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L'ipocrisia di essere, ancora, "semplicemente antisionisti" 07/07/2006

Una pioggia di missili provenienti da Gaza continua incessante, da quando la città è stata ceduta; eppure questo non ha chiuso le bocche della nutrita schiera anti israeliana.

Perché?

L’odio nei confronti di Israele si stempera in una fredda indifferenza da parte dei molti che non hanno –o dicono di non avere- pregiudiziali ideologiche. Si tratta di un’indifferenza anomala, soprattutto in tempi come questi, tempi grondanti di retorica, in cui le folle si accendono di compassione per disgrazie di popoli di cui fino al giorno prima neppure conoscevano l’esistenza. Ci si scalda subito il cuore, anche se si dimentica in fretta. Eppure per Israele il cuore delle folle non si scalda mai; ed io continuo a volerne capire il perché. Forse in parte per la ritrosia tutta israeliana alla retorica del proprio dolore; ma purtroppo non solo. Ai grandi fantasmi dell’Occidente, al capitalismo cui si contrappone la vergognosa povertà del sud del mondo, al colonialismo che ha sterminato o ridotto in miseria le popolazioni native, si aggiunge ora il terrorismo islamico, cui non si riesce bene a trovare una ragione. Si cerca dunque di trovarne per lo meno un colpevole.

Perfino chi non ha ostilità preconcetta verso lo Stato Ebraico pare ritenere che “se Israele concedesse ai Palestinesi quello che vogliono noi non avremmo più nessuna scocciatura da parte del mondo islamico”. Illusi! D’altronde è troppo impegnativo cercar di capire i movimenti di pensiero che stanno scuotendo il mondo arabo, rinvigorendone la componente più estremista; e quando il saggio indica la luna lo stolto vede il dito.

Nell’immaginario collettivo della moltitudine dei suoi detrattori Israele rappresenta  il capitalismo occulto ed il colonialismo; ossia il perfetto capro espiatorio delle colpe dell’Occidente (Detto per inciso: ritengo inutile in questa sede ricordare che Israele ha comprato le sue terre, che queste non valevano nulla e che non le ha comprate non con perline di vetro; ma in altre sedi inutile non è). Da sempre il capro espiatorio partecipa ad una determinata società senza appartenerne a pieno titolo; così è la cittadinanza di Israele nell’Occidente, dal momento che ne fa parte ma non del tutto.

E in quel “non del tutto” sta proprio la sua ragione di esistere.

Ed è sempre in quel “non del tutto” che si cela il pregiudizio occulto contro Israele; in fondo se gli ebrei non fossero così ostinatamente ebrei, di quello stato di ebrei avrebbero anche potuto fare a meno.  Si ritiene che, a torto o a ragione, questo stato porti solo problemi al mondo intero, e tutto per un “puntiglio” di pochi.

Ecco, il problema principale penso proprio che sia questo: non capendo e non condividendo la motivazione di Israele all’esistenza, implicitamente, inconsciamente, non glie se ne riconosce nemmeno il diritto.

 Diversamente da quanto accade nei confronti di tutte le altre popolazioni, all’ebreo è quasi universalmente perdonata l’ appartenenza genetica al suo popolo, ma non la sua personale affermazione di identità culturale e religiosa. A chi dissente su questo punto, consiglierei di camminare nel centro storico di una città italiana, per trecento metri, con la kippàh. Solo trecento metri con la kippàh, per sentire delle piccole punte di paura nelle ginocchia e per vedere invece, per le strade, i sikh con i loro turbanti colorati e i crocchi di musulmani conversare  rumorosamente come se fossero nel cortile delle loro case, come è giusto che sia. Al passaggio di un uomo con la kipppàh alcuni crocchi prima rumorosi improvvisamente tacciono e si limitano a guardare con occhi fissi, carichi di odio; come forse non si limiterebbero a fare nei cortili delle loro case… Gli italiani invece in genere non se ne accorgono; perlomeno dove non c’è una comunità ebraica agli ebrei si sono disabituati e neppure li vedono; qualcuno si gira e indica col dito.  E qualcuno sicuramente pensa “Questi ebrei… Forse se non fossero stati così ostinatamente ebrei non sarebbero neanche morti così in tanti.”

A questo punto non mi trattengo dal rammentare ciò che Martin Luther King disse riguardo l’antisionismo “ Tu dichiari, amico mio, di non odiare gli ebrei, di essere semplicemente, antisionista. E io dico, lascia che la verità risuoni alta dalle montagne, lascia che echeggi attraverso le valli della verde terra di Dio: quando qualcuno attacca il sionismo, intende gli ebrei, questa è la verità di Dio”.

Eva Bettinzoli


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