Siamo sempre in attesa di poter sentire la voce dell'islam moderato, come si augura Magdi Allam. Nell'attesa, leggiamo cosa si insegna ai bambini nell'Arabia saudita. Sono gli stessi libri che circolano in tutto il mondo arabo, nessuna novità, non c'è bisogno che governi al Qaeda o Hamas, è lo stesso anche nei regimi cosidetti moderati. L'articolo che pubblichiamo è di Maurizio Molinari, sulla STAMPA di oggi, 22 maggio 2006, a pag.10: Sullo steso argomento anche sul CORRIERE della SERA un pezzo di Guido Olimpio.
Ecco l'articolo di Maurizio Molinari:
corrispondente da NEW YORK
L'ambasciata saudita a Washington da alcune settimane distribuisce un opuscolo di 74 pagine nel quale attesta l'avvenuta modifica di libri di testo nelle scuole ma il «Washington Post» risponde pubblicando un'inchiesta di Freedom House che documenta l'esatto contrario. Nina Shea, direttore del Centro per la libertà religiosa di Freedom House, ha raccolto ed esaminato decine di testi per le scuole elementari, medie e superiori saudite grazie alla collaborazione di insegnanti sciiti e sunniti «che non si riconoscono nella dottrina dell'Islam wahabita» che si richiama al movimento fondato 250 anni fa da Muhammad ibn Abd al-Wahab oggi alla base della monarchia.
Ciò che emerge dalla lettura dei testi lascia ben pochi dubbi. «Ogni religione al di fuori dell'Islam è falsa» è scritto in un manuale per la prima elementare, nel quale si chiede agli alunni di completare di proprio pugno la frase «chiunque muore fuori dall'Islam va all'inferno». Gli studenti di appena tre anni più grandi studiano su un testo dove è scritto che «la vera fede significa odiare i politeisti e gli infedeli». Chi compie il decimo compleanno si trova invece a studiare su libri più articolati. Eccone un esempio: «Così come i musulmani ebbero successo in passato nel cacciare i crociati cristiani dalla Palestina così emergeranno vittoriosi, grazie ad Allah, contro gli ebrei ed i loro alleati se riusciranno a restare uniti ed a combattere un vero Jihad per Allah».
Arrivati all'età che coincide con le scuole medie, un volume offre questa rappresentazione delle altri fedi monoteistiche: «Come scrisse Ibn Abbas gli ebrei, popolo del sabato, sono scimmie mentre i cristiani, infedeli della comunione di Gesù, sono porci». Gli insegnanti chedono agli studenti di cimentarsi in attività del tipo «scrivere una composizone sui pericoli che comporta imitare gli infedeli». Negli anni successivi il messaggio diventa sempre più esplicito: «Lo scontro della comunità dei musulmani con gli ebrei ed i cristiani dura da tempo e continuerà fino a quando lo vorrà Allah»; «è parte della saggezza di Allah che la lotta fra musulmani ed ebrei continuerà fino al giorno del Giudizio»; «i musulmani trionferanno perché sono nel giusto, chi è nel giusto è sempre vittorioso anche se la maggioranza è contro di lui». In tale cornice il libro di testo che la Freedom House identifica come rivelatore dell'intero approccio allo studio è un volume destinato agli studenti delle superiori nel quale si affronta il tema della Guerra Santa: «Il Jihad è il cammino di Dio e consiste nel combattere contro la miscredenza, l'oppressione, l'ingiustizia e coloro che le perpetrano. L'Islam è sorto attraverso il Jihad ed attraverso il Jihad ha alzato i propri stendardi. Il Jihad è uno degli atti più nobili, che portano un individuo vicino ad Allah, uno dei più significativi atti di obbedienza ad Allah».
A questo bisogna aggiungere che la storia del movimento sionista viene insegnata nelle medie e nelle superiori su volumi che citano a piene mani i «Protocolli dei Savi di Sion», il falso realizzato dalla polizia zarista a fine Ottocento per accusare gli ebrei di voler dominare il mondo e diventato poi un best seller nella Germania nazista di Hitler. Presentando i «Protocolli» come un testo autentico, viene insegnato agli studenti che «i sonisti sono dietro ogni cospirazione, scatenarono la Rivoluzione bolscevica, poi la Prima Guerra Mondiale e fecero cadere il califfato ottomano».
Questo tipo di insegnamenti, afferma Freedom House, sono alla base dell'educazione avuta anche dai 15 cittadini sauditi che presero parte agli attacchi dell'11 settembre 2001.
Per inviare la propria opinione alla Stampa, cliccare sulla e-mail sottostante.