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La Stampa Rassegna Stampa
30.05.2006 Un articolo che lascia perplessi
quello di Igor Man sulla profanazione del cimitero ebraico di Milano

Testata: La Stampa
Data: 30 maggio 2006
Pagina: 13
Autore: Igor Man
Titolo: «Il Dio nascosto nei cimiteri profanati»
La lettura di:"Il Dio nascosto nei cimiteri profanati" di Igor Man su Specchio del 27 maggio 2006  lascia perplessi per tante ragioni. Si inizia con la "non esclusione" che i colpevoli possano essere gli zingari del "limitrofo campo nomadi". Lasciamo agli inquirenti indagare in tutte le direzioni, e chi scrive non invada il campo altrui senza avere nessuna prova. Il fatto di abitare in un campo limitrofo non significa proprio nulla. Lascia inoltre perplessi la scelta di affidare al Vecchio Cronista il commento di questo turpe, ma non isolato, episodio. Certo in un paese libero tutti hanno diritto di scrivere di tutto, ma ragioni di opportunità avrebbero dovuto forse far affidare ad altri il commento di quel fatto di cronaca. Non avremmo così letto di ricordi di un "giovanissimo partigiano" che ascoltava il "signore tunisino" che "ossessivamente gli chiedeva: perché?", o del suo "amico David" che "abbracciandolo, fieramente, diceva: perché sono ebreo". A questo proposito, occorre ricordare che esistono appositi comitati pronti a registrare eventuali aiuti prestati. Perché Man non si rivolge ad essi invece di raccontare sula stampa storie non verificabili? 
Scrive ancora Man: "nel mondo islamico, in Europa, Israele é oggi considerata la mano politica di Washington in Medio Oriente, come mai prima"; perché non ha mai riconosciuto, il nostro esperto di Medio Oriente, che Israele, e non solo da oggi, trova solo negli USA, e in pochi altri governi, una non distratta attenzione anche alle proprie priorità? E poi sono proprio gli articoli come quelli che scrive da anni Man una delle principali ragioni per le quali un meno attento lettore potrà riconoscere nell'ebreo la causa dei mali di questo mondo; e così neppure gli atti contro i morti ebrei finiranno di apparire con costante continuità nelle cronache dei nostri giornali.
Ecco il testo:


“Il vento antisemita”: questo il titolo di un drammatico fondo di Gad Lerner su Repubblica . A dettarlo all’autore è stata la profanazione del cimitero ebraico di Milano il 16 di maggio scorso. Due tombe spaccate, un’altra quarantina di cippi buttati giù a calci, scrive il cronista Massimo Pisa e Gad Lerner si augura “di avere a che fare con semplice teppismo”. Egli non esclude infatti che i protagonisti della profanazione vengano dal limitrofo campo-nomadi di Triboniano “bruciato e subito ricostruito due mesi fa” – se così fosse “vivremmo l’ennesimo paradosso: come dimenticare che i nazisti gasarono anche gli zingari? “Finirono nelle camere a gas insieme agli ebrei, e ancora oggi restano le vittime di un’ostilità difficilissima da vincere”. “Lascia sgomenti, conclude Gad, “la scoperta di un antisemitismo che torna a proporsi oggi attualissimo da diversi versanti…” A Torino durante quella visitatissima fiera del libro, Ernesto Ferrero, lui , lo scrittore di successo (vedi il record di vendite di N. che organizza e dirige la fiera con una snella squadra di giovani esperti coordinati dall’infaticabile Pautasso, mi ha proposto, oltre agli interventi sotto i riflettori, della Sala Gialla e Azzurra eccetera, di incontrare “in periferia” anonimi cultori del Libro. Hoa accettato senza esitare: quando cominciai a fare il giornalista diffidavo dell’Uomo, ma strada facendo ho imparato a rispettarlo, per infine, sessant’anni dopo, amarlo (forse). Due, in particolare, sono gli incontri che hanno gratificato il Vecchio Cronista: quello della Biblioteca civica F. Cognasso in Corso Cincinnato e quello presso la Tensostruttura Fiat-Parcheggio Gtt in piazzale Caio Mario. E’ emerso dalle due assemblee (affollatissime) un amore ragionato per la lettura e un nobile interrogativo: Come farsi ascoltare dal “vertice”? Ma, poi.,le domande sul conflitto tra Israele e l’Autorità palestinese “ che rischia di avvelenare gli animi resuscitando vecchi fantasmi come, appunto , l’antisemitismo” Che fare per scongiurare possibili disastri? Partecipare è la risposta Come? Scrivendo al giornale che se troverà pertinenti le lettere le pubblicherà (I politici leggono la posta dei lettori). Nella sua importante rubrica Posta e risposta, Lucia Annunziata pubblica la lettera della signora Francesca delle Piane sulle tombe profanate: “credo che all’origine di tutto ciò ci sia l’antisionismo che in Italia è molto diffuso (…) che viene costantemente confuso e mescolato con l’antisemitismo (…) ciò deve finire: gli italiani di credo e cultura ebraica non vanno confusi con gli israeliani”. All’antisionismo, risponde Lucia, “io aggiungerei l’antiamericanismo. Paradossalmente i sentimenti anti-Usa, cresciuti dopo l’11 settembre, a seguito delle guerre in Afghanistan e Iraq, hanno fatto da volano a viscerali attacchi contro i sionisti. Nel mondo islamico, in Europa, Israele è oggi considerata la mano politica di Washington in Medio Oriente, come mai prima”. Mentre scriviamo il nostro pensiero corre a quando noi giovanissimi partigiani in Roma occupata aiutavamo gli ebrei a salvarsi, avendo coraggiosamente paura. Ricordo un signore tunisino che ossessivamente “perché” mi chiedeva . ricordo quand’ero in collegio il mio amico David che un brutto giorno venne allontanato e abbracciandomi disse, con tranquilla fierezza: “ E’ perché sono ebreo”. Ecco, potremmo rispondere al “perché” degli ebrei di nuovo offesi che la presenza di Dio è più forte dove si manifestano le contraddizioni più tragiche. In forza di questo “disperato paradosso” (di Sergio Quinzio), Dio è fortemente presente nel cimitero di Milano là dove ignoti mascalzoni ignoranti hanno profanato , insieme alla Stella di Davide, la pietas. Costoro praticano il cosiddetto “eroismo dei codardi”, sicché cercano nell’Altro il capro espiatorio del loro malessere urbano. Sia come sia, sono vittime di una duplice incapacità: quella di vivere con gli altri, quella di vivere soli.

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