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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.05.2006 Omosessuali nelle forze armate: Israele paese modello
una cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 maggio 2006
Pagina: 10
Autore: Davide Frattini - un giornalista
Titolo: «Omosessuali e servizio militare E' gay la prima unità di intelligence - Il pensiero va a Socrate e Alcibiade»

Il CORRIERE della SERA di martedì 16 maggio 2006 pubblica un interessante articolo di Davide Frattini.
Se ne consiglia la lettura ai militanti di sinistra e dei movimenti gay ostili a Israele e indifferenti alle persecuzioni degli omosessuali nei paesi arabi e islamici.
Ecco il testo:

TEL AVIV — Quello che la «8200» scopre nei sotterranei della base affollata di computer è segreto. Ma la squadra è diventata famosa. Non perché da questi monitor sia stata intercettata la Karin A, una nave carica di armi destinate ai palestinesi. O perché vengano decifrati i messaggi in codice tra l'Iran e il Pakistan. E' l'unità dell'esercito israeliano con il più alto numero di omosessuali tra i suoi militari.
Per la festa di Purim, una sorta di carnevale ebraico, i ragazzi hanno tolto la divisa e indossato parrucche, tacchi a spillo, minigonne per partecipare a un concorso di bellezza
en travesti ed eleggere Miss 8200. «I giovani sanno di non dover nascondere nulla, anche tra gli ufficiali ci sono molti gay. Il lavoro di intelligence richiede apertura mentale. Così provano a essere arruolati qui», racconta un soldato al quotidiano
Maariv.
Le forze armate israeliane hanno cancellato nel 1993 la norma che espelleva dall'esercito chi si dichiarava apertamente omosessuale. E come la «8200» ci sono altri gruppi, anche nel quartier generale di Kirya, il pentagono di Tel Aviv, dove può capitare di sentire un capitano rivolgersi ai suoi uomini urlando «sbrigatevi, ragazze». «Proprio come succede nella nostra comunità — spiega Shaul Gonen, che guida l'associazione Aguda —. Le parole sono declinate al femminile, il clima è amichevole e rilassato. Alla "8200" hanno aperto un forum per scambiarsi foto e informazioni sulle serate gay. Ormai tutti hanno cambiato il nome della strada dove si trova la base, da Glilot a Gaylilot».
Shaul è mezzo greco e mezzo italiano, un gigante che non sorprende quando racconta di aver fatto il militare in una delle forze speciali più dure, adrenalina, testosterone e sfide da macho. «Tra il 1982 e il 1986, con un paio di anni in Libano. Non ho mai detto di essere omosessuale. Nelle unità combattenti è diverso: condividi le brande, prendi le mutande di un altro in prestito, dormi appoggiato sulla pancia del tuo compagno. Se lo avessi raccontato, magari qualcuno non avrebbe voluto starmi vicino e io stesso sarei stato imbarazzato.
Da allora la situazione è cambiata». Un amore omosessuale (segreto) in un avamposto sulle alture del Golan è stato raccontato dal film Yossi & Jagger. E il fotografo Adi Nes è uno dei più venduti all'estero con le sue immagini di modelli muscolosi e seminudi che indossano (solo in parte) la divisa di Tsahal.
L'atteggiamento dei comandanti riflette quello della società israeliana, molto aperta verso i diritti degli omosessuali. «E' vero, non c'è una vera separazione tra religione e Stato — commenta Avner Even-Zohar, gay e capitano della riserva, al settimanale Jewish News Weekly —. Ma anche se alcuni rabbini non approvano l'omosessualità e il sindaco ultraortodosso di Gerusalemme non vuole il Gay Pride nella sua città, il parlamento e il governo fanno passare leggi che parificano le coppie». Nella carriera diplomatica, i benefici e le indennità per il partner che segue il compagno/a all'estero sono equiparati a quelli di una moglie o un marito.
La norma che vietava relazioni tra persone dello stesso sesso nell'esercito risale ai tempi del mandato britannico. Nel 1956 due uomini vennero processati perché erano stati scoperti a letto insieme, le condanne erano state ridotte a pochi mesi e da allora (fino all'abolizione) si erano ridotte a multe.
Il centralino di Aguda raccoglie le denunce di soldati maltrattati dai commilitoni o da qualche ufficiale per aver detto di essere omosessuali. «Quando succede interveniamo subito — spiega Shaul — perché le violenze vengano fermate. Siamo stati chiamati nelle caserme per spiegare ai comandanti come comportarsi. Gli abusi ci sono, in generale il clima è positivo e l'esercito riesce a sorprenderci».
Racconta il caso di una ragazza che si è presentata al centro di arruolamento e ha detto «io mi sento un uomo e voglio addestrarmi da uomo». Alla fine lo Stato maggiore le ha permesso di prestare il servizio militare come i coetanei maschi, tre anni contro i due delle donne. «E' diventata istruttore di Krav Maga, l'arte marziale israeliana insegnata ai militari delle forze speciali».

Di seguito, un'interessante intervista a Luciano Canfora:

L'amore tra soldati israeliani richiama alla mente i rapporti tra uomini nell'antica Grecia.
«L'immagine affermatasi nel mondo cristiano, che è ostile all'omosessualità, nel mondo classico non esiste. C'è l'idea che il giovane e l'anziano costituiscano una coppia di persone in cui l'affettività ha una parte rilevante. Mentre l'omosessualità tra maschi adulti è considerata in modo diverso».
Strabone racconta che a Creta gli uomini rapivano i giovani per 2 mesi. Alla fine l'uomo donava al giovane una divisa militare. C'è un legame tra l'omosessualità e il combattere?
«Noi moderni dobbiamo capire che nel mondo classico la vita militare è lo stato naturale in cui gli uomini si collocano da quando hanno 18 anni e sono sempre mobilitabili in guerra. Si è cittadini in quanto soldati. La famosa frase Senatus populusque romanus vuol dire "Il senato insieme con l'esercito ovvero insieme con il popolo romano"».
Nell'antica Roma l'atteggiamento è diverso.
«Sì, tutto cambia con la sensibilità cristiana che ha introdotto una visione delle cose che è quella del Papa ancora oggi».
Una coppia dell'età classica da citare ad esempio?
«Socrate e Alcibiade, in cui quest'ultimo è amante in quanto allievo combattente nella famosa battaglia di Delio. Socrate era anche un eccellente soldato, straordinariamente resistente».


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