Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
"Equivicinanza", come volevasi dimostrare, significa condannare Israele le ultime dichiarazioni del ministro D'Alema lo confermano
Testata: Corriere della Sera Data: 07 luglio 2006 Pagina: 9 Autore: Paolo Salom Titolo: «D'Alema condanna: «Forza sproporzionata per salvare un ostaggio»»
Il ministro degli Esteri italiano D'Alema dovrebbe ricordare che un governo ha il dovere di proteggere la vita e la sicurezza dei soui cittadini, soldati inclusi. Le azioni che compie a questo fine devono essere efficaci, non "proporzionate". Dovrebbe ricordare che in gioco, nell'attuale crisi di Gaza, non c'è comunque solo la vita di Ghilad Shalit. Nell'attacco durante il quale quest'ultimo è stato rapito due altri soldati sono morti. In seguito a un altro rapimento, in Cisgiordania, un altro ragazzo di 18 anni è stato ucciso. I sequestri, senza adeguata rispoosta, potrebbero divenire una prassi. vi è poi il costante lancio di razzi kassam. Che è già una prassi e, dato che il governo Olmert prevede un ritiro dalla Cisgiordania, potrebbe anche preludere a una altra: quella di fare di ogni pezzo di territorio dal quale Israele si ritira la base di attacchi terroristici entro i suoi confini. D'Alema però, condannando l'azione israeliana a Gaza, non ha ricordato nulla di tutto questo. L'"equivicinanza", come già sapevamo, esclude in realtà ogni considerazione delle ragioni di Israele
Ecco il testo della cronaca del CORRIERE della SERA:
Non si può pensare che per questo motivo ci si imbarchi in un'operazione che porta all'uccisione di decine di persone D'Alema condanna con parole inequivocabili l'azione israeliana nella Striscia. «L'uso della forza in questo modo è sproporzionato», dice il vicepremier e ministro degli Esteri durante una pubblica intervista alla Festa dell'Unità, in corso a Roma. Per D'Alema la reazione di Israele al rapimento del caporale dell'esercito Gilad Shalit, insomma, va troppo in là. «Non si può pensare che per salvare un ostaggio — aggiunge — ci si imbarchi in una operazione che porta all'uccisione di decine di persone». Una posizione filopalestinese? «Noi ci sentiamo egualmente amici del popolo palestinese e del popolo israeliano — scandisce D'Alema — non vogliamo essere tifosi degli uni o degli altri». Ecco dunque che, precisa il ministro degli Esteri, occorre «ritrovare un equilibrio». «Forse in passato siamo stati troppo filopalestinesi ma ora - aggiunge - c'è un problema opposto». Il ministro allarga il discorso e affronta un tema spinoso, gli assassini mirati, più volte condannati dall'Unione europea (ma non dagli Stati Uniti): «Siamo contro la pena di morte figuriamoci se è accettabile una pena di morte extragiudiziaria». Il titolare della Farnesina ha ricordato anche di aver avuto una «discussione vivace» in sede di G8, a Mosca, con la collega americana Condoleezza Rice che non riteneva di dover inserire nel documento finale del vertice un riferimento alla reazione militare dello Stato ebraico nei Territori. L'Unione europea, è opinione di D'Alema, non si può schierare in questa situazione. È quindi necessario mantenere un atteggiamento di «equivicinanza» dalle parti. In un'intervista al Corriere, ieri, D'Alema aveva ammesso che «equivicinanza è una brutta parola... Il concetto è più alto: essere ugualmente amici del popolo palestinese e di quello israeliano». D'altro canto, ha sottolineato D'Alema, «questa è la posizione europea, prima ancora che del nostro Paese e mia». E Hamas? Il vicepremier ha espresso preoccupazione per l'atteggiamento del governo palestinese di Hamas, che non ha risposto positivamente alle richieste della Comunità internazionale per la rinuncia alla violenza, il riconoscimento del diritto all'esistenza di Israele e il rispetto degli accordi sottoscritti dalle precedenti leadership dell'Autorità palestinese con Israele: «Abbiamo adottato una posizione molto ferma nei confronti del governo palestinese, ponendo delle condizioni e ritenendo che ci debba essere un'esplicita rinuncia alla violenza».
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