IL RIFORMISTA aveva pubblicato ieri,10/06/2006, una nota di Davide Bidussa (vedi IC). Ecco la risposta di Andrea Jarach al quotidiano romano, che dovrebbe uscire domani.
“Quando il saggio indica la luna con il dito il semplice guarda la punta del dito” La saggezza popolare cinese in questo efficacissimo detto mostra l’errore che molti osservatori di sinistra stanno commettendo nell’esaminare il caso che, mio malgrado, mi oppone a Enzo Biagi onnipotente guru della cultura italiana.Il fatto stesso che a dieci giorni dall’uscita del giornale né Biagi, né il direttore dell’Espresso
Daniela Hamoui
, né un rappresentante dell’editore abbiano sentito la necessità professionale ed umana di cercare di rimediare ad un gravissimo errore, la dice lunga sull’atteggiamento di questo sistema mediatico.La difesa che è scoppiata spontanea nei confronti di
Andrea Jarach
(uomo) è la luna, il fatto che
Andrea Jarach
fosse candidato con
la Lista Moratti
è il dito. Ben lungi da me voler attaccare Enzo Biagi, o Moni Ovadia (infatti non lo feci quando proprio lui dichiarò che la mia candidatura era uno sputo sulla Shoah), o chicchessia per una legittima critica politica, ci mancherebbe altro, ma Biagi dall’alto di non si capisce quale autorità morale (anche visti i suoi passati giornalistici del 1941, secondo il libro I Redenti (Corbaccio editore)), non critica
Andrea Jarach
, candidato e quindi personaggio pubblico, ma un fantasioso
Andrea Jarach
che esiste solo nella sua testa e nell’errore grave di qualche suo redattore. Un supposto fratello di un editore sulla Shoah (quando l’editore sono io), che ha spaccato la comunità ebraica milanese (falso), sulla base di una sua scelta di alleanza con i fascisti (falso), infangando la Memoria della Shoah (diffamante in modo grave e spiegherò perché). Nel dire questo Biagi usa toni velenosi e ripete tante volte il mio nome, quello del rinnegato, del mostro da additare al disprezzo anche per comparazione con un ebreo buono, Moni Ovadia, e uno in fieri che rappresenta “la notizia” in termini giornalistici: un nipote del gerarca nazista Goring che vuole diventare ebreo dopo essere stato antisemita. Cari lettori, caro Davide, qui non posso starci, qui non è critica politica, dura per quanto si voglia, qui è diffamazione bella e buona, nella sostanza e nello stile “mentre in Germania un nazista diventa ebreo, in Italia un ebreo va a braccetto con fascisti” Ma siamo matti? Io a braccetto ci vado politicamente con Letizia Moratti, figlia di un partigiano deportato a Dachau, perché è una liberale come me e una donna di onore che si è impegnata davanti alle tv a sorvegliare il fermo antifascismo della sua giunta, mentre a livello personale a braccetto ci vado con la mia famiglia, con qualche amico, e al massimo con qualche mio amico rabbino. Ma vorrei spiegare, ai pochi che non hanno capito, la sostanza della diffamazione (grave, gravissima): io dedico da 20 anni il mio lavoro e il mio tempo libero alla memoria della Shoah e alla lotta al pregiudizio, ho rapporti con Istituzioni di tutto il mondo e dappertutto in Italia, sono il presidente di molte associazioni tra cui spicca quella degli amici di Yad Vashem, il memoriale dell’Olocausto di Gerusalemme, sto producendo un film sul messaggio di Anna Frank con il coinvolgimento delle massime autorità mondiali sulla Shoah e sulla lotta al pregiudizio (questo film è prodotto con tecniche innovative tutte italiane che daranno lustro all’Italia, e cinquanta artisti provenienti da ogni parte del mondo), ho mobilitato capitali da investitori e istituzioni per molti milioni di euro, tutto basato sulla rispettabilità della mia figura e sul mio ineccepibile curriculum morale e politico. Che reazione potrebbero avere i miei interlocutori di fronte a uno che viene accusato di contiguità con i nazi fascisti. Ed ecco che arriva Enzo Biagi, il più seguito opinionista italiano, il quale scambiando anche persona con una figura inesistente (il fratello…), spara a mezzo stampa con un bazooka contro di me. Contro un cittadino, inerme (e non dalla gazzetta del quartiere, ma dall’Espresso con le sue 500.000 copie diffuse e i milioni di lettori secondo le fonti ADS, Accertamento diffusione stampa e le indagini sul lettorato dei giornali). Non c’è da stupirsi ma da rallegrarsi democraticamente che ci sia una insurrezione “popolare” contro l’anziano giornalista che riunifica sotto il suo potere le due corrazzate della informazione italiana (Corriere della Sera alla domenica, L’Espresso (dello stesso editore de La Repubblica il giovedì) se questo anziano giornalista sferra a mezzo stampa un attacco diffamatorio contro un serio professionista, per di più in quanto ebreo (dimostrando così un riflusso di pregiudizio che potrebbe essere spunto di ulteriore dibattito). Secondo lui censurabili anche il 52% dei cittadini milanesi che ha seguito la proposta di Letizia Moratti? Perché solo io in quanto ebreo? E consentitemi in chiusura: la nota di Biagi termina “non capisco e non voglio capire (rivolto a me sottinteso come un ebreo possa abbassarsi a tanto)” Ma che giornalista è uno che non vuole capire? Suggerisco all’editore dell’Espresso di regalare al dottor Biagi una connessione ad internet, su Google trova più di 12.000 citazioni che mi riguardano in 0,05 secondi!