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Una lettera ad Alberto Asor Rosa 17/05/2006
Ill signor Asor Rosa, che ritiene che "gli ebrei da razza perseguitata sono diventati razza persecutrice" (un topico dell'antisemitismo dei nostri giorni), scrive una lettera dalla quale, tra le altre cose, si evince che il popolo israeliano è immune da patimenti: " dove c'è sofferenza c'è Cristo, nessuno può impedirmi di vedere che, allo stato attuale delle cose, Cristo convive anche con il popolo palestinese, ed è lui che ci chiede di ascoltarlo nelle sue buone ragioni (e finché sono buone), e di lenirne le sofferenze". Dunque, niente pietà cristiana per gli ebrei israeliani.
Passaggio ancor più grave quello che denuncia come ingiustizia la nascita dello stato di Israele: con una dichiarazione del genere, oltre ad essere in pessima compagnia (ricordo le recenti affermazioni di Ahmadinejad, si disconosce la legittimità dello stato e di conseguenza si fornisce una giustificazione alle guerre, al terrorismo, e in generale al rifiuto di Israele da parte del mondo arabo, causa, questa sì di sofferenze per l'una e l'altra parte.
Ma l'affermazione più scandalosa riguarda Claudio Morpurgo, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, a cui va tutta la mia solidarietà (per quel poco che conta). Dimentica forse il signor Asor Rosa che Morpurgo è un cittadino italiano, le cui opinioni non possono essere ritenute "un'indebita pressione sugli affari interni e sulla politica dello Stato italiano, e un pericoloso precedente". O il fatto di essere ebreo e rappresentante del mondo ebraico lo rende straniero ai suoi occhi?
Che queste opinioni siano veicolate da uno dei numerosi intellettuali italiani pervicacemente ostili a Israele, non fa piacere, ma non è niente di nuovo e sorprendente. Che appartengano a una (futura) carica istituzionale come il ministro della Ricerca, è cosa ben più allarmante.
 
lettera firmata

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