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La Stampa-Il Manifesto-Corriere della Sera-L'Unità-Il Sole 24Ore- Rassegna Stampa
09.07.2006 Rassegna stampa domenicale
critiche,riflessioni e un consiglio

Testata:La Stampa-Il Manifesto-Corriere della Sera-L'Unità-Il Sole 24Ore-
Autore: Spinelli-Baquis-Michele Giorgio-Stefano Chiarini-Davide Frattini-Roberto Bongiorni-Furio Colombo
Titolo: «Israele,Gaza,Hamas,Ahmadinejad ecc.ecc.»

Rassegna stampa domenicale ad uso dei lettori di IC. con la dispensa, ma solo per oggi, di inviare e-mail ai giornali...

Cominciamo con la notizia della distruzione di una casa a Gaza, nel quartiere Sajiya, dove sono morte una madre e suoi due figli. L'esercito israeliano ha respinto ogni responsabilità. La casa infatti è stata distrutta da una esplosione, che potrebbe essere stata provocata dall'interno, cosa tutt'altro che inusuale far i terroristi palestinesi. Lo riportano con correttezza IL SOLE 24ORE, in un servizio di Roberto Bongiorni, e il CORRIERE della SERA,con Davide Frattini che fa notare come la notizia della responsabilità israeliana venga solo da fonti palestinesi. Non fa altrettanto Aldo Baquis sulla STAMPA, che scrive dell'accaduto, citando il fatto senza però specificare che la fonte è solo quella palestinese, omettendo la smentita israeliana.

Molti quotidiani riprendono l'opinione del NEW YORK TIMES, secondo il quale il soldato Ghilad Shavit sarebbe stato sequestrato da Al Qaeda. Non sospettabile di simpatie israeliane, l'autorevole NYT conferma quello che tanti avevano già sostenuto. I legami tra il terrorismo palestinese, non solo il governo Hamas, con Bin Laden. Se Al Qaeda è alleato di Hamas, contro chi diremo che combatte Israele ? ancora contro i " resistenti palestinesi " ?

Sulla STAMPA Barbara Spinelli, che ha il dono di rifilare prediche domenicali di una lunghezza al di là di ogni sopportabilità umana ( e questo è l'unico aspetto che ce la rende simpatica), scrive oggi che al nemico va data credibilità e responsabilità, per indurlo così a cambiare atteggiamento. Una tesi degna di San Francesco d'Assisi, ma che dubitiamo serva per un nemico che si è messo in testa di ucciderci. Una tesi buona per uno (sterminato) editoriale e nulla più.

Nulla di nuovo sul MANIFESTO, dove da Gerusalemme Michele Giorgio vede in questi termini la situazione: 1) Israele respinge l'offerta di tregua di Hamas, 2) Israele invade con i tank Gaza city e uccide una donna con i suoi due figli, 3) Israele impedisce agli osservatori UE di andare a Rafah. Chi legge deve convincersi che il terrorismo è una bieca invenzione dei sionisti, i Kassam non esitono, di Ghilad Shavit chissenefrega, insomma il solito armamentario. A completamento un servizio da Damasco di Stefano Chiarini che offre il microfono ala ministra siriana Shaaban, che dichiara " Israele vuole le terre, non una pace giusta". Dice anche molto altro, anche qui il mostro è Israele, la Siria uno stato pacifico, la solita musichetta che tanto piace ai lettori del giornale comunista.

In ultimo, ma non meno importante, l'editoriale di Furio Colombo sull' UNITA'. Colombo sta percorrendo l'antica strada di amico d'Israele, un percorso abbandonato quando diresse l'Unità. Allora le buone ragioni di Israele venivano quotidianamente ignorate dal quotidiano DS, cosa che peraltro continua a fare anche oggi, con la differenza che Colombo non è più direttore ma autorevole editorialista. Sotto il titolo "Dal lontano Medio Oriente" Colombo esprime molti concetti condivisibili, peccato che fra i DS ben pochi ne facciano tesoro. Forse non leggono il noioso giornale del loro partito, ma Colombo lì scrive e lì possono leggerlo. Dicevamo concetti condivisibili, uno in particolare, che più di un'opinione è quasi un invito. Colombo si rammarica che in Europa non ci sia un Jesse Jackson -che andò in Iraq a liberare due soldati americani durante la prima guerra del golfo- che parta per Gaza e liberi il soldato israeliano. Il suo è quasi un appello. E noi lo raccogliamo volentieri. Che ne dice Colombo, vogliamo rivolgere l'invito al nostro ministro degli esteri ? un bel viaggetto a Gaza, una accoglienza trionfale, viste le posizioni ancora riconfermate pochi giorni fa, una richiesta avvolta in carta umanitaria e il gioco è fatto. D'Alema, senza correre alcun rischio, se ne torna a casa con un bel bottino. Avrà comunque la gratitudine di Israele per aver riportato il caporale Ghilad e potrà dire agli ebrei italiani che non è quell'antisraele come lo dipingono. Certo, il viaggo va organizzato, ma l'agenzia di viaggi Craxi-Intini è lì pronta ad agire. Ci risulta che verso il mondo arabo applichi pure tariffe di favore. Allora, che fa Colombo ? gliela fa a D'Alema la propostina ?




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