Scrivere ai giornali è sempre utile. La STAMPA deve aver ricevuto molte lettere dopo l'articolo di Gianluigi Ricuperati, fortemente critico verso gli Stati Uniti che hanno costruito una nave chiamandola New York e con scritto sulla fiancata "non dimenticare". Come se gli USA avessero dovuto dimenticare l' 11 Settembre e Ground Zero. La STAMPA ha scelto di pubblicare la lettera che riportiamo, con la risposta di Ricuperati. Val la pena di leggerla la sua risposta, 17 righe di aria fritta, che non entrano nemmeno in argomento. Comprendiamo l'imbarazzo, non era facile controbattere. La nostra critica all'articolo di G.Ricuperati è uscita il 30 aprile scorso con il titolo "Un insulto alle vittime delle Twin Towers".
Ecco la lettera di Michael Levi con risposta:
Leggo spesso la Stampa, che apprezzo molto per la professionalità. Ho però letto l’articolo di Gianluigi Ricuperati «Una nave da guerra dall'acciaio delle Torri» che non condivido. Ho un profondo rammarico per la posizione troppo utopica e sbagliata. Mi rendo conto che il pacifismo è un valore importantissimo e ognuno di noi, guardando la sera il proprio figlio e la propria famiglia, spera nella pace.
Ma la storia ci insegna che la pace unilaterale non esiste e diventa utopica. Mi rendo conto che noi, popolo italiano, vogliamo la pace e vogliamo trasmettere questo valore in ogni parte del mondo. Ma credo che questo sia impossibile, basta guardarci intorno per renderci conto che è necessario difenderci. La difesa è l'unica possibilità per un popolo di sopravvivere e trasmettere valori.
Il popolo ebraico ha dovuto difendersi da molteplici nemici per trasmettere i valori che hanno forgiato il mondo occidentale odierno. Guardate alla storia... Quando l'Europa cercava di riparare i danni della I guerra Mondiale c'era un fanatico di nome Hitler che sognava e studiava la distruzione. L'errore è stato credere nella pace fino all'inevitabile, Inghilterra, Francia, Usa, Russia hanno commesso un errore nel non affrontare il pericolo fin dall'inizio. La pazzia di Hitler è costata millioni di morti e disperazione e sofferenze in tutta Europa. Oggi abbiamo un rischio ancor più grave, il suo nome è Akhmadinejad.
Quindi capisco e rispetto la decisione americana di costruire una nave militare con il nome «New York» e con scritto sulla fiancata «non dimenticare».
Michael Levi
Gentile Michael Levi, credo sia necessario che l'industria della pace si muova con la stessa rapidità di gestione di cause effetti e decisioni che mostra di possedere l'industria della guerra quando si tratta di affrontare il complesso paesaggio geopolitico attuale. Temo che a ciascuna delle orrende affermazioni di Ahmadinejad corrispondano sorrisi e proiezioni fiduciose per il futuro. E ho il sospetto che non appartengano a coloro che operano nell'industria della pace, se al mondo esiste qualcosa con questo nome. (g.r)
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