martedi` 22 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.06.2006 Dialogo con l'Islam moderato. E con quello criminale ?
Magdi Allam analizza l'incontro Blair-Ratzinger

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 giugno 2006
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam-Luigi Accattoli
Titolo: «Senza equivoci-Diplomazia con l'Iran»

Come comportarsi con il fondamentalismo islamico ? Il CORRIERE della SERA di oggi 4.6.06 a pag.3, riporta la cronaca della visita di Tony Blair al papa sotto il titolo "Diplomazia con l'Iran". Se il pezzo di Luigi Accattoli riporta correttamente il pensiero del papa, e non abbiamo motivo di dubitarne, si direbbe che la santa sede adotta nei confronti di Ahmadinejad la stessa politica che caretterizzò il Vaticano nei confronti di Hitler. Se Ahmadinejad si propone di distruggere Israele una volta posseduta l'atomica, non vediamo quale differenza ci sia tra il regime nazista e quello iraniano. E' vero che Ratzinger dichiara che bisogna dialogare con l'islam moderato, ma non indica che fare con quello criminale. Siamo invece d'accordo con il commento di Magdi Allam che il Corriere pubblica accanto alla cronaca vaticana. Pubblichiamo entrambi, prima la cronaca di Luigi Accattoli, segue l'analisi di Magdi Allam.

Il Papa a Blair: "Diplomazia con l'Iran", di Luigi Accattoli.

CITTÀ DEL VATICANO — L'Occidente deve trattare con l'Iran mettendo a frutto «tutti i mezzi» della diplomazia — anche quelli dei «contatti confidenziali» — e deve «dialogare in particolare con l'Islam moderato»: il papa lo ha fatto dire ieri al portavoce Navarro- Valls, con una dichiarazione sulla questione nucleare iraniana e lo ha detto di persona al primo ministro britannico Tony Blair, ricevuto per la prima volta in udienza privata insieme alla moglie Cherie e ai quattro figli.
Il Vaticano è preoccupato per la piega che sta prendendo la questione nucleare iraniana e scongiura le parti a non precipitare tempi e decisioni e a esplorare tutte le vie per raggiungere un'intesa attraverso un «dialogo aperto e costruttivo».
«Le presenti difficoltà — ha detto il portavoce vaticano — possono e debbono essere superate per via diplomatica, impiegando tutti i mezzi di cui la stessa diplomazia dispone».
Navarro-Valls ha sollecitato un maggiore impegno delle due parti attraverso canali riservati, come i più adatti a stabilire un rapporto di fiducia, oltre la necessità propagandistica che spesso guida le dichiarazioni pubbliche: «Appare in particolare necessario che, attraverso contatti confidenziali, si rimuovano quegli elementi che oggettivamente impediscono la fiducia reciproca, senza mai scartare alcun segno di buona volontà dato da una parte o dall'altra, e avendo riguardo all'onore e alla sensibilità di ogni Paese. Si potranno così compiere passi di reciproco avvicinamento».
Blair e famiglia sono stati ricevuti al mattino, intorno alle 11. «Il ruolo della religione nella politica e nelle società» è stato «l'argomento principale» del «cordiale colloquio», ha detto ai giornalisti il portavoce Joaquin Navarro-Valls.
«È stato evidenziato — ha detto ancora — il contributo che i valori comuni fra le religioni possono dare al dialogo, in particolare a quello con l'Islam moderato, soprattutto sui temi della solidarietà e della pace».
Durante il colloquio, ha aggiunto il portavoce vaticano, «si è preso atto dei progressi decisivi del processo di pace in Irlanda del Nord» e «si è parlato anche dell'Africa, evidenziando l'esigenza che la comunità mondiale favorisca e sostenga con ogni mezzo la pacifica convivenza e lo sviluppo di quel continente».
L'ultima volta di Blair in Vaticano era stata l'udienza con Giovanni Paolo II del febbraio 2003, in piena crisi irachena. In quell'occasione, Wojtyla condannò la guerra in Iraq e chiese di «evitare nuove divisioni nel mondo». Ma non era mancata una tonalità familiare: anche in quell'occasione Blair era accompagnato da Cherie (che è cattolica) e dai figli.
Secondo Austen Ivereigh, direttore del dipartimento degli Affari pubblici che fa capo al cardinale di Londra Cormac Murphy-O'Connor, il primo ministro britannico avrebbe portato al papa anche l'invito a visitare la Gran Bretagna in un futuro prossimo.
«La Santa Sede — ha detto il portavoce all'agenzia Apcom — ha già chiarito che l'agenda del papa per il 2007 è piena, per cui è prevedibile che se una visita ci sarà, si tratterà del 2008 o dopo».
Blair, anglicano, non nasconde la sua simpatia nei confronti del cattolicesimo, che è la confessione della moglie Cherie e dei suoi quattro figli.
«È noto che padre Michael Seed, della diocesi di Westminster, celebra messa alla residenza dei Blair, a Downing Street, e il premier vi partecipa», ha detto Ivereigh. Quanto alla possibile conversione di Blair al cattolicesimo, di cui la stampa inglese in passato aveva più volte parlato, ha risposto: «Quello che succede nel cuore di Blair lo sa solo lui».

"Il Dialogo deve essere senza equivoci", di Magdi Allam.

Dialogo. Moderati. Due parole nobili che naturalmente sono complementari. Ma se ci aggiungiamo «Iran», esplode una sostanziale contraddizione. Ecco perché quando il Papa e Blair concordano sul «dialogo con l'islam moderato» e, parallelamente, la Chiesa e l'Onu auspicano il dialogo a oltranza con il regime nazi-islamico di Ahmadinejad, sorge un dubbio.E diventa doveroso domandarci: con chi dialoghiamo? Su quali basi? C'è un traguardo condiviso? Chi sono i moderati? Quale islam?
Lo scorso aprile il gesuita egiziano, padre Samir Khalil, aveva rivelato all'agenzia Asia News che Benedetto XVI aveva, sin dall'estate del 2005, deciso che il dialogo con l'islam si sarebbe concentrato sui diritti e la dignità della persona, accantonando l'approccio teologico perseguito da Giovanni Paolo II: «La teologia non è ciò che conta, almeno non in questa fase storica. Importa il fatto che l'islam è la religione che si sta sviluppando di più e che diviene sempre più un pericolo per l'Occidente e per il mondo. Il pericolo non è l'islam in generale, ma una certa visione dell'islam che non rinnega mai apertamente la violenza e genera terrorismo e fanatismo».
Ebbene chi più dell'Iran degli ayatollah incarna oggi questa versione deleteria dell'islam? Allora, si può o si deve dialogare comunque pur di prevenire e impedire un'azione militare contro le centrali nucleari iraniane, dalle conseguenze imprevedibili per la sicurezza e la stabilità internazionali? Si può e si deve dialogare anche se corriamo il rischio che Ahmadinejad stia soltanto guadagnando tempo, per accelerare la produzione dell'atomica con cui promette di distruggere Israele e mira a sottomettere alla sua mercé i Paesi musulmani?
Ebbene, proprio il caso iraniano insegna che il dialogo ha un limite invalicabile: il riconoscimento del diritto alla vita altrui. Perché se così non è, il dialogo si trasforma nella legittimazione del nostro carnefice. Il dialogo non è uno strumento neutro, non è fine a se stesso, non si dialoga per dialogare. Purtroppo proprio l'Occidente ha recentemente assunto un'interpretazione aberrante del dialogo, decidendo di sdoganare e legittimare degli apologeti del terrorismo, i Fratelli Musulmani, pur di isolare e di sconfiggere Bin Laden e gli islamici jihadisti. Portando Hamas al potere nei territori palestinesi e facendoli entrare in gran numero nel parlamento egiziano. Chiudendo tutti e due gli occhi sul fatto che questi sedicenti islamici «moderati» negano il diritto di Israele all'esistenza, praticano e legittimano il terrorismo. Lo stesso Blair ha incluso Tariq Ramadan, il più rinomato e subdolo leader politico dei Fratelli Musulmani in Europa, in una speciale task force incaricata di dare suggerimenti su come «fermare la tendenza alla violenza dei musulmani britannici». E in Italia gli ha fatto eco l'ex ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, che ha incluso nella «Consulta per l'islam italiano» Nour Dachan, il presidente dell'Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia).
L'atteggiamento dell'Occidente può significare suicidio. Se si approfondisse la storia recente dell'Algeria, dell'Egitto e dell'Arabia Saudita, si scoprirebbe che il dialogo e la legittimazione dei Fratelli Musulmani ha spianato la via ai jihadisti, che sono in definitiva due facce della stessa medaglia, uniti dalla volontà di imporre la sharia e dar vita a uno Stato islamico. Non possono essere loro i «moderati». Questi «moderati» sono un pericolo maggiore dei terroristi islamici. Perché mentre Bin Laden rappresenta una minoranza invisa agli stessi musulmani, i Fratelli Musulmani — forti del controllo delle moschee, scuole coraniche, enti finanziari, associazioni caritatevoli e quinte colonne nelle istituzioni — riescono a plagiare e a sottomettere al loro potere la maggioranza dei musulmani. Quindi soltanto il riconoscimento del diritto alla vita altrui, a cominciare da quella di Israele, legittima il principio del dialogo e il concetto di moderati.
Se questo è il senso dell'appello del papa, l'Occidente farà bene ad ascoltarlo. E a trasformare in azione le parole «nobili» di ieri. Con coerenza.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sulla e-mail sottostante.


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT