Di seguito, pubblichiamo l'intervento di Deborah Fait sulla vicenda dell'attacco di Enzo Biagi ad Andrea Jarach.
Ecco il testo:
L'articolo di Enzo Biagi pubblicato recentemente dall'Espresso e' la dimostrazione che gli uomini, invecchiando, non migliorano a differenza del vino buono. Leggendo la diffamazione nel confronti di Andrea Jarach, l'ebreo cattivo perche' non di sinistra, sono stata presa da una gran voglia di spiegare a Enzo Biagi, ma soprattutto a quelli che bovinamente lo hanno letto dandogli ragione, qualcosina di cui difficilmente si parla, mi riferisco all'ossessione antisemita di Stalin parallela a quella di Hitler. Dei crimini nazisti conosciamo tutto ma passano sempre stranamente sotto silenzio i crimini dell'Unione Sovietica contro gli ebrei. Stalin contrasse il virus dell'antisemitismo da piccolissimo in famiglia, composta da un padre ubriacone e da una mamma fervente cattolica e convinta dell'assassinio di Cristo da parte del giudei, diabolica analogia con la famiglia Hitler. Il suo odio infantile ebbe poi l'imprimatur nel seminario di Tbilisi dove studenti e professori erano profondamente antisemiti e dove Stalin entro' giovanissimo uscendone col virus trasformato in metatstasi. Il comunismo in URSS assassino' meticolosamente gli intellettuali ebrei, perseguito' la popolazione ebraica sovietica, ridiede vita alla macabra usanza russa dei pogrom e delle epurazioni. Nel 1953 incomincio' apertamente la caccia all'ebreo e due milioni di ebrei sovietici si trovarono in grande pericolo di vita e deportati per la maggior parte nei campi di concentramento in Siberia, Kazakhstan e Birobidžan. I maggiori intellettuali ebrei furono costretti a firmare la "Dichiarazione ebraica" che auspicava la deportazione di tutti gli ebrei nei suddetti campi di concentramento. Il famoso Teatro Ebraico fu dissolto e i suoi componenti scomparvero, nel silenzio generale, nelle segrete della Lubianka per mai piu' riapparire, ne' vivi ne' morti.. Gli ebrei sionisti vennero arrestati, tutti, mandati nei manicomi criminali, ammazzati, torturati e i sopravvissuti finirono nei gulag siberiani. Nathan Sharanski, ex ministro della Knesset, resto' prigioniero, tra manicomi e gulag, per 18 anni prima di poter emigrare in Israele. Racconta che l'unica cosa che lo salvo' dalla pazzia furono gli scacchi che, naturalmente, giocava senza scacchi a disposizione e da solo, faceva tutto con la mente. La polizia segreta sovietica, mentre torturava gli intellettuali e medici ebrei nel palazzo della Lubianka, aveva annunciato che avrebbe completato il lavoro di Hitler e riusci' a sterminare , prima della morte benvenuta di Stalin, 600.000 ebrei. Questa, per sommissimi capi, la storia antisemita del comunismo. Per parlare dell'attualita' ricorderei a Enzo Biagi i sentimenti di odio della sinistra nei confronti del sionismo e di Israele e accennerei alla simpatia, adesso sconfessata, della sinistra per i terroristi palestinesi. Ricordo le foto di Diliberto con Arafat e il suo amore per il defunto terrorista e assassino, ricordo le sue dichiarazioni deliranti contro Israele. Ricordo la sinistra pacifista che arrivava in Israele per urlare "Assassini" agli israeliani che venivano decimati dagli attentati. Ricordo la sinistra dell'arcobaleno e le sue manifestazioni antisemite. Ricordo i cortei con gli slogan contro Israele e per la Palestina, una, libera e islamica. Ricordo l'odio che scorreva a fiumi, per tutti i 40 anni del potere di Arafat, nelle menti ottuse dei sinistri italiani, ebrei compresi. Se Andrea Jarach avesse dato il suo nome e la sua rispettabilita' a partiti antisemiti della sinistra , avrebbe avuto da dire Enzo Biagi? Certamente no! Tristemente devo dire che Biagi, con questo infamante articolo, ha offeso se stesso, la sua onesta' intellettuale e gli ebrei che rifiutano di essere ingabbiati in una sinistra solo a parole loro amica, in realta' profondamente nemica e antisemita con gli ebrei vivi mentre ipocritamente piange gli ebrei morti, solo se ammazzati dai nazisfascisti, naturalmente. Gli altri, gli ebrei sovietici, non li piange e non li ricorda nessuno. Devo dargli anche una notizia che certamente non gli fara' piacere: alla luce dei fatti che ho esposto e alla tremenda campagna di odio contro Israele portata avanti dalla sinistra europea, un buona parte degli ebrei italiani si e' resa conto di essere stata strumentalizzata e ha smesso di dare il suo voto a chi auspica piu' o meno apertamente la fine di Israele. Naturalmente anche a destra c'e' dell'antisemitismo ma il Centro-destra e' compattamente filoisraeliano, a parte alcuni elementi criminali e fascisti. La sinistra e' compattamente antiisraeliana, a parte alcuni elementi democratici e pensanti. Concludo per esprimere la mia totale solidarieta' a Andrea Jarach , augurandomi di essere seguita da altre persone libere e oneste.
Deborah Fait
Di seguito, alcune lettere inviate all'Espresso:
Egregio direttore,
Conosco Andrea Jarach. Ho lavorato con lui, so quale siano le sue idee e le sue priorità. Di tutti i lavori fatti, stampati, venduti e regalati dall'editore milanese Andrea Jarach, delle opere ancora in embrione in particolare desidero segnalarne una che da sola smonta tutto quel cumolo di infamia che Enzo Biagi con un articolo di bassa levatura è riuscito a buttargli addosso: E' un libro piccolissimo ma prezioso che contiene la lode dell'uomo e dei Diritti Umani, che esalta il grande educatore Janusz Korczak, l'innamorato dei bambini! Può un editore di tanta finezza come è Andrea Jarach essere infamato da Moni Ovadia e poi da Enzo Biagi con l'accusa di "sputare sulla Shoah"? E' un'offesa di estrema gravità che richiede pubbliche scuse.
Maria Pia Bernicchia Verona
Lettera aperto a Enzo Biagi e al direttore dell'Espresso.
Caro Sig. Biagi,
Mi chiamo Angelica Calo' Livne'. Da piu' trent'anni vivo in Israele, in un Kibbuz di confine tra Libano e Siria. Il suo ultimo articolo su l'Espresso mi ha lasciato un senso profondo di spossatezza….direi di disperazione. Vede Sig. Biagi, nel corso di questi ultimi 60 anni noi ebrei abbiamo compiuto una quantita' di miracoli come in quasi tutta la storia del nostro popolo: abbiamo creato un Paese chiamato Israele, abbiamo creato il termine MEMORIA, abbiamo creato una memoria collettiva PER NON DIMENTICARE e continuare ad andare avanti. Abbiamo premiato con il nostro amore i "Giusti" che ci aiutarono a sfuggire agli orrori dei nazisti, quelli che fecero qualcosa per impedire la deportazione. Abbiamo cresciuto i nostri figli a non odiare, ad andare avanti anche senza un braccio, una gamba , un padre o una sorella che si erano deflagrati per via di un kamikaze. Negli ultimi sessant'anni signor Biagi, abbiamo insegnato al mondo il valore dell'accoglienza del diverso, dando noi per primi l'esempio, creando un Paese dove vivono insieme ebrei, cristiani, mussulmani, drusi, cerkessi, etiopi, gente di destra, di sinistra, religiosi e laici nel laboratorio di culture piu' sviluppato del mondo. Abbiamo imparato che sono la cooperazione e il dialogo a costruire e non l'odio, la vendetta e il rancore. Abbiamo cercato di insegnarlo anche a chi ci circonda, qui nel Medio Oriente anche se con poco successo. Il Santo Padre ha detto di perdonare…noi non possiamo perdonare al posto di chi e' stato bruciato, martoriato, violentato o fatto esplodere, ma possiamo cercare di collaborare e insieme costruire qualcosa di nuovo in questo mondo stupido che tratta la vita a compartimenti stagni senza cercare di evolversi! Caro sig. Biagi, il suo articolo e' un'offesa a tutto il popolo ebraico. Se si fosse documentato prima di scrivere cio' che ha scritto, consigliato chissa' da chi, avrebbe scoperto che Andrea Jarach stesso e' "l'editore che si occupa della Shoah". Avrebbe scoperto che da anni dedica il suo tempo e il suo denaro per pubblicare verita' su Israele, sull'Ebraismo in forma di opuscoli, di libri, di kit, da distribuire nelle scuole di tutta Italia e di tutta Europa (e speriamo che riesca a distribuirle anche oltreoceano ma anche qui, da voi, ai giornalisti che non si rendono conto di quanto possano con un articolo scritto denza documentarsi, nuocere al soggetto del loro articolo! Con tutto il rispetto per il sig. Mathias Goering che vuole venire a vivere in Israele ( e che sicuramente accetteremo, perche accettiamo tutti, perche' chi ci porge una mano, dopo tante sofferenze, siamo felici di stringerla) con tutto il rispetto, il suo paragone e' senza fondamenta. Se si fosse documentato avrebbe scoperto che la madre di Andrea Jarach e' una sopravvissuta agli orrori di Goering e per quanto Mathias abbia sofferto per i sensi di colpa Andrea Jarach e tanti altri come lui sono cresciuti all'ombra di orrori mai raccontati, di paure, di volonta' di proteggere affinche' tutto questo non avvenga piu'. Sig. Biagi, che delusione! Nel suo articolo, ancora una volta , e' l'ebreo ad essere colpevole! Ancora una volta e' l'ebreo a sbagliare, ad essere disegnato come un essere meschino, traditore. Un Giuda senza ritegno, senza morale che si accoppia con "i cattivi". Per favore non venga ad insegnare a noi chi sono i nazifascisti, noi, i nazifascisti li abbiamo marchiati sulla pelle….e come loro tutti gli altri antisemiti, tutti quelli travestiti da pacifisti, tutti quelli che si ricordano dei partigiani ma fanno finta di non vedere quelli che bruciano le bandiere! Noi ebrei possiamo essere di un solo partito..un partito che ha un colore ben nitido, una direzione ben chira, un partito dove c'e' rispetto per l'Uomo in quanto Uomo. Dove c'e posto per la riconciliazione, per il Ricordo, per lo sforzo comune di riscrivere una Storia di dignita' per tutti: di ogni colore, di ogni religione, di ogni ceto e di ogni cultura. Se lo ricordi! E per Andrea Jarach: "Si fara' la storia domani, dei guadagni, delle perdite, delle vittorie e delle sconfitte. Speriamo che la giustizia trionfi.... ma se non dovesse trionfare? Trionfera' di qui a un altro secolo...La storia ha larghi polmoni e un arresto di respiro e' cosa momentanea" da "Colloqui con i personaggi " in Novelle per un anno di L. Pirandello
Dr. Angelica Calo' Livne Yehuda Calo' Livne – Presidente della Fondazione Beresheet Lashalom """"
Gentili Signori, ho letto l'articolo di Biagi su Jarach e sono allibito. Penso che solo la veneranda età di Biagi giustifichi un insieme di così tante sciocchezze condensate in così poco spazio. Tra l'altro, Biagi dimostra anche di essere un ignorante: Andrea non è il "fratello dell'editore". E' l'editore. Andrea Jarach è l'uomo che instancabilmente lavora proprio per mantenere viva la memoria dell'Olocausto. E' un uomo onesto che ha fatto la terribile scelta di non mettersi dalla parte politica che attualmente è più "trendy" (si dice così?). In altre parole, non essendo un intellettuale con la penna in vendita al miglior offerente, bensì un uomo libero, non ha fatto la scelta che attualmente appare la più conveniente, ossia quella di schierarsi a sinistra. Si è schierato dove gli dettava la sua coscienza. Orrore. In questa nostra povera Italia non si può mai agire secondo la propria coscienza di uomini liberi. E' un crimine che difficilmente ti viene perdonato. Comunque Biagi fa anche una figuraccia come giornalista, perché se tanto vuol parlare di Olocausto dovrebbe quanto meno conoscere l'intensissima attività della ProEdi e di Andrea Jarach. Ma tant'è; Biagi pontifica, ormai ha il complesso di Scalfari, si sente al di sopra di tutto e di tutti, depositario della Verità. Se facesse lo sforzo di ragionare ci potrebbe dire come mai gli piaccia tanto la scelta di campo di Moni Ovadia, schieratosi con la parte politica che al suo interno coccola i gruppetti che sostengono affettuosamente Hamas. Signor Biagi, Hamas non è quel gruppetto di bravi ragazzi che praticano ed esaltano lo sterminio degli ebrei? Chi ha inventato gli attentatori suicidi? Chi ha sulla coscienza centinaia di vite innocenti spezzate in vilissimi attentati? Ma bisogna essere misericordiosi. Altri grandi giornalisti, come Montanelli, sono arrivati lucidissimi oltre la soglia dei novanta. Altri... beh, non facciamo i cattivi. In fondo, ci insegna la saggezza latina, "senectus ipsa morbus". Paolo Deotto"""
Caro Dr Biagi, ho letto con interesse il suo ultimo articolo su l'Espresso ma non condivido le accuse ad Andrea Jarach fatte da Moni Ovadia e condivise anche da Lei. Qualsiasi voto di cittadino italiano milanese ed ebreo avrebbe potuto essere contestato, sia quello dato alla Moratti in quanto dato agli alleati "nazisti", sia quello dato a Ferrante rappresentante di gruppi che in altro modo esprimono gli stessi concetti "nazisti"; una mia figlia per tali motivi si è astenuta dal voto. Gli antisemitismi di destra o quelli di sinistra cercano ambedue l'eliminazione dell'ebraismo, con metodi che possono essere fisici oppure ideologici, e pertanto ritengo che la migliore risposta a tali aberrazioni sia l'attaccamento ai valori ed alle tradizioni ebraiche che ne perpetuano l'esistenza e la trasmissione dai padri ai figli e da questi ai loro figli, e così di generazione in generazione. Indipendentemente dal voto espresso, Andrea Jarach, i cui figli sono ebrei, è riuscito per la sua parte a vincere l'antisemitismo mentre Moni Ovadia, per sua scelta, non ci è riuscito. Cordiali saluti
Maurizio Salom
Spett. Redazione de L'Espresso,
aspetto da parte Vs. o dal diretto interessato, ossia dal Dr. Enzo Biagi, notizie circa il Sig. Enzo Marco Biagi che a detta di alcuni storici collaborava nel 1941 con le riviste del regime fascista.Inoltre, il caso ha voluto che anche nel recente libro di Mirella Serri " I Redenti" (pagg. 32 e 132 venga citato un tal Enzo Biagi giornalista che, strano a dirsi, anch'esso collaborava con riviste non certo tenere nei confronti del mondo ebraico.
Visto il tenore del suo rancoroso articolo contro " l'ebreo cattivo" Andrea Jarach ed, in particolare, il tono dell'iniziale richiamo alle persecuzioni razziali ed ai Morti nei campi di sterminio, sarebbe opportuno un chiarimento circa " questi due Enzo Biagi" onde sgombrare il campo da possibili fraintendimenti.
Qualora non ottenessi alcuna risposta in tal senso, lascio a Voi ed al Dr. Enzo Biagi, reputato santone del giornalismo italiano, di porVi e di far porre all'interessato seri problemi di coscienza.
Con il " cattivo ebreo" di oggi, non si dovrebbe, ma si può anche " scherzare con l'insulto", con i Morti dei campi di sterminio, qualora indebitamente chiamati in causa, si giunge. offendendone la memoria, alla Loro profanazione non molto diversa da quella fatta sulla Loro carne viva da trucidi assassini.
In attesa quindi di una risposta univoca in tal senso, porgo i miei più cordiali saluti.
Giuseppe Casarini- Binasco (MI)
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