Il MATTINO del 1 giugno 2006 fornisce on line una cronaca corretta sulla risposta israeliana all'aggressione terroristica da Gaza. Fa eccezione un commento finale fuori luogo e fazioso (sottolineato). Che sia una nuova rotta del quotidiano napoletano ? Anche se abbiamo i nostri dubbi ci teniamo a segnalare un articolo che informa (in buona parte) in contrapposizione alla valanga di articoli di disinformazione pubblicati fino ad ora dal MATTINO
Ecco il testo:
Gerusalemme. Brusco risveglio per il ministro israeliano della Difesa Amir Peretz: «Dovevo uscire di prima mattina per partecipare ad una seduta del consiglio di Difesa del governo. Dieci minuti prima dell'ora in cui contavo di alzarmi ho sentito la sirena cittadina di allarme, e subito dopo una forte esplosione». Le pareti hanno tremato. Da una finestra Peretz ha visto che una colonna di fumo innalzarsi dal tetto della casa di un suo vicino, Moti Ashkenazi. «Non è la prima volta che la sua casa è colpita. Subito ho telefonato a Moti e Ziona per sentire come stavano. Poi sono andato a trovarli di persona». Un miracolo, è stato detto al ministro. Il tetto in cemento aveva fermato il razzo sparato da Gaza, in apparenza da miliziani della Jihad islamica. Una scheggia aveva raggiunto una vicina bombola di gas, che tuttavia non è esplosa. Danni rilevanti, ma nessuna vittima. Un'altra mattinata di tensione a Sderot, pochi chilometri a nord di Beit Hanun, una città all'estremo nord di Gaza. Da agosto, da quando Israele ha completato il ritiro da Gaza, quasi non passa giorno senza che a Sderot cadano uno o più razzi. Dieci giorni fa, altro «miracolo», un razzo palestinese è esploso in una classe vuota perchè, si è appreso dopo, gli allievi non riuscivano in quel momento a trovarne la chiave. Nel novembre scorso, quando a sorpresa fu eletto leader del partito laburista, nel primo discorso in pubblico Peretz, nota «colomba», aveva lanciato un messaggio distensivo ai palestinesi di Gaza. «Non vogliamo che i nostri bambini soffrano, ma non vogliamo nemmeno che i bambini di Beit Hanun soffrano. Vogliamo disse con trasporto - che questo sia un confine di pace, che un giorno i nostri bambini giochino assieme». Sei mesi dopo la stampa palestinese vede in Peretz un nemico sanguinario che autorizza raid aerei ed esecuzioni mirate.
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