L'Iran minaccia Israele la Germania media tra Europa, Russia e Stati Uniti sulla crisi
Testata: Il Foglio Data: 03 maggio 2006 Pagina: 1 Autore: la redazione Titolo: «Sul dossier iraniano è Merkel a mediare tra Europa, Putin e Bush»
Dal FOGLIO di mercoledì 3 maggio 2006: Berlino. Già dopo la sua prima visita a Washington, a fine gennaio, la stampa tedesca aveva definito Angela Merkel una grande Maklerin, una mediatrice. Oggi la Kanzlerin torna di nuovo alla Casa Bianca, con il dossier iraniano sotto braccio. Se la prima visita è servita a ristabilire i rapporti di “amicizia stretta” tra America e Germania, ora Merkel avrà modo di discutere con il presidente George W. Bush di alcuni incontri importanti avuti nel frattempo: quello della settimana scorsa con il presidente russo, Vladimir Putin, e quello informale ieri a Parigi, tra i cinque membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania, per preparare l’appuntamento del 9 maggio tra i sei ministri degli Esteri alle Nazioni Unite. L’Iran è sempre al centro del dibattito, insieme con il capitolo 7 della Carta dell’Onu, cioè l’uso di sanzioni e della forza in caso di minacce alla stabilità globale. Teheran non si perde una battuta di quel che succede in occidente, e rilancia. Il regime dei mullah ha visto che la Germania era l’unico paese esterno al Consiglio di sicurezza nella riunione di Parigi, ha dato un occhio all’agenda di Merkel – oggi da Bush, entro il mese a Pechino e ha già visto a Hannover il premier indiano – e ha subito fatto sapere di “contare sulla mediazione tedesca” nella soluzione del conflitto. E’ così che Teheran cerca di scombinare le relazioni. Poi, per irridere al contempo diplomazia, diritto internazionale e membership delle Nazioni Unite, il generale Mohammad Ibrahim Dehghani ha ribadito: “Ovunque l’America faccia qualcosa di male, il primo bersaglio che colpiremo sarà Israele”. E naturalmente l’arricchimento dell’uranio continua – è stata raggiunta la nuova soglia del 4,8 per cento di “purezza” del processo – come la destabilizzazione armata in Kurdistan e in tutto l’Iraq. Tanta sprezzante arroganza compatta l’occidente, ha sostenuto ieri il sottosegretario di stato americano, Nicholas Burns, prima dell’inizio del vertice parigino, mostrandosi fiducioso sul fatto che gli stati europei si accorderanno su una risoluzione dell’Onu, con il capitolo 7: Burns ha apprezzato il coinvolgimento di Parigi, definendolo “il miglior partner su molte questioni”. Nel tessere una rete a maglie strette è prioritario il lavoro della Kanzlerin. Come scrive il Tagesspiegel, il ruolo della Germania è fondamentale: la Francia ha già tanti problemi, la Gran Bretagna è troppo di parte, i tedeschi possono puntare anche sui consistenti interessi economici in Iran per fare pressioni su Teheran. Jeff Gedmin, direttore dell’Aspen Institute di Berlino, al Foglio sottolinea anche un altro aspetto: “Le attese della Casa Bianca nei confronti di Merkel sono una logica conseguenza delle sue prime mosse. Era facile ristabilire i rapporti dopo Schroeder, ma Merkel a Mosca e a Washington ha mostrato indipendenza”.
L’opzione militare Al centro dell’incontro con Putin, la settimana scorsa, c’erano accordi commerciali; ma ancora più importanti sono stati i colloqui riguardo all’Iran. Ieri, Teheran ha fatto sapere che sia Pechino sia Mosca erano formalmente contrari alle sanzioni, ma la Casa Bianca ha sottolineato che “gli obiettivi restano quelli in comune” e quindi l’asse con Cina e Russia non è da escludersi come vorrebbe far credere il regime dei mullah. Merkel oggi racconterà a Bush le sfumature della posizione del presidente russo, oltre a quella che ha espresso ufficialmente: l’Iran deve desistere dai suoi programmi d’arricchimento dell’uranio, ma è troppo presto per “gravare il Consiglio di sicurezza di questo problema”. Merkel non è d’accordo, e non lo è già da un po’. Aveva detto di non escludere non soltanto le sanzioni ma neppure l’uso della forza quando, all’inizio dell’anno, è andata in visita a Gerusalemme. Già durante il vertice Nato all’inizio dell’anno, Merkel aveva avuto un duro scontro con gli emissari iraniani. Riferendosi sia al programma nucleare sia alle dichiarazioni del presidente Mahmoud Ahmadinejad, che negava l’Olocausto, aveva dichiarato: “L’Iran con il suo programma nucleare e le dichiarazioni contro Israele ha varcato la ‘red line’. Noi questo non lo possiamo tollerare”. “Angela Merkel va presa sul serio in proposito – spiega Gedmin – Ai suoi occhi l’Iran non rappresenta un pericolo soltanto per Israele, ma anche per l’Europa. Se tra due, tre anni le vie diplomatiche si esaurissero, tornerebbe su quell’opzione”. Militare. Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Foglio