Hamas e Israele per noi pari sono un editoriale del quotidiano della Confindustria
Testata: Il Sole 24 Ore Data: 30 giugno 2006 Pagina: 8 Autore: la redazione Titolo: «Se vince solo il radicalismo»
Equivalenza tra l'aggressione terroristica di Hamas contro Israele la risposta isrealiana nell'editoriale del SOLE 24ORE "Se vince solo il radicalismo", pubblicato pagina 8. Vi ricompare l'inesistente "ingranaggio perverso che collega terrorismo e rappresaglia allontanando le speranze di dialogo e negoziato". In realtà le speranze di dialogo svaniscono nel preciso momento in cui le organizzazioni palestinesi scelgono la violenza. E la reazione israeliana non innesca nessuna spirale, dato che le strategie dei terroristi mirano alla distruzione del nemico e sono indipendenti dal suo comportamento. L'Occidente dovrebbe preoccuparsi di risolvere il "problema palestinese" vi si legge. A questo proposito viene citata un'indagine del Pew Global Attitude Project, dalla quale risulta che la grande maggioranza dei musulmani "ritiene che il mondo chiude gli occhi di fronte alla tragedia palestinese". Implicito il suggerimento: bisogna intervenire, "fermare" Israele, imporgli soluzioni negoziali. Peccato che l'editorialista del SOLE trascuri di citare altri dati emersi dalla stessa ricerca, citati da Daniel Ppes (l'articolo è pubblicato da L' OPINIONE del 30 giugno:
Una tendenza alle teorie cospirative La maggioranza degli intervistati musulmani non crede che gli attacchi dell’11 settembre contro gli Stati Uniti siano di matrice araba. Le percentuali vanno da un mero 15% di coloro che in Pakistan attribuiscono la responsabilità agli arabi, al 48% dei musulmani francesi. A conferma dei recenti trend negativi della Turchia, il numero dei turchi che puntano il dito contro gli arabi è diminuito, oscillando dal 46% nel 2002 al 16% odierno. In altre parole, in ognuna di queste dieci comunità musulmane, la maggioranza considera gli attacchi dell’11 settembre come una beffa perpetrata dal governo americano, da Israele o da qualcun altro. Inoltre, i musulmani sono largamente prevenuti nei confronti degli ebrei, andando dal 28% dei musulmani francesi al 98% della Giordania (che malgrado la moderazione della monarchia ha una popolazione a maggioranza palestinese). In più, i musulmani di certi paesi (specie dell’Egitto e della Giordania) vedono gli ebrei sotto un’ottica cospirativa, come i responsabili dei pessimi rapporti tra musulmani e occidentali.
Le teorie cospirative si riferiscono ad argomenti più vasti. Alla domanda “Chi è maggiormente responsabile della mancanza di benessere delle nazioni musulmane?” tra il 14% (in Pakistan) e il 43% degli intervistati (in Giordania) accusa le linee politiche americane e di altri Stati europei, piuttosto che attribuire la colpa ai problemi interni come la mancanza di democrazia o di istruzione, oppure alla corruzione insita nell’Islam radicale. Questo cospirazionismo denota una diffusa riluttanza in seno alla umma ad affrontare la realtà, preferendo i più sicuri luoghi comuni dei complotti, delle trame e degli intrighi. Ciò denota altresì dei grossi problemi a conformarsi alla modernità.
Appoggio al terrorismo Tutte le popolazioni musulmane intervistate si sono decisamente schierate a favore di Osama bin Laden. Alla domanda se esse avessero fiducia in lui, la risposta è stata positiva andando dall’8% (in Turchia) al 72% (in Nigeria). Anche il terrorismo suicida ha riscosso approvazione. Le percentuali dei musulmani ad esso favorevoli vanno dal 13% (in Germania) al 69% (in Nigeria). Queste incredibili cifre denotano che il terrorismo musulmano ha delle radici profonde e rimarrà un pericolo per gli anni a venire.
L'ossessione per la questione palestienese, la cui mancata soluzione é dovuta, va ricordato al terrorismo, sembra dunque far parte di un'attitudine antioccidentale molto più complessa e radicata, non certo eliminabile a spese di Israele.
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