Cosa dice di Ahmadinejad chi ha accusato il Papa di revisionismo ? una lettera di Giorgio Israel
Testata: Il Foglio Data: 01 giugno 2006 Pagina: 0 Autore: Giorgio Israel Titolo: «Israel inchioda alla loro ipocrisia quelli che Benedetto no e Ahmadinejad sì»
Dal FOGLIO di giovedì 1 giugno 2006, una lettera al direttore di Giorgio Israel:
Al direttore - Abbiamo visto grandi intellettuali, giornalisti di primo piano, ex presidenti dell’Unione delle comunità ebraiche e tanti altri sezionare rigo per rigo il discorso di Benedetto XVI ad Auschwitz ed emettere una severa sentenza: il Papa ha minimizzato la Shoah, ha assolto il popolo tedesco dalle sue responsabilità, è fuggito nelle nebbie dell’escatologia, ha nascosto le colpe della chiesa. Fino alla condanna più terribile e infamante: il Papa è revisionista. Lasciamo per un momento da parte le diversità di valutazione. Tanta spasmodica attenzione per la Shoah, tanta occhiuta vigilanza affinché nessuno osi sfiorarla in forme non perfettamente confacenti a quelle codificate dalle sue vestali, commuove profondamente. Davvero la memoria ha elevato un impenetrabile ombrello di difesa. E allora non sarà troppo chiedere un piccolo gesto di coerenza, nient’altro che un banale corollario di tanto rigore. Siamo di fronte al più grande negazionista vivente, il presidente iraniano Ahmadinejad. Costui nega la Shoah e la ridicolizza come una montatura, chiede all’Europa di accogliere sul suo suolo sei milioni di ebrei di Israele, altrimenti lui li farà fuori non appena disporrà dell’atomica. Si appresta a venire in Europa per l’inaugurazione dei campionati del mondo di calcio, accolto da un comitato d’onore composto anche da gruppi neonazisti. Il ministro dell’Interno tedesco ha detto che non si potrà non accogliere Ahmadinejad, se vorrà venire, per questioni di “ospitalità”. Non possiamo credere che i paladini della memoria della Shoah di cui sopra taceranno di fronte a un simile affronto, e si limiteranno a guardare lo spettacolo in televisione, distesi in poltrona con un bicchiere di birra in mano, mentre la mente stanca viene attraversata dall’idea di una puntuta freccia polemica che – peccato! – avrebbero potuto aggiungere alla loro requisitoria contro il Papa. Siamo certi che vorranno farsi promotori di un appello vibrato, con tutta l’autorità di cui dispongono, per chiedere che un simile affronto venga evitato all’Europa, vigile custode della memoria della Shoah. Potremmo chiedere molte altre cose. Per esempio, che, prima di promuovere iniziative di dialogo con Hamas, si chieda con pari vigore la cancellazione dalla sua carta costitutiva delle efferate dichiarazioni antisemite e negazioniste di cui è farcita. Ma, una cosa per volta. Per ora ci accontenteremmo dell’iniziativa sul presidente iraniano. Per ragioni di coerenza, si diceva. Oseremmo dire: per ragioni di decenza. Giorgio Israel
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