Marcia indietro del CORRIERE della SERA. L'articolo sull'antisemitismo polacco pubblicato l'altro giorno prendeva lucciole per lanterne. Da dimenticare. Certo, il giornalista era Sandro Scabello, lo stesso che firma l'intervista-smentita di oggi, dal titolo "La Polonia non è antisemita", ma fa lo stesso. Tout va très bien, madame la marquise. Non ci stiamo, il nuovo governo polacco non solo è antisemita, al di là della presenza di un alleato di governo dichiaratamente tale, è anche un governo schierato contro i diritti civili. L'Europa ha il dovere di preoccuparsi. E di intervenire, fino al punto di riconsiderare la presenza prossima in Europa della Polonia. Pubblichiamo l'intervista in ginocchio del povero Scabello, giornalista di prim'ordine, questa volta però obbligato ad ingrato compito. Al suo pezzo facciamo seguire una breve nota da REPUBBLICA con la protesta dell'ambasciatore d'Israele a Varsavia.
Ecco l'articolo dal Corriere:
ROMA — Tranquilla Europa, la democrazia in Polonia è salda, le riforme continueranno e non esiste alcun pericolo di deriva populista.
L'ingresso nel governo conservatore dell'antisemita Roman Gyertich, leader della Lega delle famiglie polacche e del populista Andrzej Lepper, entrambi contrari all'ingresso della Polonia nell'Ue, non inciderà sulla strategia di Varsavia che intende svolgere una «politica attiva all'interno dell'Unione». A riaffermarlo con vigore è il primo ministro polacco Kazimierz Marcinkiewicz che si è intrattenuto giovedì scorso a colloquio con Benedetto XVI, alla vigilia dalla visita del Papa in Polonia. Ex insegnante di fisica ed ex capo di gabinetto del premier Jerzy Buzek alla fine degli anni '90, Marcinkiewicz si è visto affidare fra la sorpresa generale la guida dell'esecutivo dopo la rinuncia di Jaroslaw Kaczynski, leader di Legge e giustizia, il partito vittorioso alle ultime elezioni, per non intralciare la scalata presidenziale del fratello gemello Lech.
Bruxelles guarda con inquietudine alla situazione polacca. La Polonia rischia l'emarginazione?
«Ho incontrato di recente a Vienna tutti i leader dei Paesi europei, ma nessuno ha espresso particolare preoccupazione. Non è la prima volta che partiti di ispirazione populista vanno al governo in un Paese europeo. Mi viene in mente l'Austria. Ecco, la nostra situazione è identica. Ma il programma del governo — rafforzamento e risanamento delle strutture dello Stato e modernizzazione dell'economia — non cambia ed è sostenuto da tutti i partiti della coalizione».
Lei ha ricordato Haider e il caso austriaco. All'epoca l'Unione impose sanzioni a Vienna.
«Sì, ma ricordo anche che oggi il cancelliere Schüssel è il presidente di turno dell'Unione europea e che l'Austria prosegue a ritmo veloce sulla strada dello sviluppo suscitando l'ammirazione dei partner europei e della stessa Unione che ha dimenticato da un pezzo le sanzioni ».
La coabitazione con un movimento dichiaratamente antisemita come la Lega delle famiglie polacche non le crea qualche imbarazzo?
«I leader dei partiti al governo rifiutano simili atteggiamenti, altrimenti non avrebbero potuto farne parte. C'è un proverbio polacco che si addice perfettamente alla situazione: se non puoi avere quello che ti piace, accontentati di quello che hai».
Come giudica l'antisemitismo di Radio Maryja, l'emittente ultracattolica che è arrivata al punto di criticare Papa Ratzinger?
«Esistono in Polonia leggi precise che vietano l'istigazione all'ostilità fra le razze e vanno rispettate. Ho espresso a Marek Edelmann (l'ultimo sopravvissuto dell'insurrezione del ghetto di Varsavia, ndr) il mio personale rincrescimento per le dichiarazioni antisemite diffuse dall'emittente».
Non pensa che la politica di resa dei conti e le verifiche sul passato comunista nuocciano alla pace sociale e al processo di riconciliazione nazionale?
«Il mio partito ha vinto le elezioni con un programma che poggiava sulla necessità di decomunistizzare il Paese e che ha raccolto i consensi di una larga parte dell'elettorato. Occorre ristabilire la verità dei fatti storici. La pace sociale non può che basarsi sulla verità».
È vero che Varsavia sarebbe pronta a rivedere il suo «no» al gasdotto del Nord in cambio di una partecipazione alla realizzazione dell'opera?
«La nostra posizione non è cambiata. Quando l'impianto sotto il Mar Baltico verrà realizzato, nell'altro gasdotto che transita in territorio bielorusso e polacco verranno ridotte le forniture di gas. Quale governo, in una situazione del genere, non si preoccuperebbe e non agirebbe in difesa dei propri interessi? Il gasdotto russo-tedesco è una minaccia per la sicurezza energetica della Polonia. Ci sono poi grossi rischi ecologici. Durante la Seconda guerra mondiale sui fondali del Baltico sono state affondate grandi quantità di esplosivi e armi chimiche. I lavori sottomarini potrebbero causare gravi danni a tutti i Paesi che si affacciano sul Mar Baltico».
L'adozione dell'euro sarà sottoposta a referendum?
«Non vogliamo ripetere gli errori commessi da quei Paesi che sono approdati nella zona euro senza un'adeguata preparazione. Penso che entro quest'anno riusciremo a soddisfare i criteri di Maastricht e che nel 2009 saremo in grado di iniziare i negoziati con l'Unione europea. A quel punto si deciderà se indire o meno il referendum».
Da Repubblica la replica dell'ambasciatore d'Israele a Varsavia:
Varsavia, la destra estrema al governo protesta l´ambasciatore israeliano
Gerusalemme - Israele ha espresso ai diplomatici polacchi la propria preoccupazione per le recente inclusione nel governo di Varsavia di un partito di estrema destra, la Lega delle famiglie polacche. Lo riferisce il quotidiano Jerusalem Post, che rileva come nella Lega delle Famiglie abbiano libera circolazione istanze antisemite. Secondo il quotidiano, l´ambasciatore di Gerusalemme a Varsavia David Peleg ha espresso l´apprensione israeliana al presidente polacco Lech Kaczynski, il quale ha replicato che il principale partito polacco al governo, Legge e Giustizia, garantirà che l´antisemitismo non possa risollevare le testa. Il Jerusalem Post sottolinea che l´apprensione israeliana è dovuta al fatto che il leader della lega, Roman Giertych, è stato nominato ministro dell´Istruzione e vicepremier
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