Dalla prima pagina della Gazzetta dello Sport del 31 maggio 2006, riportiamo un importante articolo di Francesco Bonami, Diretore del Museo di arte contemporanea di Chicago, contrario alla partecipazione dell'Iran ai mondiali di calcio:
MILANO, 31 maggio 2006 - Due domande per i lettori della Gazzetta. Una ipotetica e una vera. Immaginate che il Mondiale di calcio si svolgesse in Italia e che la Libia si fosse qualificata. Qualche settimana prima della partita inaugurale, il colonnello Gheddafi dichiara alla stampa che le Fosse ardeatine sono una balla, così come la strage di Piazza Fontana, quella di Bologna e l’Italicus, e anche il Vajont, secondo lui, è stato un’invenzione. In più dice che se fosse per lui l’Italia scomparirebbe dal Mediterraneo. Ora, però, il colonnello, lo sappiamo bene dal figlio che ha giocato nel Perugia e nell’Udinese, è un appassionato di calcio, e ha deciso di venire a vedere la nazionale libica giocare a Genova contro la Scozia. Che facciamo? Lo lasciamo entrare come se nulla fosse, oppure, viste le sue strampalate e offensive dichiarazioni, lo lasciamo fuori? Chiaramente questa è solo un’ipotesi.
Ma veniamo alla vera domanda. Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, ha dichiarato, davvero, che l’Olocausto è un’invenzione, nessun ebreo è mai morto ad Auschwitz o Mauthausen, aggiungendo, se non bastasse, che Israele dovrebbe essere spazzolato via insieme, chiaramente, a tutti gli israeliani. Detto questo, fra pochi giorni, tifoso sfegatato, vorrebbe andare a Norimberga, dove se ricordate, dopo la seconda guerra mondiale, fu fatto un processo a dei signori che, secondo l’idea del primo cittadino persiano, non avevano fatto mai male ad una mosca. Vuole andare a Norimberga, non certo per parlare di storia, ma per vedere la prima partita della nazionale iraniana al Mondiale.
Le autorità tedesche non sanno che fare, nicchiano. In fondo, alcuni dicono, a Teheran ci sono più Mercedes e Bmw che ad Amburgo, non fare entrare il presidente potrebbe mettere a repentaglio gli affari dei nostri concessionari laggiù. Altri dicono, invece, che Mercedes, Bmw, o petrolio che sia, non importa, uno pazzo che dice quelle cose, specialmente in Germania, dove certi fatti se li ricordano bene e se ne vergognano ancora, a fare il tifo non può venire. Lui intanto ha perfino scritto a Bush una misteriosa lettera, dove, pare, chiede di fare la pace e magari anche di convincere i crucchi a dargli un biglietto di tribuna. Se all’entrata ci foste voi lo lascereste passare? Io no. Gli direi di farsi l’abbonamento al satellite, rimanendo a casa sua, con le persiane chiuse, pensando, tra un tempo e l’altro, con più attenzione alle terribili sciocchezze che dice.
Dal blog di Carlo Panella (presente tra i nostri link), riportiamo la proposta alternativa del giornalista:
Il governo tedesco è in palese imbarazzo per l'intenzione manifestata dal presidente iraniano Ahmadinejad di assistere -e proprio a Norimberga- alla prima partita del campionato del mondo di calcio che vede impegnata la nazionale iraniana.
Molti chiedono di negargli il visto. Molti pensano, giustamente, che sia un gesto controproducente nei confronti del popolo iraniano.
Ma c'è una soluzione, facile: la kanzlerin Angela Merkel inviti tutti gli spettatori a sventolare bandiere israeliane. Bandiere che il governo tedesco avrà cura di distribuire gratuitamente all'ingresso dello stadio.
Proposta semplice, ma efficace, che non ha bisogno di spiegazioni.
Ad effetto
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a scrivere alla Gazzetta dello Sport e al blog di Carlo Panella per esprimere la propria opinione e a utilizzare queste proposte per scrivere ai quotidiani di riferimento