martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
12.07.2006 L'isolamento di Hamas nel mondo arabo e quello di Abu Mazen tra i palestinesi
analisi sulla crisi di Gaza

Testata: Il Foglio
Data: 12 luglio 2006
Pagina: 2
Autore: la redazione
Titolo: «Perché i regimi arabi non frenano la guerra totale tra Israele e Hamas»
Da pagina 2 dell'inserto del FOGLIO del 12 luglio 2006:

Tunisi. Il mondo arabo-musulmano non sembra essere troppo preoccupato di un’eventuale escalation militare tra Israele e Hamas. Ai regimi della regione, a parte Siria e Iran, non dispiacerebbe infatti vedere indebolito il movimento islamico palestinese, lasciando il lavoro “sporco” a Israele. Ismail Haniye, premier palestinese, non pare però intenzionato a iniziare negoziati con Israele. In un suo articolo sul Washington Post ha proposto allo stato ebraico di accettare il ritorno dei rifugiati, sapendo che ciò significherebbe due stati per un solo popolo. “I paesi arabi si sono allineati contro Hamas – dice al Foglio Abd al Sattar Qassam, docente di scienze politiche all’università al Najah ed ex candidato presidenziale vicino al gruppo armato – I regimi della regione preferiscono, infatti, cooperare con Israele e gli Stati Uniti in questo momento di crisi e propongono a Hamas compromessi inaccettabili”. Qassam sostiene, inoltre, che il rais dell’Anp, Abu Mazen, ha abbracciato la stessa politica. “Non è affatto il presidente dei palestinesi – dice l’ex candidato presidenziale – Lui preferisce essere il pupazzo degli israeliani e della Casa Bianca. Sta perdendo la stima della sua popolazione e se oggi ci dovessero essere nuovamente le elezioni, senza alcun dubbio perderebbe clamorosamente”. Di posizione opposta è Nabil Amr, ex ministro dell’Informazione, che diplomaticamente sottolinea al Foglio il ruolo di mediatore di Abu Mazen. “In questo momento, il presidente è partito per un meeting d’urgenza in Giordania – dice al Foglio Amr – Sta cercando di trovare un compromesso con Israele per evitare un deterioramento della soluzione, per liberare il giovane soldato e per salvare i negoziati”. Amr, però, sembra essere anche lui insoddisfatto del ruolo poco attivo dei paesi mediorientali nella crisi. “Come sempre, quando si tratta di mondo arabo non c’è alcun appoggio per i palestinesi – sostiene Amr, amareggiato – I governi mediorientali parlano di solidarietà e di empatia nei nostri confronti, ma le loro emozioni non sono efficaci per risolvere l’attuale situazione politica”. La posizione di Amr – specchio di ciò che è rimasto di Fatah – enfatizza, però, la volontà e la speranza di trovare al più presto un accordo con Israele. L’ex ministro palestinese vuole infatti scongiurare la continuazione di attacchi frontali tra Hamas e Israele, come sotto sotto sperano i regimi della regione. Sulle pagine del quotidiano arabo con base a Londra, Asharq al Awsat, Abdul Rahman al Rashed, editorialista saudita e direttore dell’emittente al Arabiya, scrive infatti che nessuno ha il diritto di “chiedere ai governi arabi di salvare Hamas”. “Il movimento islamico non ha ascoltato le nostre decisioni e i nostri consigli – sostiene Rashed – Coloro che sono coinvolti in questa battaglia viziosa e hanno portato i palestinesi alla crisi devono pertanto prendersi la loro responsabilità”. “I governi della regione, con piccole eccezioni, sono contro Hamas – dice al Foglio Yigal Carmon, presidente dell’istituto Memri ed ex consigliere per l’antiterrorismo dell’ex premier israeliano, Yitzak Rabin – L’Arabia Saudita vede il movimento islamista come un alleato dell’Iran, suo nemico. L’Egitto e la Giordania combattono in casa propria i Fratelli musulmani, organizzazione madre di Hamas, e i vari gruppi fondamentalisti, così come la Tunisia, il Marocco e l’Iraq”. Carmon, però, non crede che Abu Mazen voglia un’escalation degli attacchi israeliani contro il gruppo armato, nonostante il rais sia contrario alla politica di Hamas e a tutto “ciò che il movimento rappresenta”. “Abu Mazen è in una posizione delicata – spiega Carmon – Il presidente palestinese vorrebbe combattere Hamas, se non ci fossero incursioni israeliane a Gaza. Ma in una situazione in cui il popolo palestinese chiama all’unità nazionale contro lo stato ebraico, Abu Mazen non può permettersi di dichiarare anche lui guerra al movimento islamista, rischiando di essere etichettato come un collaboratore d’Israele”. Hafez Barghouti, direttore del quotidiano palestinese, al Hayat al Jadida, in un suo recente editoriale ha infatti scritto che questo è il momento non di combattere uno contro gli altri – come succedeva fino a poche settimane fa nei Territori – ma di coalizzare le fazioni contro il “nemico israeliano”. “Se lo stato ebraico intensifica gli attacchi – dice Carmon – Abu Mazen rimarrà neutrale, perché non fa parte della sua politica l’utilizzo della violenza e il lancio di missili Qassam”. Per Carmon, in caso di scontro frontale tra le due controparti – una volta che lo stato ebraico avrà eliminato i principali leader del movimento armato – nei Territori rimarranno alcuni rappresentanti innocui di Hamas, che saranno esaltati dalla popolazione per averli difesi contro Israele. “I palestinesi, pertanto, nella loro battaglia considerata per la propria sopravvivenza – spiega Carmon – non potranno assolutamente elogiare la neutralità di Abu Mazen”. Per questo motivo – dice Carmon, concordando con Amr – il presidente palestinese non vuole un’escalation militare: teme di perdere e di far perdere alla sua Olp consenso e peso nell’Anp.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Foglio

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT