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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.07.2006 Il fallimento di Tony Blair nella lotta al terrorismo
un editoriale di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 luglio 2006
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Buonismo di Tony Blair»

Dal CORRIERE della SERA del 7 luglio 2006:

Aveva predicato da statista ma si è comportato da politicante. Aveva promesso di sradicare il terrorismo ma ha finito per allearsi con gli ideologi in doppiopetto del terrore, nell'illusione di poter preservare la Gran Bretagna da nuovi attentati. Si riassume così il sostanziale fallimento di Tony Blair a un anno dall'esplosione di quattro terroristi suicidi britannici nel centro di Londra.
La conferma è che la «fabbrica dei kamikaze», la catena di montaggio che trasforma delle persone in robot della morte, è oggi ancor più solida e pericolosa. Secondo l'MI5, il servizio segreto di Sua Maestà, sono 8 mila i musulmani britannici che sostengono Al Qaeda. Ma secondo un sondaggio pubblicato dal Times il 4 luglio, sono ben 112 mila, pari al 7% del milione e 600 mila musulmani britannici, coloro che ritengono «giustificabile» compiere degli attentati contro i civili. Addirittura secondo un sondaggio del «Pew global attitudes project» del 22 giugno, il 24%, 384 mila persone, legittimano gli attentati terroristici suicidi contro i civili «per difendere l'Islam». Così come per il sondaggio del Times il 13%, 208 mila persone, considera «martiri» i quattro kamikaze del 7 luglio. Negli scorsi mesi il 40%, 640 mila persone, ha chiesto l'applicazione della sharia, la legge islamica, quale sistema giuridico di riferimento per i musulmani in Gran Bretagna. Percependo se stessi come una entità teocratica separata e in conflitto con il resto della Gran Bretagna.
Il fallimento di Blair si misura nella sua incapacità a incidere nella realtà ideologica che alimenta la «fabbrica dei kamikaze». E che a sua volta si nutre della schizofrenia identitaria che, un anno fa, aveva fatto sostenere, all'88% dei musulmani britannici di non considerarsi primariamente britannici, bensì islamici. Il caso britannico illustra bene il fatto che se ci sono dei kamikaze, essi costituiscono soltanto la punta dell'iceberg di una realtà strutturale sommersa, che è la vera radice del male. Ebbene all'indomani del 7 luglio Blair era sembrato aver colto lucidamente questa realtà ed era sembrato fermamente intenzionato ad andare fino in fondo per scardinare le fondamenta ideologiche del terrorismo. Lo si era percepito quando disse che «le regole sono cambiate», che l'apologia di terrorismo sarebbe stata sanzionata come reato penale e avrebbe cessato di essere tollerata come libertà di espressione. Che i predicatori d'odio sarebbero stati espulsi e privati della cittadinanza britannica. Che tutti coloro che scelgono di vivere in Gran Bretagna «devono integrarsi», facendo propri i valori comuni alla società britannica. Certamente qualcosa è stato fatto. Ma limitatamente all'azione di contrasto dell'attività dei militanti in superficie, cioè il livello della punta dell'iceberg. Ma Blair non ha avuto il coraggio e la determinazione a confrontarsi con la realtà sommersa della «fabbrica del terrore».
Ha piuttosto cercato un accomodamento per calmare le acque. L'errore più grosso Blair l'ha certamente commesso alleandosi con il movimento dei Fratelli Musulmani, che compete con i jihadisti di Bin Laden nel monopolio del potere islamico, mostrandosi flessibile nel rispetto formale delle leggi dello Stato e del gioco della democrazia. L'ha fatto includendo Tariq Ramadan, l'ideologo dei Fratelli Musulmani in Europa, in una speciale task force incaricata di dare suggerimenti su come «fermare la tendenza alla violenza dei musulmani britannici». Ignorando e finendo per legittimare le sue posizioni decisamente ostili al diritto di Israele all'esistenza e favorevoli ai terroristi suicidi che mietono vittime tra gli israeliani o gli occidentali in Iraq. Una strategia miope perseguita anche nei territori palestinesi e in Egitto dove, d'intesa con l'Unione Europea e gli Stati Uniti, si è di fatto imposto l'avvento al potere di Hamas e dei Fratelli Musulmani. Peccato che i consiglieri di Blair non gli abbiano detto che sono proprio questi ultimi i grandi burattinai della cultura dell'odio e della violenza che ha fatto esplodere il terrorismo islamico nel mondo. La conclusione è che a un anno di distanza la Gran Bretagna ha fatto dei passi all'indietro, anziché progredire, nella lotta al terrorismo.

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