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Informazione Corretta Rassegna Stampa
28.06.2006 Titoli e articoli sul riconoscimento che non c'é
sul Medio Oriente i quotidiani italiani hanno le allucinazioni

Testata: Informazione Corretta
Data: 28 giugno 2006
Pagina: 0
Autore: la redazione
Titolo: «Titoli e articoli sul riconoscimento che non c'é»

Il CORRIERE della SERA del 28 giugno 2006 affibia al corretto articolo di Davide Frattini sull'accordo Fatah- Hamas un titolo che non ne rispecchia il contenuto e che deforma la realtà dei fatti: "Da Hamas un primo sì allo Stato ebraico".
Una scorrettezza che rivela superficialità o il deliberato intento di disinformare da parte dei titolisti.


In prima pagina La REPUBBLICA titola "Da Hamas primo sì a Israele" e a pagina 13 ribadisce la falsità: "Hamas, un primo sì a Israele".
In questo caso è scorretto anche l'articolo di Alberto Stabile, che esordisce sostenendo che l'accordo tra Hamas e Fatah "potrebbe segnare una svolta nei rapporti con Israele", ma  avviene  mentre  " i carri armati Merkava scaldano i motori alle porte della Striscia di Gaza" .
Come al solito, nella fiction mediorientale del quotidiano, è Israele che potrebbe far precipitare la situazione, nonostante la buona volontà di Hamas.
Nessun cenno alle dichiarazioni degli
 esponenti di Hamas che hanno chiarito che non vi è stato nessun riconoscimento di Israele.

"Riconoscere Israele, accordo Hamas- Fatah" è il titolo dell'UNITA' a pagina 13.
Umberto de Giovannangeli, nell'articolo, riporta almeno le dichiarazioni di Salah Bardawil , portavoce parlamentare di Hamas, che ha puntualizzato "Abbiamo detto che accettiamo uno Stato (nei territori del 67) ma non abbiamo detto che accettiamo due stati". riporta però in modo incompleto le dichiarazioni di Sami Abu Zuhri ceh non si è limitato ad attribuire all'accordo un'"importanza senza precedenti", ma anche sottolineato che  "nessuna delle parti ha sacrificato i suoi principi ideologici". E i principi ideologici di Hamas, definiti in modo cristallino nello statuto dell'organizzazione considerano il riconoscimento di Israele un sacrilegio, un attentato all'islam, cui apparterrebbe  la  "Palestina",  un'illegittima donazione di un lascito divino del quale nessuno può disporre.
Nonostante ciò, ci assicura De Giovannangeli, non meglio identificati "analisti", vedono nel documento approntato dai detenuti palestinesi e ora firmato da Hamas "un implicito riconoscimento di Israele".
Non c'é davvero peggior sordo di chi non vuol sentire...

"Hamas "riconosce" Israele" titola  Il  MANIFESTO in prima pagina. Nel sommario la redazione osa scrivere "Tel Aviv gelida: "Noi pensiamo al soldato rapito".
Una priorità, quella di Gerusalemme, che a noi sembra invece umana e doverosa. Gelido è semmai il fanatismo ideologico del quotidiano comunista, ceh conduce al disprezzo della vita dei "nemici".
Anche per Michele Giorgio (il titolo del suo articolo a pagina 11 è "Svolta di Hamas: accettato Israele"), ovviamente, Hamas avrebbe fatto un passo di grande rilievo e lo scetticismo israeliano ( e americano) sarebbe ingiustificato.

"Accordo Fatah-Hamas:  sì all'esistenza di Israele" è il titolo altrettanto truffaldino in prima pagina su
LIBERAZIONE.
E
per Francesca Maretta, autrice della cronaca a pagina 6, l'accordo Hamas Fatah sarebbe "un segnale di apertura del movimento islamico verso lo Stato ebraico"

Di "riconoscimento implicito di Israele" scrivono i titolisti del SOLE 24 ORE e il cronista Damiano Beltrami, a pagina 7.
[Titolo: "Prima intesa tra Hamas e Fatah" sottotitolo: "Ma il partito estremista frena - Il premier Olmert: "La notizia è irrilevante" (qui potrebbe sembrare che il "partito estremista" non sia quello di Hamas, ma quello di Olmert!) occhiello: "Le due fazioni palestinesi sarebebro d'accordo sul documento che riconosce implicitamente Israele"
Frase di Beltrami: "Riconoscendo quindi implicitamente l'esistenza dello Stato israeliano"]

Per Lorenzo Bianchi, che  sul GIORNO a pagina 26 pubblica l'articolo
"Hamas e Fatah trovano l'accordo",  "I fondamentalisti di Hamas avrebbero finalmente piegato il capo e si sarebbero acconciati ad accettare di firmare un documento ufficiale che" (addirittura) "smentisce il loro statuto"  

La titolazione in prima pagina di AVVENIRE è corretta, almeno nelle intenzioni: "Hamas e Fatah giochi pericolosi", è il titolo, "Mentre i tank assediano la Striscia  di Gaza smentiscono il riconoscimento dello Stato di Israele", il sottotitolo, "Un accordo fra le fazioni fa sperare in un atto di realismo politico, ma l'attesa viene subito delusa".
Il quotidiano cattolico non coglie però il vero significato delle precisazioni di Hamas. Non una smentita, ma un chiarimento sul vero significato dell'accordo: che non ha mai implicato un riconoscimento di Israele.
Contrariemente a quanto scrivono anche  Luigi Geninazzi nell'editoriale di prima pagina "Filo esile sopra il baratro" e Barbara Uglietti nella cronaca ( a pagina 5)
  "Hamas "gioca col fuoco" Israele assedia la striscia".
Paolo M. Alfieri intervista Bruno Segre, il quale, pur essendo un osservatore  della situazione mediorientale molto incline  a valutare positivamente le possibilità di successo della diplomazia e dei negoziati di pace, esprime un motivato scetticismo sulla "svolta di Hamas"

Sul RIFORMISTA Paola Caridi attribuisce al rifiuto israeliano di accettare i termin dell'accordo tra Hamas e Fatah come base di un accordo la causa della sua sostanziale irrilevanza. Senza nemmeno ricordare che tra quelle condizioni ce n'è una, il ritorno dei profughi, che segnerebbe la fine della maggioranza ebraica in Israele.
Interessante la notazione finale: l'accordo "Fa entrare Hamas dentro l'Olp, considerato il protagonista delle trattative in nome e per conto  di tutto il popolo palestinese, diaspora compresa.  E rende in questo modo completa la presenza del movimento integralista dentro le istituzioni".  
Da parte di Hamas, dunque, non un passo avanti sulla via della pace, ma sicuramente un passo avanti sulla via del potere.

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