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Ancora sul caso Jarach- Biagi 12/06/2006

Gentile Direttore,

 

 

 

ho letto l’articolo a firma di Enzo Biagi a pagina 95 dell’Espresso della scorsa settimana ed è vivo lo sconcerto per il confronto voluto dall’autore tra Andrea Jarach ed il nipote di Goring, insieme alle inesattezze e calunnie evidenti ad Andrea Jarach. Andrea Jarach è l’editore e non il fratello. Si spende in prima persona per la salvaguardia della Shoah con numerose iniziative sulla “Memoria” che gli fanno onore. Se Moni Ovadia offende Andrea Jarach, l’errore ancor più grave lo fa Enzo Biagi nel cavalcare la stessa ideologia di Moni Ovadia che porta a vedere la pagliuzza nell’occhio altrui, ma non la trave nel proprio.

L’ideologia di sinistra ha creato da decenni la frattura su Israele. E’ diventata virulentemente antisraeliana secondo una concezione viscerale antisemita: accusando ogni governo israeliano, ogni leader israeliano, ogni atto israeliano, manipolando e falsando le realtà per meglio demonizzare Israele. Oggi, si arriva attraverso una penna e voce che hanno un peso, anche se Sergio Romano è stato l’iniziatore di questo filone, addirittura a fare la differenza tra l’ebreo "buono" (Moni Ovadia) e l’ebreo "cattivo" (Andrea Jarach) con tanto di nomi e cognomi, senza conoscere nemmeno il caso trattato, ma solo in funzione di una scelta politica. Il mea culpa se lo devono fare altri che Andrea Jarach e molti di noi. Continuare ad usare ebrei contro ebrei, su questa falsariga, sta rendendo più evidente lo slancio antisemita di tali interventi. Non basta avere un amico o familiare ebreo, un parente tra i Giusti per sentirsi immuni dall’antisemitismo quando l’ideologia prevale sull’etica.

 

Cordiali saluti

Danielle Sussmann

Spettabile Redazione,
 

un dato che accomuna le due lettere in difesa di Enzo Biagi che IC ha pubblicato è l’assoluta mancanza di qualsiasi argomentazione ragionevole che giustifichi l’editoriale contro Andrea Jarach. L’autore della prima lettera cerca di nascondere Biagi dietro il dito, affermando di non vedere alcun attacco nelle parole di costui, nemmeno quando descrive Jarach come «un ebreo che va a braccetto con i neofascisti». Cosa avrebbe dovuto leggere Jarach per sentirsi offeso, dunque? Che periodicamente si reca in pellegrinaggio a Braunau sull'Inn? Che il 20 aprile di ogni anno celebra l’anniversario di Adolf Hitler con una torta dove al posto delle candeline bruciano le bandierine israeliane? Che sopra il suo letto tiene appeso il ritratto di Himmler? Che durante la notte si aggira travestito nel cimitero ebraico per profanare tombe? Che oltre ad abbracciarsi affettuosamente con i neofascisti, ha deciso che la sua Casa editrice pubblicherà prossimamente le ristampe integrali di “Der Stürmer” di Julius Streicher? O che al posto dell’Antico Testamento egli legge “Mein Kampf” per trovare consolazione spirituale?

La seconda lettera, a sua volta, costituisce un caso emblematico di quel fenomeno che Piero Ostellino definisce acutamente l’autoreferenzialità di certa sinistra, ossia la convinzione di taluni di essere sideralmente più in alto dei comuni mortali, al punto che un determinato fatto concreto ritenuto (non importa se oggettivamente) deprecabile quando commesso da chiunque, diventa un comportamento virtuoso se compiuto da un benpensante di sinistra. Così, Andrea Jarach con la sua decisione di non candidarsi nella sinistra suscita al gentile autore della seconda lettera «profondo disgusto» in quanto, «pur di racimolare qualche voto» (cosa riprovevole! evidentemente Ovadia si è candidato con l’altra parte per non racimolarne alcuno), «non ha esitato a SPUTARE SULLA SHOAH» (sic!). Per contro, Diliberto quando abbraccia affettuosamente il truce capobanda degli Hezbollah (noto assassino ferocemente antisemita e foraggiato da quel regime di Teheran il cui presidente è un simpatico signore barbuto che nega la realtà storica della “soluzione finale” di hitleriana memoria), si dimostra un grande democratico che compie un gesto a favore della pace in Medio Oriente. In altre parole, chi come Jarach difende le ragioni degli ebrei e dello Stato di Israele dalla tracotanza dell’antisemitismo ma non si candida con la sinistra è uno sporco rinnegato che per questo solo fatto SPUTA SULLA SHOAH; chi marcia nei cortei della sinistra dove si inneggia ad Arafat, ad Hamas ed agli altri assassini di ebrei e dove lo Stato di Israele viene spacciato come la reincarnazione del Terzo Reich è invece il perfetto ebreo che ha una consapevole e dignitosa coscienza democratica. Una simile palese contraddizione non può non riuscire inaccettabile a qualunque persona di normale buon senso che non abbia la mente ottenebrata dal pregiudizio ideologico. Ma il benpensante di sinistra se ne infischia di argomentare coerentemente le proprie asserzioni; nulla di sorprendente quindi che l’autore della seconda lettera, in luogo di fornire una spiegazione ragionevole delle tesi proprie e di quelle di Biagi, parta in quarta con una raffica di insulti contro coloro che hanno osato scrivere a IC per difendere l’onorabilità di Andrea Jarach, contro IC che ha pubblicato le loro lettere e contro Jarach stesso che viene gratificato di un’altra massiccia dose di fango, giustificando la sfilza di invettive con la seguente brillante motivazione: Enzo Biagi e Moni Ovadia sono due grandi personalità e tanto basta per consentir loro di calunniare Jarach senza bisogno di provare che costui sia realmente andato a braccetto con i neofascisti o abbia comunque commesso un’azione moralmente degradante. Per contro, Ovadia può tranquillamente militare in una sinistra inzeppata di fanatici antisemiti dediti al rogo delle bandiere israeliane e di forsennati sostenitori del terrorismo antiebraico, senza che la sua coscienza abbia nulla da rimproverarsi. Complimenti!

 

 

A spremerne il sugo, arroganti non sono Biagi, Ovadia e i loro difensori per corrispondenza che calunniano Jarach senza uno straccio di prova, mostrando (loro sì!) di non conoscere Jarach stesso né la sua attività di denuncia dell’antisemitismo e della tragedia della Shoà; arrogante è chiunque abbia l’ardire di contestare le loro calunnie e di pubblicarle. Siamo arrivati a questo.

 

 

Non so cosa intenda fare Enzo Biagi dopo aver ricevuto le critiche di tanti suoi lettori per il suo sconsiderato scritto contro Jarach. Un fatto è certo; se davvero tiene a mantenere un rapporto cordiale con gli ebrei, farebbe molto meglio a non trincerarsi dietro difese come quelle degli autori delle due lettere pubblicate da IC. I quali dovrebbero ricordare che il fango, prima del destinatario, insudicia le mani di chi lo raccoglie per lanciarlo. E il fango rimane fango anche nelle mani del benpensante di sinistra.

 

 

 

 

 
Molti cordiali saluti
Luigi Prato, Sassari

Egr. Dott Biagi, ho sempre letto con interesse i suoi scritti ammirandoli per lo stile semplice, asciutto, diretto e per i contenuti.

Questa volta però devo esprimerle la mia amarezza e il mio stupore per le cose inesatte e ingiuste riportate nel suo articolo pubblicato sull'Espresso.

Sono un'ebrea milanese ancora "faticosamente" di sinistra: dico "faticosamente" perchè si fa sempre più fatica ad identificarsi con una sinistra che ha i paraocchi, se non peggio, malafede, nei confronti della situazione israeliana e, a volte, più o meno velatamente, nei confronti degli ebrei in generale. Il suo scritto non può collocarsi in quella sinistra. Mi rifiuto di crederlo, ho bisogno di credere che Lei è diverso e perciò le chiedo di rivalutare la cosa correggendo le intesattezze e rivedendo anche il suo giudizio su Andrea Jarach, da tempo impegnato in ogni modo contro ogni forma di antisemitismo e per la diffusione della conoscenza e della memoria della Shoah.

Non mi dilungo oltre perchè molte cose sono già state chiaramente espresse da altri prima di me e in particolare da Ester Picciotto e Angelica Calò Livnè.

Distinti saluti

Nava Spizzichino



Spett. Redazione I.C.,

 
spesso le aggressioni morali sono peggiori di quelle fisiche.
In Italia tuttavia i media: radio, televisioni, giornali, etc..danno rilevanza agli accadimenti non tanto in funzione della loro gravità o meno, quanto dall'appartenenza politica dell'aggressore e/o dell'aggredito.
Il caso Biagi-Jarach e quello Professor Marsiglia-neofascisti ne sono la chiara testimonianza.
Inchieste televisive, clamori di piazza, etc. in quest'ultimo caso, certamente detestabile e condannabile al suo nascere ma poi rivelatosi frutto di un mitomane, silenzio quasi assoluto nel primo all'infuori di I.C. e di altri pochi, laddove le parole inferte vanno oltre la carne.
Giusta e sacrosanta la libertà di informazione a patto di non far passare sotto silenzio notizie scomode al fronte delle sinistre.
Altro che monopolio berlusconiano!
Cordialità
 
                                          Giuseppe Casarini-Binasco (MI)


Di seguito , juna replica alla lettera del lettore Walter Finzi:

Ho letto quanto scrive il signor Finzi sulla vicenda Jarach-Biagi, e vedo che fa riferimento alla mia lettera.
Vorrei precisare che, in fondo al cuore lo sapevo che il 25 Aprile ci sarebbe stata tensione: noi sfilavamo con la bandiera della Brigata Ebraica che, guarda caso, è oggi la bandiera del tanto odiato e vituperato Stato di Israele. Non sono rimasta stupita, ma amareggiata e questo è diverso. Ho avuto purtroppo, conferma dei miei timori, ho avuto anche modo di parlare con due ragazzi dei centri sociali,  e questo solo perchè si erano avvicinati loro, e mi sono resa conto del fatto che la storia non viene piu' studiata in maniera corretta, ma viene distorta. Probabilmente, alcuni degli insegnanti di questi ragazzi hanno sostenuto, a suo tempo, gli esami di gruppo, dove uno studiava e sapeva ma il voto veniva dato a tutto il gruppo di studenti.
Partecipare alla manifestazione del 25 Aprile, ha comunque riservato delle sorprese di altra natura: mentre da una parte, i ragazzi dei centri sociali urlavano a squarciagola slogan contro lo Stato di Israele, definendolo stato terrorista nella migliore delle ipotesi, dall'altra cittadini comuni in perfetto milanese davano ai ragazzi degli imbecilli. Un signore, riferendosi ad uno dei piu' esagitati, ci ha detto: rabies no, quel li l'è un tarluc (non vi arrabbiate quello lì è un cretino), molti ci applaudivano e altri ci davano sostegno verbale. Forse la propaganda non ha attecchito come si pensa  tra la gente comune.
Partecipare alla manifestazione del 25 Aprile ha avuto, però, un altro scopo: quello di dire che ci siamo, anche se ad alcuni diamo fastidio, che non ci nascondiamo, che vogliamo ricordare a tutti il contributo che un gruppo di ebrei ha voluto dare alla Liberazione dal nazifascismo e, soprattutto, che non ci lasciamo intimorire da quattro esagitati.
Vorrei, per ultimo, ricordare al signor Finzi che non condivido la sua affermazione che "gli amici si cercano dove ci sono e non dove si "vorrebbe che fossero".
Io non sono affatto convinta di trovare degli amici a destra, così come so di non trovare amici a sinistra: tutto questo bel modo da parte di AN o di FI non è del tutto disinteressato e, in ogni caso, solo per un senso di rispetto nei confronti della mia famiglia che ha subito di tutto e di piu' dal fascismo (come molti altri ebrei italiani), non voterò mai la destra.
Resto a disposizione del signor FInzi e di chiunque altro desideri approfondire il tema.
Ester Picciotto
 
Ecco la precedente lettera di Finzi:

Gentili Signori,
Mi chiamo Walter Finzi
Vi scrivo dalle lontane Filippine, dove risiedo da alcuni anni.
Una cara amica mi ha fatto pervenire la lettera di protesta contro l' articolo di Enzo Biagi, apparso sul settimanale l' Espresso.
A differenza di Vostri altri lettori Israeliti, io , purtroppo non sono affatto sorpreso ! sappiamo che porcherie scrive il sig. Biagi,noto rappresentante della "sinistra ufficiale" .
E' ora che molti di noi prendano atto del fatto che ( a sinistra ) "ci amano" e ci cercano solo per le sfilate antifasciste, poi dovremmo tornare nei nostri ghetti, e............. naturalmente votare buoni buoni  per la sinistra, se cosi' non accade, allora,................. ma certo, I VERI NAZISTI SIAMO NOI ! Automatico.
Sara' anche tempo di far capire a molti che, NOI NON SIAMO EBREI IN ITALIA  - SIAMO ITALIANI EBREI !  parte integrante del popolo e della storia dell Italia ,  dai tempi della  Roma repubblicana, non da ieri!
Siamo cittadini italiani, ed abbiamo diritto di essere di destra o di sinistra, senza chiedere il permesso a nessun signor Biagi.
Un mio avo, on. sen. Giuseppe Finzi, eroe del Risorgimento, fu' condannato a diciotto anni di carcere al processo dei "martiri di Belfiore"

Ribadisco quanto sostengo ormai da molti anni-
OGGI - IN ITALIA ANTI-SEMITISMO E'  DI SINISTRA,
piaccia oppure no, poco importa !
Sia ALLEANZA NAZIONALE  che il partito LIBERAL POPOLARE di Berlusconi sono dichiaratamente " filo occidentali " e " filo israeliani ", mentre la sinistra, marxista e catto-integralista e' in massima parte," filo araba" , anti israeliana, e anti-semita.
Gli amici si cercano dove ci sono e non dove si "vorrebbe che fossero ! ", vedi gli sprovveduti che sono andati alla sfilata del 25 Aprile per veder bruciare le loro bandiere israeliane, cosa peraltro, facilmente prevedibile !
Ho letto la lettera , della Signora Picciotto,da Voi pubblicata, non riesco francamente a comprendere come la Gentile Signora, possa essere rimasta sorpresa.
Ricordo una silenziosa manifestazione nel centro di Milano,cui ebbi modo di partecipare alcuni anni or sono, protestavamo per l ' ennesimo attentato palestinese contro una discoteca piena di giovani israeliani, camminammo in silenzio da Piazza San Babila a Palazzo Marino, ACCANTO A ME, L' AMICO IGNAZIO LARUSSA.
Il giorno seguente , a Roma una manifestazione delle sinistre con tanto di bandiere palestinesi e di hamas ,con la partecipazione di tutti i "papaveri "  del centro-sinistra.

Un fraterno saluto a Voi Tutti



Walter Finzi
Cebu, Filippine

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