Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Repressione in Siria arrestato a Damasco il principale oppositore liberale
Testata: Corriere della Sera Data: 16 maggio 2006 Pagina: 1 Autore: Magdi Allam Titolo: «L'intellettuale che spaventa la Siria di Assad»
Un editoriale di Magdi Allam pubblicato dal CORRIERE della SERA del 16/05/2006:
Quando cadrà il regime siriano di Bashar Al Assad? Mentre l'attenzione internazionale è focalizzata sulla sorte della teocrazia iraniana, l'arresto a Damasco del principale oppositore liberale, Michel Kilo ( nella foto), riporta alla ribalta l'altro fronte caldo in Medio Oriente. In Siria si respira un clima che rassomiglia alla fase precedente il tracollo dello scià Reza Pahlevi nel febbraio 1979. Il regime, espressione della minoranza alauita, è sempre più in difficoltà. Lo è per la crescita del radicalismo e del terrorismo islamico al proprio interno, e per la diffidenza internazionale che è cresciuta dopo l'assassinio dell'ex premier libanese Rafik Hariri il 14 febbraio 2005. Proprio Kilo è stato il promotore della «Dichiarazione Damasco- Beirut», sottoscritta da 500 personalità siriane e libanesi, in cui si chiede alla Siria di riconoscere ufficialmente il Libano, di tracciare definitivamente le frontiere e di normalizzare le relazioni diplomatiche con l'apertura delle ambasciate. Di fatto la Siria, nonostante sia stata costretta a ritirare le sue forze militari, continua a considerare il Libano come un protettorato da sottomettere alla propria tutela. In un'intervista concessa al quotidiano Al-Quds Al-Arabi il 24 dicembre 2005, Kilo ha paragonato il regime siriano a quello sovietico dei tempi di Breznev, con il Libano trattato come uno Stato a sovranità limitata, convinto che sia un diritto della Siria interferire negli affari interni libanesi per difendere la sua sicurezza nazionale. Lasocietà siriana, ha denunciatoKilo in un articolo pubblicato proprio ieri sul sito www.metransparent.com, è sempre più islamizzata e le differenze tra le classi sono sempre più accentuate, a dispetto della retorica del regime che si professa laico e difensore della giustizia sociale. Il 17 marzo scorso a Bruxelles sedici gruppi dell'opposizione, tra cui spiccano i Fratelli Musulmani e l'ex vice-presidente siriano Abdel Halim Khaddam, hanno annunciato la formazione di un fronte unito per rovesciare il regime e instaurare una democrazia. Della coalizione, che lo scorso ottobre ha firmato la «Dichiarazione di Damasco», fanno parte anche laici, nazionalisti, liberali, comunisti, curdi. Ma non vi sono dubbi che la forza di maggiore peso sono i Fratelli Musulmani il cui leader, Ali Bayanouni, è rifugiato a Londra dal 2000. Quando nel 1982 i Fratelli Musulmani tentarono di prendere il potere con la forza, l'esercito reagì massacrando circa 20 mila persone e radendo al suolo il centro storico di Hama. Altre decine di migliaia di prigionieri politici sono scomparsi e i loro corpi gettati in fosse comuni di cui è stata accertata la presenza. Soltanto a Palmira, nella zona di Wadi Owaimer a nord-est del carcere militare, sono sepolti dai 13 ai 17 mila cadaveri. Dipenderà probabilmente dagli Stati Uniti e dalla Francia la decisione di accelerare o meno il processo di rovesciamento del regime siriano. Le due potenze direttamente interessate alla sorte della Siria hanno assunto una posizione comune all'indomani dell'attentato a Hariri, costringendo Assad al ritiro militare dal Libano. In dichiarazioni rilasciate alla Reuters il 23 novembre scorso, Bayanouni ha rassicurato l'Occidente: «Noi miriamo a uno Stato laico, non religioso. Il regime siriano tenta di spaventare il mondo facendo credere che l'alternativa a se stesso sarebbero o il caos o i Fratelli Musulmani. Ciò è falso. Noi non siamo l'alternativa al regime, ma solo parte dell'alternativa. Siamo per la cultura della coesistenza con i laici e i nazionalisti. Non vogliamo vendicarci o sterminare i baasisti o gli alauiti». A suo avviso il regime siriano è tenuto in vita soltanto dalla protezione dell'Occidente: «Chiediamo agli Stati Uniti e all'Europa di togliere il loro ombrello protettivo alla Siria». È difficile credere alle promesse democratiche e laiche di un'organizzazione che nel suo stesso statuto afferma che il suo traguardo è uno Stato islamico retto dalla sharia. Resta il fatto che l'arresto di Kilo, uno scrittore e un oppositore moderato, dimostra inequivocabilmente che il regime siriano è irriformabile dall'interno. Che non tollera il minimo dissenso liberale e laico. Il suo destino sembra appeso a un filo esile. Ma certamente il suo tracollo provocherà un terremoto politico in Medio Oriente.
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