il terrorismo esiste solo se ci sono i burattinai del terrore: sono loro quelli che promuovono il terrorismo strumentalizzando i burattini. Si parte dalla predicazione violenta, per lo più nelle moschee dove si legittima e si esulta per i terroristi suicidi, si passa alla fase dell’indottrinamento alla fede nel martirio, poi all’arruolamento nei gruppi islamici fino ad arrivare all’attuazione dell’attentato terroristico vero e proprio. La mia contestazione alla scelta di Pisanu – continua Magdi Allam – è legata alla sottovalutazione di questa fase iniziale del processo che poi sfocia nell’attentato terroristico. In un contesto in cui la gran parte delle moschee è in mano agli integralisti e agli estremisti islamici è indispensabile bonificare queste moschee, riscattarle dai predicatori di odio. L’atteggiamento di Pisanu, invece, è quello di cercare di calmare le acque e impedire che si crei un clima di tensione: rinviare il problema anziché affrontarlo e risolverlo alla radice. Credo invece che in una situazione di emergenza legata al terrorismo internazionale di matrice islamica dobbiamo avere la capacità, la lucidità e la volontà di arrivare alla radice del problema per cercare di risolverlo perché, questo, corrisponde all’interesse non solo degli italiani ma anche di quei musulmani che vogliono andare in moschea per pregare e non per subire un lavaggio del cervello”.
A questo punto colpisce la determinazione e la forza del giornalista che, dinanzi alla domanda “Ma chi te lo fa fare?”, risponde senza esitazioni: “ Considero in primo luogo un dovere etico affermare una verità che consenta di fare chiarezza sulla nostra realtà e di darci degli strumenti, etici e politici, in grado di porre fine a questa follia legata all’estremismo e al terrorismo islamico. Sono anche consapevole che questo terrorismo non è di natura reattiva bensì aggressiva; il terrorismo colpisce indiscriminatamente e infierisce maggiormente nei confronti di quelli che appaiono e si comportano da pavidi. Bisogna invece avere la forza e il coraggio di affermare la propria verità e di proseguire quell’impegno etico, quell’azione di contrasto non solo di natura militare, ove necessario, ma anche di natura politica con riforme della religione, dell’insegnamento scolastico, ecc. Pervenire quindi ad un contesto dove la cultura della vita prevalga su quella della morte, dove la dignità della persona prevalga su un individualismo che ha finito per umiliare e oltraggiare la persona al punto di immaginare che il suicidio/omicidio rappresenti un livello supremo di spiritualità. La mia dunque è una scelta di vita che, sono certo, corrisponde all’autentico interesse della maggioranza degli italiani e dei musulmani che hanno a cuore il valore della vita e della libertà”
Magdi Allam ribadisce anche il dovere per gli immigrati di integrarsi, un’integrazione che passa da una adeguata conoscenza della lingua e della cultura del Paese di accoglienza, nonché dalla condivisione di alcuni valori fondanti della società nazionale perché senza questi ingredienti si arriva allo scollamento tra gli immigrati e la popolazione autoctona e alla schizofrenia identitaria.
Sul futuro del nostro paese Magdi Allam è fiducioso; una fiducia che cresce ogni giorno di più quando incontra gli italiani e si confronta con loro. Propone la nascita di un movimento per la vita e la libertà, percepito come un’aggregazione di tutte quelle persone per bene che, prescindendo dalla propria fede, dalla propria etnia e cittadinanza, credano nella condivisione dei valori fondanti della nostra umanità e possano creare insieme una piattaforma per una comune civiltà dell’uomo dove prevalga la cultura della vita, della libertà e della dignità della persona, in ogni parte del mondo.
“Ritengo – conclude Magdi Allam – che stiamo attraversando una fase di travaglio il cui risultato tuttavia sarà positivo”.