Sparatoria a Gaza tra polizia palestinese e Hamas una cronaca di Gian Micalessin
Testata: Il Giornale Data: 19 maggio 2006 Pagina: 19 Autore: Gian Micalessin Titolo: «Palestinesi sull'orlo della guerra civile»
Dal GIORNALE di venerdì 19 maggio 2006:
I palestinesi sono sull’orlo della guerra civile. Come si temeva, il braccio di ferro tra la nuova milizia di Hamas e la polizia palestinesi, fedele al presidente Abu Mazen, ha scaturito nella notte tra ieri ieri e oggiaGazaunviolento scontro a fuoco tra le due fazioni. Almeno due persone sono rimaste ferite. È la prima volta che ciò accade e il segretario di Stato americano, la signora CondoleezzaRice, hasubito espresso il timore che gli eventi possano degenerare. «È una situazione tesa e pericolosa, che - ha detto - speriamo venga risolta. Riteniamo che il presidente Mazen abbia il diritto di esercitare le sue responsabilità come presidente del Paese». Per tutto il giorno i tremila spartachisti di Hamas avevamo mostrato i muscoli e le armi: da mercoledì controllavano incroci e strade della Striscia di Gaza. Gli altri, i gladiatori diAbuMazen, sfilavano e guardavano in cagnesco i nuovi arrivati. La piazza d’armi di Gaza era pronta per lo scontro. AbuMazenavevaintimato al governo di Ismail Haniye l’immediato ritiro della nuova banda armata affidata a JamalAbuSamhadaneh, un comandante dei Comitati popolari in testa alle liste nere degli israeliani. «Se non se ne vanno, la crisi sarà molto seria», ripeteva il negoziatoreSaeb Erekat ricordando che Abu Mazen «ha ordinato il dispiegamento delle forze di sicurezza regolari e ha ordinato ad Hamas di togliere dalle strade i propri uomini». Il premier Ismail Haniyeh invece sostenevala legittimità dellanuovaunità, formata secondo lui nel rispetto della legge, e «destinata all’integrazione nei servizi di sicurezza ». Più pericolose delle parole dei due leader, più minacciosa degli slogan dei miliziani schierati l’uno contro l’altro, è la crescente tensione. L’assassinio di due militanti diHamase il ferimento di un terzo all’inizio della settimana avevano innescato la prova di forza tra governo fondamentalista e presidenza. A rendere più plumbeala situazione contribuisce l’assalto di Tulkarem, nel nord della Cisgiordania,dove militanti di Fatah hanno interrotto a colpi di kalashnikov un incontro tra il vicepremier fondamentalista Nasser Shaer e il governatore della città, costringendo alla fuga il vicepremier. A Gaza, dove Abu Mazen conta, in teoria, sul controllo di polizia, sicurezza preventiva, intelligence, servizi di sicurezza militari e polizia navale, i giochi sono tutt’altro che fatti. Hamas fa affidamentosu molti quadri intermedi infiltrati negli apparati di sicurezza di Fatah e può, in caso di inasprimento dello scontro aperto, ridimensionare notevolmente i65mila armati fedeli, in teoria, al presidente. Uno scontro intestino dunque non fa comodo a nessuno. Né a un governo alla ricerca disperata di finanziamenti per restare in sella, né a un Presidente forte dell’appoggio internazionale. Suquel fronteAbuMazenpotrà sfruttare durante il fine settimana l’opportunità di un incontro con il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni in margine alla riunione del World Economic Forum di Sharm el Sheikh. Il primo segnale di apertura dopo molti mesi avvantaggia soprattutto il premier israeliano Ehud Olmert, protagonista nei prossimi giorni del suo primo incontro alla Casa Bianca. Un incontro preceduto dalmalumoreamericanoper l’eccessiva enfasi dedicata ai piani unilaterali di ritiro dalla Cisgiordania anziché alla ripresa dei negoziati.
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