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La Stampa Rassegna Stampa
23.05.2006 Scudo antimissili in Europa per proteggersi dall'Iran
il progetto del Pentagono

Testata: La Stampa
Data: 23 maggio 2006
Pagina: 13
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Scudo missilistico anti-Iran»

Da La STAMPA di martedì 23 maggio 2006:

Il Pentagono progetta la creazione di una base in Europa per intercettori anti-missile per proteggersi da attacchi provenienti dal Medio Oriente e in particolare dall'Iran.
A svelare i piani del ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, è stata la richiesta formulata dal Pentagono al Congresso per uno stanziamento iniziale di 56 milioni di dollari per far cominciare lavori che dovrebbero terminare nel 2011 e comportare una spesa complessiva di almeno 1,6 miliardi di dollari. Sebbene l'amministrazione Bush non confermi il progetto, il «New York Times» ha aggiunto ulteriori dettagli: la base potrebbe essere costruita in Polonia oppure nella Repubblica Ceca ovvero due delle nuove democrazie dell'Est che più sono state vicine alle scelte della Casa Bianca nella guerra al terrorismo, tanto in Afghanistan quanto in Iraq. I negoziati con Varsavia e Praga sono in corso, sollevando i timori di Mosca che, come ha fatto sapere il capo di stato maggiore Yuri Baluyevsky, teme il loro coinvolgimento nelle «avventure militari americane».
Il progetto della base europea nasce nel quadro della scelta strategica fatta da George W. Bush sin dal febbraio 2001 di dotare gli Stati Uniti di uno scudo antimissile capace di difendere il territorio nazionale da attacchi balistici e non convenzionali. Sebbene gli studi e test relativi siano stati circondati da polemiche e non sempre coronati da successi, il dispiegamento dello scudo è iniziato alla fine del 2004 con l'inaugurazione di una prima base per nove intercettori a Fort Greely in Alaska e di una seconda per due intercettori alla Vandenberg Air Force Base in California. Nei piani del Pentagono quando questi missili e radar saranno operativi dovranno difendere gli Stati Uniti da possibili attacchi provenienti dal lato opposto del Pacifico e segnatamente dalla Corea del Nord, che già dispone di armi nucleari e di missili intercontinentali capaci di raggiungere le coste della California.
Sul fronte atlantico la nuova minaccia viene dall'Iran, di cui è noto il possesso di missili con almeno 1200 km di raggio e lo sviluppo accelerato del programma nucleare. Da qui la decisione di ammodernare le basi radar di Flyingdales, nel nord-est della Gran Bretagna, e Thule, nella Groenlandia danese, e quindi di identificare il luogo dove posizionare i silos per gli intercettori. A tale riguardo l'Europa dell'Est e del Sud è logisticamente preferibile rispetto a quella centrale e del Nord. Installare almeno 10 missili intercettori in Polonia o Repubblica Ceca richiederà accordi bilaterali ad hoc che potrebbero in futuro entrare a far parte della struttura militare dell'Alleanza Atlantica.
Sempre in Europa, l'amministrazione Bush ha già siglato accordi con la Germania e l'Italia per lo sviluppo del sistema anti-missile mobile «Meads», destinato ad essere dispiegato a partire dal 2014 sostituendo i Patriot nella difesa da minacce di corto e medio raggio. Nel corso del 2005 il governo Berlusconi ha discusso con l'amministrazione Usa anche la possibile creazione di un'istallazione radar - probabilmente in Puglia - simile a quella di Flyingdales.
In attesa che si definisca il dispiegamento dello scudo in Europa, gli alleati che più collaborano con Washington nella difesa antimissile sono Giappone, Israele ed India. Il premier di Tokyo, Junichiro Koizumi, ha destinato parte importante del bilancio della Difesa ai progetti antimissile, sentendosi minacciato dai vettori nordcoreani. Lo Stato Ebraico ha sviluppato dal 1991 con il Pentagono il sistema «Arrow» e sta studiando nuovi vettori capaci di intercettare missili di gittata minore - come i katiusha provenienti dal Sud Libano - che potrebbero essere anche impiegati da Giappone e India per tutelarsi da possibili minacce nordcoreane o pakistane. New Delhi punta a dotarsi anche di una difesa da attacchi intercontinentali ed ha inviato a tal fine un gruppo di propri scienziati militari nelle basi Usa della California.

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