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La Stampa Rassegna Stampa
07.07.2006 Un reportage da Gaza di Fiamma Nirenstein
ottimo, ma con un titolo scorretto

Testata: La Stampa
Data: 07 luglio 2006
Pagina: 8
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «I miliziani di Hamas contro i carri israeliani»
Un ottimo reportage di Fiamma Nirenstein, pubblicato dalla STAMPA del 7 luglio 2006, con un titolo scorrettoceh da un lato presenta lo scontro tra "miliziani" e i carri armati israeliani come un'impari resistenza da parte dei terroristi palestinesi (che sono gli aggressori),  dall'altro enfatizza le minacce di Hamas a Israele, mentre nell'articolo si legge di un'operazione che sta conseguendo i suoi obiettivi.

Ecco il testo:


SANGUE, fumo, scoppi, armi e uomini armati in un rapidissimo turnover come se uscissero dalla terra stessa: vera guerra sul campo fra israeliani a palestinesi. Questo è quello che si è visto ieri nel sud e nel nord della striscia di Gaza. E’ stato come se all’improvviso tutta la tensione accumulatasi in questi dieci giorni di escalation in cui i kassam hanno raggiunto Ashkelon, Israele ha cercato freneticamente di liberare il soldato Gilad Shavit e ha arrestato anche membri del governo di Hamas, esplodessero ieri tutto a un tratto. All’alba la scena era quieta e spettrale: i carri armati si sono fatti largo fra le rovine degli insediamenti sgomberati fra le pietre mangiate dalla salsedine, di fronte al mare blu sulla sabbia bianca, fra i cespugli. Le ruspe hanno cominciato a spostare quelle rovine che potevano costituire un nido per i lanciamissili. Poi, ecco che arrivano cecchini e militanti palestinesi armati e mascherati: l’ordine pare sia provenuto direttamente da Hamas che cerca di mandare tutti gli uomini, anche quelli di Fatah, sulla linea del fronte. E’ la che mentre avanzano le unità dei «Givati» e dei «Golani», il soldato Yehuda Basel 20 anni, viene colpito da uno sparo alla testa. Gli infermieri tentano l’impossibile, elicotteri, ambulanze, grande fuoco di artiglieria di copertura, mentre Yehuda viene portato via ormai morente.
La battaglia vera scoppia poco più in là presso il villaggio di Beit Lahya, e si espande verso Beit Hanun e fino alla periferia di Khan Yunes, più a sud. Fuori, in campo aperto, fuoco per impedire che sopraggiungano altri uomini armati. Ma fra i cespugli bassi e le palme, armati e mascherati arrivano a difendere le loro posizioni gli armati palestinesi. Lungo una larga strada bianca di Beit Lahya il centro dell’azione: la gente è terrorizzata, ai carri armati che entrano rispondono gli spari e missili antitank; dalle porte, dalle finestre uomini armati e spesso bardati con la maschera nera e con le insegne islamiche verde brillante di Hamas sparano con Kalashnikov ma anche con lanciagranate sui carri armati. Da una parte, 8 terroristi vengono colpiti tutti insieme mentre trasportano missili, altri militanti invece vengono uccisi o feriti, e anche dei passanti vengono colpiti. I feriti, fra la disperazione delle donne e mentre i ragazzi più grandi corrono su e giù nel caos lungo le strade, vengono trasportati all’ospedale. I morti, a velocità supersonica vengono messi in leggere casse di legno compensato e seppelliti, cortei che sparano e urlano corrono verso i cimiteri mentre i soldati avanzano, nel cielo c’è di tutto, elicotteri, aerei senza piloti...Una volta seppelliti i propri compagni di lotta o i propri parenti, di nuovo gli uomini prendono velocissimi le armi, trovano il tempo di precipitarsi di fronte ai giornalisti e il portavoce dichiara «Diciamo agli israeliani che non usciranno vivi dalla palude dei martiri». Gli uomini corrono gridando e buttano in macchina i feriti per portarli all’ospedale, senza aspettare l’ambulanza con la luna verde. All’ospedale vicino a Beit Lahya arriva anche in visita il premier Haniyeh, aumentando la confusione.
Il caldo come sempre tortura Gaza, verso sera il generale Yohav Gallant dice che le cose stanno andando come devono andare, che gruppi di terroristi sono stati fermati o uccisi, che l’esercito spera che l’azione duri il meno possibile, che non si tratta di una rioccupazione. La battaglia seguita alle sue spalle, si alza una grande nuvola di fumo che proviene da una esplosione. Gli uomini armati fra i palestinesi spuntano a ogni istante, la quantità di armi che appare è varia stupefacente, fra la popolazione lo shock e la disperazione fa correre una vecchia donna avanti e indietro in preda a un tremore incontenibile. Morte, sangue, e i kassam seguitano a sparare. Da qualche parte nel sud, dove l’esercito agisce, è stato nascosto dai rapitori il soldato Gilad Shavit. Davvero, questa nuova guerra, che non si sa quando finirà.

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