Ancora una volta Il Mattino palesa che la volontà di demonizzare e criminalizzare Israele è più forte del desiderio di informare il lettore. Non può essere altrimenti visto il modo cinico e menzognero con cui riporta una notizia molto delicata per quello che è l’oggetto del contendere: le restrizioni alle libertà e ai diritti civili in tempo di guerra. Ieri
la Corte Suprema israeliana si è pronunciata su una petizione che chiedeva di emendare una legge sulla cittadinanza in vigore dal 2002, approvata in piena Intifada delle stragi delle bombe umane. La legge stabilisce che per ottenere la cittadinanza israeliana, da parte di un palestinese dei Territori, non è sufficiente unirsi con una cittadina israeliana. Con una maggioranza minima (sei contro cinque) i giudici hanno rigettato
la petizione. Per meglio valutare la decisione è doveroso ricordare che nel corso della guerra terroristica palestinese più di un attentato sul suolo israeliano si è reso possibile per la collaborazione di cittadini arabo israeliani, prima abitanti dei Territori, che avevano ottenuto la cittadinanza attraverso il matrimonio. Il Mattino, da parte sua, compie un vero e proprio stravolgimento della realtà: premesse censurate (tutte quelle, appena menzionate, che riguardano la sicurezza dei cittadini israeliani e l’abilità dei terroristi nello sfruttare, per fini a dir poco criminali, le garanzie e le libertà assicurate da un regime democratico quale è Israele), altre spudoratamente ribaltate (una legge che regolamenta l’acquisizione della cittadinanza – “citizenship law” – spacciata, sin dal titolo dell’articolo, per una legge contro le “coppie miste”); spazio solo alle opinioni e alle analisi israeliane avverse alla decisione della Corte (censurate persino le motivazioni dei giudici che si sono espressi contro le richieste della petizione – da Ha’aretz sono state riassunte in queste modo: “The justices in the majority ruled that the law did not violate constitutional rights, and if such violation did occur, then it was proportionate - in other words, the benefit derived from the law exceeds its violation of basic rights”). In poche parole al lettore non è stata data la possibilità di valutare nel suo insieme la questione, o meglio la questione gli è stata posta per ciò che non è (il divieto di “coppie miste” in Israele!). Il lettore è stato guidato, in maniera fraudolenta, verso una conclusione già scritta a priori: Israele è uno Stato razzista. Ma il quotidiano napoletano, furbescamente e attraverso una totale mistificazione dei fatti, lo fa dire agli israeliani stessi.
Ecco il testo:
Gerusalemme. L'Alta Corte di Giustizia di Israele ha confermato ieri, ma con una stretta maggioranza di sei giudici su cinque, un controversa legge che impedisce alla maggior parte delle famiglie, in cui uno dei coniugi è arabo israeliano e l'altro è palestinese dei Territori, di vivere in Israele. Il tribunale ha così respinto il ricorso contro la legge che era stato presentato nel 2003 da associazioni per la difesa dei diritti umani e da coppie miste, secondo le quali la legge è razzista, viola il diritto fondamentale a una vita in famiglia, il principio di uguaglianza e la legge fondamentale sulla dignità della persona e sulla libertà. La legge formalizzava una decisione presa dal governo nel maggio del 2002 e congelava così tutti i processi di naturalizzazione di palestinesi sposati a israeliani. La legge aveva la durata di un anno, rinnovabile di volta in volta. La decisione dell'Alta Corte di Giustizia ha provocato le reazioni aspramente negative sia di deputati arabi sia anche di parlamentari e giuristi ebrei. «La decisione - ha detto il deputato arabo Azmi Bishara, leader di Balad - è la prova che la cultura politica e giuridica di Israele si muove verso il concetto di nazionalismo piuttosto che di cittadinanza». «È inconcepibile - ha detto il deputato di Meretz Ran Cohen - che giudici ebrei e israeliani abbiano accettato una legge che ha radici razziste». La sentenza del tribunale, ha scritto in un commento il quotidiano Haaretz, mostra chiaramente che la maggioranza dei giudici ha preferito l'ebraicità dello Stato a una maggiore democrazia. Pur votando con la maggioranza, uno dei giudici che hanno emesso il verdetto, Edmond Levy ha riconosciuto che la legge viola diritti costituzionali, come quello all'uguaglianza.
Sarà mica pazzo questo giudice Levy? Dice che la legge viola diritti costituzionali ma vota contro la sua modifica. Rileggendo le poche righe riprese da Ha’aretz e sopra riportate si può comprendere che il problema non è del giudice bensì de Il Mattino. Incompetenza o malafede? Tertium non datur.
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