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La Repubblica Rassegna Stampa
03.05.2006 Israele chiede all'Italia di non rompere il fronte della fermezza verso Hamas
intervista all'Ambasciatore Gol

Testata: La Repubblica
Data: 03 maggio 2006
Pagina: 27
Autore: Vincenzo Nigro
Titolo: «»

Da La REPUBBLICA di mercoledì 3 maggio 2006:

ROMA - «L´Europa lo sa bene: siamo in un momento delicatissimo, Hamas sta iniziando a capire che il mondo non accetta il suo doppio gioco, il ricorso al terrorismo mentre si sostiene di aver scelto la via politica. Per questo Israele chiederà al governo Prodi una cosa chiara: rafforzate la scelta dell´Unione europea, non cedete di un millimetro sulla condanna del terrorismo». È un momento di passaggio per Italia e Israele. Arrivano due nuove maggioranze politiche, arrivano due nuovi governi. Per l´Italia è un cambio drastico, dal centrodestra al centrosinistra. Per Israele solo apparentemente è la continuazione della linea tracciata da Ariel Sharon. Dice l´ambasciatore Ehud Gol: «Sì, il governo Olmert sarà la prosecuzione di quello Sharon. Ma in realtà per la prima volta nella storia della repubblica di Israele il primo partito al governo è Kadima, un partito centrista. Israele è stato sempre governato dal Likud, dall´alleanza delle destre, oppure dai laburisti, uniti con i partiti di sinistra. E, caso strano, Kadima con 24 per cento dei voti ha più o meno lo stesso livello di consenso che in Italia hanno da una parte Forza Italia e dall´altra l´Ulivo, l´alleanza di Ds e Margherita».
Ambasciatore Gol, molti prevedono un peggioramento delle relazioni fra Israele e Italia con il governo di centrosinistra.
«Guardi, io non voglio essere ipocrita: la sintonia che c´è stata tra Israele e il governo Berlusconi è stata profonda. Ci sono ragioni politiche complesse, ma anche dinamiche umane, personali. Il tipo di relazioni che Berlusconi ha voluto costruire con un leader come Ariel Sharon mi fa pensare al tipo di politica che ha costruito da una parte con George Bush e dall´altra con Vladimir Putin. Con il centrosinistra sarà diverso: ci sarà un rapporto più politico, anche se i rapporti personali ormai tra i leader politici contano moltissimo, vedi il livello di intimità che raggiungono i capi dei 25 della Ue».
Più distacco personale significa anche più distanza politica?
«Io credo di no: nel governo italiano ci saranno ministri della sinistra molto freddi con Israele, ma il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, i leader dei partiti più grandi sanno cosa è il Medio Oriente e hanno visto come si è evoluta e aperta la politica di Israele. In queste ore il tema centrale è quello di Hamas. La Ue chiede tre cose: basta col terrorismo, smantellare ogni attività di quel tipo. Secondo: riconoscere Israele. Terzo: riconoscere gli accordi che in passato sono stati siglati dall´Anp. Io credo che siano richieste sulle quali il nuovo governo italiano non cederà. Un ruolo per l´Italia nel dialogo con i palestinesi? Certo che ci sarà, non dimentichiamo che il presidente Abu Mazen rimane al suo posto, che può ancora dimostrare tutta la sua forza nel difendere l´interesse non di Israele, ma del suo popolo, dei palestinesi. Questo chiede Israele ai leader italiani. E questo ripeterò anche oggi agli amici che verranno a salutarci nel giorno della nostra 58esima festa nazionale. Lo dirò a chi verrà a salutare la bandiera di Israele, che qualcuno vuole bruciare, ma che per noi è il simbolo di tutti coloro che a migliaia sono morti per difendere questo piccolo Stato».

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