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Il Manifesto Rassegna Stampa
16.06.2006 Israele è colpevole perché non sostiene Abu Mazen, oppure perché lo sostiene
sul quotidiano comunista la condanna è assicurata

Testata: Il Manifesto
Data: 16 giugno 2006
Pagina: 10
Autore: un giornalista
Titolo: «Armi all'Anp, l'ok di Israele»

Le forniture di armi alle forze dell'Anp, approvate da Israele "potrebbe essere la causa di nuovi scontri fra miliziani di Hamas e polizia di sicurezza".
Questo l'esordio di un articolo pubblicato dal MANIFESTO del 16 giugno 2006, fondato su 2 assiomi fondamentali: qualsiasi cosa faccia Israele è colpevole e tutti i problemi interni dei palestinesi derivano da azioni israeliane.

L'articolo lamenta l'impossibilità per le forze di sicurezza palestinese di proteggere la popolazione civile "dai ripetuti attacchi dell'esercito israeliano e dei coloni". 

Una preoccupazione piuttosto fuori bersaglio, a giudicare dalla seguente notizia (ripresa da Israele.net)

Le armi date da Israele a Forza 17 (la guardia presidenziale di Abu Mazen) non saranno usate contro i “fratelli palestinesi”, ma per attaccare gli israeliani. Lo ha detto venerdì a WorldNetDaily Abu Yousuf, alto esponente di Forza 17, il quale ha anche lasciato intendere che alcune di quelle armi siano già state usate da cecchini palestinesi che recentemente hanno ucciso un civile israeliano e ferito un secondo.

Poiché però, nel mondo immaginario del quotidiano comunista, Israele attacca continuamente i civili palestinesi e il terrorismo palestinese non esiste, l'articolo si conclude mettendo in dubbio un tentativo di sequestro di due adolescenti israeliane.
(in alto a destra , ripresa sempre da israele.net, la foto di Emuna Sachar, una delle due ragazze)
 

Ecco il testo:
  
Potrebbe essere la causa di nuovi scontri fra miliziani di Hamas e polizia di sicurezza la recente approvazione israeliana all'invio di 950 fucili M-16 nei Territori Occupati per rafforzare l'arsenale a disposizione delle forze dell' Anp, interamente composto da affiliati di al Fatah. Il passaggio delle armi, fornite da Giordania ed Egitto e bloccate per mesi dalle autorità israeliane, è stato reso pubblico più volte negli scorsi giorni da Olmert, provocando ovvie reazioni negative e minacce da parte della leadership di Hamas proprio nel momento in cui si tenta di ricucire i difficili rapporti fra Abu Mazen e governo islamista. Le forze dell'Anp sono state continuamente prese di mira dall'esercito israeliano al pari dei militanti della resistenza palestinese,

perché al pari di tali militanti erano coinvolte nell'offensiva terroristica

 durante la seconda Intifada; nei giorni scorsi Ehud Olmert ha però dichiarato di voler fare il possibile per sostenere il presidente Abu Mazen nel confronto con Hamas. Una dichiarazione che rischia di screditare ulteriormente le forze di polizia dell' Anp, facendole passare come strumento di Israele. Create dagli accordi di Oslo per «reprimere il terrorismo contro Israele», accollandosi sostanzialmente la repressione interna al posto dell' intelligence israeliana,

si sa infatti che il terrorismo non esiste...

 le forze di polizia palestinese non possono tuttora intervenire a difesa dei civili palestinesi dai ripetuti attacchi dell'esercito israeliano e dei coloni.
Tutto ciò ricorderebbe il «Venerdì nero» del 1994, quando sotto la guida di Mahmud Dahlan le forze di polizia dell'Anp, armate dalla comunità internazionale, uccisero 14 militanti di Hamas, arrivando ad un passo dalla guerra civile. Una linea rossa oggi sempre più sottile.
Intanto due adolescenti israeliane avrebbero subito un tentato rapimento mentre facevano autostop a Rechalim Junction, vicino a Nablus. I presunti rapitori, originari di Jenin, sarebbero stati arrestati.

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