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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Giorgio Israel
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Internazionale pacifista 12/06/2006
Esiste un’internazionale composta da personaggi che sono una miscela di imbecillità e di malafede. È l’internazionale dei pacifisti. Le percentuali delle due componenti sono variabili ma nessuna delle due è mai nulla. È una vera internazionale, che conta membri in ogni paese, anche in Israele, e non è che questi siano meno peggio degli altri. Anzi.
Israele è sotto attacco da ogni lato. Ha di fronte un governo palestinese che vuole distruggerla. Il presidente palestinese Aby Mazen ha indetto un referendum-truffa, una vergogna, che mira a sancire l’idea che, se gli israeliani si ritirano sui confini del ’67, i palestinesi potrebbero riconoscerlo “implicitamente” [sic!], e poi si farebbe una tregua per cominciare a discutere: è nient’altro che una versione ammorbidita del programma di Hamas. Il presidente iraniano vuole spianare Israele a suon di atomiche. Ogni giorno piove su Israele almeno un missile Kassam, e da un po’ persino Katiushe, mentre il fronte libanese di Hezbollah si è riattivato. Intanto, in Europa l’antisemitismo-antisionismo dilaga e i professori universitari inglesi boicottano i loro colleghi israeliani, “a prescindere” da quel che fanno e da chi sono.
E allora cosa fanno i pacifisti? Se la prendono col nuovo ministro della difesa, il laburista Amir Peretz che, secondo loro, avrebbe superato a destra i suoi predecessori. Haaretz, “la Repubblica” israeliana, dice che è erede ideologico di Shaul Mofaz e l’ineffabile Beilin ne ha chiesto le dimissioni. Lo attaccano anche perché non ha tagliato il bilancio delle forze armate… Certo, che aspetta a mettere fiori nei cannoni?
Forse, trattandosi di israeliani oltre alle tre componenti sopradette, c’è anche il masochismo, il desiderio compulsivo di essere massacrati. O più semplicemente la nostalgia della destra estrema. Difatti, se riuscissero a far cadere questo governo, quel che otterrebbero non è certo un esecutivo guidato da Yossi Beilin – la maggioranza degli israeliani è sana di mente –, ma un governo spostato a destra che, finalmente, darebbe qualche fondamento alle loro lagnanze.

Giorgio Israel


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