Israele denuncia Ahmadinejad all'Aja un articolo di Fiamma Nirenstein
Testata: La Stampa Data: 25 maggio 2006 Pagina: 13 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «E Tel Aviv denuncia Ahmadinejad all'Aja»
Dalla STAMPA di mercoledì 24 maggio 2006, un articolo di Fiamma Nirenstein:
Fino ad ora abbiamo parlato quasi esclusivamente del rischio atomico. Adesso, vogliamo che l'opinione pubblica specie quella europea si renda conto che c'è un secondo fronte con Ahmadinejad: quello di un nuovo genocidio!. Così dice l'ambasciatore Dore Gold, ormai deciso a denunciare il presidente dell'Iran al tribunale dell'Aja. Israele è all'attacco. E non c'è solo questa iniziativa. Iran, Ahmadinejad, sterminio, atomica, sanzioni, attacco militare... E’ il primo punto ormai. Di certo nei colloqui fra George Bush e Ehud Olmert di ieri notte, queste parole hanno avuto un ruolo prevalente. Sia, certo, perchè sono il terreno su cui i due leader si trovano più vicini, ma anche perché Israele ha deciso di entrare in uno stato di allerta costante sull'Iran, applicando un atteggiamento non difensivo, ma aggressivo, almeno ideologicamente e fino a eventuali nuove decisioni. E’ una scelta vitale per il Paese ormai preso di mira una volta la settimana dalle parole di odio e sterminio del presidente iraniano, accompagnate dall’annuncio dei costanti progressi verso l'arma atomica. Già sull'aereo che lo portava a Washington Olmert ha detto che l'Iran è la più grande minaccia per il popolo ebraico dal tempo del nazismo, che il pericolo è imminente e che «l'Iran si trova a mesi, e non a anni dalla bomba atomica». Netanyahu è stato per anni il maggior nemico di Olmert, ed è quindi indicativo di una situazione eccezionale la sua cooptazione in un «forum di primi ministri» che comprenderà anche Barak. I missili di Ahmadinejad possono raggiungere Tel Aviv e al contrario di quelli di Saddam «non cadranno in mare». Ma l'iniziativa più innovativa è quella di un gruppo di diplomatici israeliani che dopo mesi di studio sta per chiedere alla Corte Internazionale dell'Aja di avviare un procedimento legale contro Mahmoud Ahmadinejad per crimini contro l'umanità. «Esiste la Genocide Convention votata dall'assemblea dell'ONU nel 1948 - dice Dore Gold, ex ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite - e stabilisce il principio fondamentale che nessuno possa progettare un genocidio impunemente. La comunità internazionale deve intervenire». Ma il tribunale dell'Aja non è proprio quello che Israele ha ritenuto ingiusto e pieno di pregiudizi quando l'ha condannato per il recinto di difesa? “Certo, ma non intendiamo comunque rinunciare a dare la nostra parola in un contesto di legalità internazionale. Abbiamo sempre seguitato a farlo all'ONU, che ci ha letteralmente inondato di risoluzioni ingiuste; adesso, speriamo che la grande preoccupazione che si vede in Europa si trasformi in sostegno». In sostanza, ci spiega Gold, l'idea è che l'Europa che è intervenuta nel caso della Bosnia ed è sensibile al tema del Rwanda, si mobiliti in difesa di un popolo che ha tanto sofferto e che è oggi, di nuovo, gratuitamente minacciato di genocidio. Il documento preparatorio per l'Aja cita la retorica impazzita del presidente iraniano, che vuole «spazzare via Israele dalla mappa». Cita anche il suo pratico impegno nel finanziamento del terrorismo della Jihad islamica e degli hezbollah. Argomenti che ieri notte con nomi, date, cifre, sono certo stati esposti al presidente Bush, per mostrare come la guerra in Medio Oriente si sia trasformata in un terreno di imprese per l'Islam estremo. E ancora una cosa probabilmente Olmert ha detto in segreto al Presidente americano: «So che il generale Rayden è il nuovo direttore della CIA proprio perchè il problema dell'Iran ha richiesto un ricambio; adesso, se ti muovi, faccelo sapere con molto anticipo, perchè noi siamo il primo bersaglio degli ajatollah».
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione della Stampa lettere@lastampa.it