IL MATTINO del 16/05/2006 pubblica un articolo sulla vignetta antisemita di Liberazione.
A differenza di quanto scritto nel titolo la vignetta non è solo un’offesa a Israele ma anche agli ebrei e alla memoria dell’Olocausto. L’articolo, poi, non chiarisce l’intento esplicito del vignettista di Liberazione di paragonare Israele al Terzo Reich nazista, rendendo di difficile comprensione, per il lettore, la tanta indignazione suscitata. Insomma, per Il Mattino l’accuratezza dell’informazione è un optional.
Ecco il testo:
Roma. È vista da Israele e dagli ebrei italiani come una intollerabile offesa una vignetta pubblicata venerdì da «Liberazione» che riproduce un valico recintato da filo spinato sul quale è scritto: «La fame rende liberi». Ieri l'ambasciatore israeliano a Roma, Ehud Gol, ha chiesto le scuse del giornale di Rifondazione affermando in una lettera al direttore Piero Sansonetti: «Come ebreo e israeliano, vedo disprezzo per la Shoah e un terribile oltraggio alla memoria delle vittime». «A noi ebrei è palese - sottolinea ancora Gol definendo la vignetta vergognosa e antisemita - il turpe tentativo di creare un parallelo con il cancello d'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, nel quale perirono milioni di ebrei, sul quale vi era
la scritta Arbeit
macht frei, il lavoro rende liberi». In Israele, il quotidiano «Yediot Ahronot» ha parlato di «antisemitismo oltraggioso» ed ha sottolineato che deputati italiani di sinistra hanno condannato
la pubblicazione. Il
giornale si meraviglia, però, del silenzio mantenuto dal presidente della Camera e dirigente di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti. La risposta a questa ultima osservazione è arrivata nel pomeriggio di ieri con una nota dell’ufficio stampa di Fausto Bertinotti nella quale si sottolinea che «la sollecitazione al Presidente della Camera a pronunciarsi su una vignetta satirica pubblicata su un autonomo giornale come Liberazione, solo perchè quel quotidiano fa riferimento al partito a cui lo stesso Presidente della Camera è iscritto, è, con tutta evidenza, una forzatura». «Tuttavia - afferma Bertinotti - non ho alcuna difficoltà a confermare un atteggiamento già avuto in altre occasioni simili. Penso che, in tempi difficili come quelli che viviamo per la convivenza tra le diverse culture e religioni, siano da evitare tutte le manifestazioni, comprese quelle satiriche, che vengono vissute come offensive dalle comunità cui si riferiscono. La reciproca accettazione di un limite imposto dall'esigenza di rispetto di storie e fedi, in questo caso quella ebraica, che fanno parte dell'intero patrimonio dell'umanità, è un bene comune che va tutelato». Sul caso è intervenuto, con valutazioni politiche, il portavoce della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici sostenendo che «da anni la sinistra prima e l'estrema sinistra poi, compreso il partito a cui fa riferimento Liberazione, ha articolato una campagna di disinformazione sul conflitto israelo-palestinese con la tesi delle vittime, ovvero gli ebrei, che si trasformano in carnefici nei confronti dei palestinesi». In un articolo che sarà pubblicato oggi da «Liberazione», il direttore Sansonetti osserva che «la vignetta era molto dura, choccante, una frustata che può avere colpito e ferito alcune sensibilità, per via dell'accostamento alla barbarie nazista. Certamente però non era antisemita» «Era - scrive Sansonetti - questo sì, drammaticamente filo-palestinese, ma le due cose non coincidono». Nell'editoriale viene ricordato che il riferimento era all'emergenza umanitaria in Palestina».
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