Nessun carcere ha mai attratto tanta attenzione come Guantanamo. Interessavano poco le prigioni di Saddam Hussein, Fidel Castro fa delle sue a Cuba quello che vuole, idem Ahmadinejad in Iran, dove sevizia e fucila oppositori nel totale disinteresse dell’occidente, abituato ormai ad indignarsi solo se c’è di mezzo l’America. La Stampa scriveva ieri che i " simboli dell’ingiustizia, una volta monopolio di paesi, civiltà e regimi lontani, hanno cambiato patria: ora appartengono all’occidente". E la parola terroristi viene messa nella titolazione fra virgolette. E per bene che vada, viene data benevola attenzione alle dichiarazioni del Dipartimento di Stato USA che avanza l’ipotesi che i tre detenuti si siano suicidati per "fare pubbliche relazioni". Una affermazione che ha suscitato scandalo e indignazione su quasi tutti i mezzi d’informazione, mentre i movimenti pacifisti internazionali, Amnesty in testa, ne chiedono la chiusura. Invece l’analisi del Dipartimento di Stato non solo è corretta, ma ha detto meno di quanto doveva. Se il suicidio di un detenuto è un fatto gravissimo nella nostra società, dove il rispetto della vita è alla base dei valori comuni, ben diverso è l’atteggiamento che guida il fondamentalismo islamico. La vita non conta nulla, per dimostrarne la veridicità non occorrono profonde elucubrazioni, basta guardare con quale orgoglio le madri degli shaid (martiri) palestinesi e non mostrano le immagini dei loro giovani figli che si sono fatti saltare in aria dopo aver commesso una strage. Più figli si suicidano più l’onore che scende sulla famiglia è grande. Che insieme all’onore si accompagni un congruo assegno (succedeva con Saddam e con Arafat) non è particolare secondario. Lo stesso può essere avvenuto a Guantanamo. Come ci si può stupire se il suicidio dei tre terroristi arabi viene spiegato con il metro delle "pubbliche relazioni" ? Suididarsi a Guantanamo equivale a mettersi un corpetto esplosivo e salire su un autobus in Israele per poi farsi esplodere. Il risultato mediatico farà il giro del mondo, una iniezione di adrenalina e di esempio per le centinaia di poveri bamba che, fanatizzati dagli imam di turno nelle pie moschee, non aspettano altro che colpire, danneggiare il piccolo e il grande satana. Tre suicidi a Guantanamo sono un danno di immagine per gli Stati Uniti enormemente più grave di una sconfitta in battaglia. Sono un invito a nozze non solo per gli odiatori di professione che del pregiudizio anti-occidentale hanno fatto la propria bandiera, soprattutto professionale, sono un contagio garantito per tutti quegli editorialisti dei giornaloni che non gli par vero di superare a sinistra la concorrenza catto-comunista-noglobal. Per sincerarsene, dare un’ occhiata ai giornali di ieri. Chiudere Guantanamo, denunciare chi ha dato una mano alla Cia a catturare dei criminali prima che realizzassero i loro piani di morte, chiudere gli occhi e mai aprire bocca di fronte alle violazioni dei diritti umani che avvengono ogni giorno in tutti gli stati canaglia del mondo, sembrano questi i "valori" guida della grossa informazione nel nostro paese.
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