"Missili di Israele su Gaza: un'altra strage" titola Il MATTINO del 14 giugno 2006. Un modo di suggerire che Israele compia abitualmente e intenzionalmente stragi di civili e che sua sia la responsabilità anche della tragedia della spiaggia di Gaza.
Sottolineiamo un passaggio dell’articol o di Michele Giorgio:
«Lo Stato di Israele non ama questa linea del pugno di ferro, ma è obbligato ad attuarla di fronte ad una Autorità palestinese che non muove un dito per calmare la situazione». Spiegazioni che non convincono non solo i palestinesi, ma anche molti israeliani.
È il solito espediente retorico per dare una parvenza di ragionevolezza alla propria linea anti-israeliana. Chi sarebbero i “molti” non è dato sapersi. Ma da quello che scrive Giorgio i “molti” sono i soliti, e pochi, noti, per lo più militanti dell’estrema sinistra, tra i quali, e lo stesso quotidiano napoletano ne scriveva qualche giorno fa, c’è chi manifesta al grido di “Intifada vincerà!”. I “molti”, semmai, sono gli abitanti di un’intera cittadina, Sderot, concittadini del ministro laburista della Difesa Amir Peretz, che da mesi sono in agitazione perché la loro vita è quotidianamente in pericolo, minacciata dalla incessante pioggia di razzi palestinesi. Questi sono i “molti” al quale un governo democratico deve una risposta, non ai, pochi, militanti politici ideologizzati. Ma Il Mattino preferisce quest’ultimi, in quanto si prestano alle strumentalizzazioni anti-israeliane.
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