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La Stampa Rassegna Stampa
29.05.2006 Scontri al confine israelo-libanese
la cronaca di Aldo Baquis

Testata: La Stampa
Data: 29 maggio 2006
Pagina: 8
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Libano- Israele, battaglia al confine»

Cronaca di Aldo Baquis sugli scontri al confine tra Libano e Israele da LA STAMPA di lunedì 29 maggio 2006 . Segnaliamo che non é solo Israele, come scrive Baquis,  a sostenere che le fattorie di Shaba appartengono al Golan, e dunque non sono rivendicabili dal Libano o da chi pretende di farne le veci (i terroristi di Hezbollah). Lo riconosce persino l'Onu.
Ecco il testo:

 La tensione fra Israele e Libano è bruscamente tornata a salire ieri quando una base della aviazione israeliana nella Alta Galilea è stata centrata a sorpresa da razzi libanesi. Per il resto della giornata si sono avute ritorsioni di vario genere: Israele ha bombardato obiettivi palestinesi in Libano, i guerriglieri Hezbollah hanno lanciato un attacco di artiglieria contro città e villaggi ebraici in Alta Galilea e Israele ha risposto martellando per ore decine di avamposti sciiti nel Libano meridionale. In Libano gli attacchi israeliani hanno fatto due morti (un palestinese e un guerrigliero Hezbollah), in Israele si sa di due soldati feriti: uno grave, l'altro leggero.
In serata gli osservatori internazionali dell'Unifil sono riusciti a riportare una calma precaria. Ma i problemi di fondo restano irrisolti: Israele accusa il governo di Beirut di non fare alcunché per contenere i guerriglieri libanesi e palestinesi; il premier libanese Fuad Siniora replica che le radici della tensione sono nelle Fattorie Shaba, una minuscola area di confine da cui Israele non si è ritirato nel 2000 perché - afferma - fa parte del Golan; e gli Hezbollah continuano a rifiutarsi di consegnare le armi al governo libanese in quanto affermano che «appartengono alla resistenza».
La tensione era gradualmente salita a partire da venerdì quando a Sidone, nel Libano meridionale, l’esplosione di un’autobomba aveva provocato la morte di Mahmud Majzoub, un comandante locale della Jihad islamica, e del fratello Nidal. Per il loro superiore gerarchico, Abu Imad Rifai, non c'era dubbio che dietro all’eliminazione c'era il Mossad, il servizio di spionaggio israeliano.
Israele ha smentito di essere responsabile dell'attentato. Ma nello stesso tempo un giornale libanese, «a-Safir», ha rivelato che lo stesso Hassan Nasrallah, il leader degli Hezbollah, è scampato a un complesso attentato tesogli a fine aprile da un commando dotato di razzi «Law» con i quali intendeva centrare il suo convoglio presso gli uffici centrali della organizzazione a Haret Horeik. Già due anni fa, secondo «a-Safir», Israele ha cercato di eliminare Nasrallah con indumenti capaci di sprigionare sostanze chimiche.
Viste le notizie che giungevano dal Libano, Israele aveva deciso nei giorni scorsi di elevare lo stato di allerta sul confine. Ieri, quando la base dell’aviazione è stata attaccata, Israele ha colpito a sua volta due basi del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, presso Beirut e vicino al confine con la Siria. Poi gli scontri si sono estesi alla Alta Galilea (dove 200 mila israeliani sono stati costretti a riparare nei rifugi) e al Libano meridionale.
Al termine della giornata di guerra, Beirut e Gerusalemme - attraverso i buoni uffici dell'Unifil - hanno concordato una sospensione delle ostilità. In Israele si osserva da giovedì la Festa di Shavuot: ci sarà un lungo ponte che molte migliaia di turisti vorrebbero tranquillamente trascorrere in Galilea. Sempre che Nasrallah - che nei giorni scorsi si è vantato di poter «far scappare fino a Tel Aviv» gli abitanti della Galilea - non abbia progetti diversi.

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