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La Stampa Rassegna Stampa
30.04.2006 Spezzeremo le reni all'America ! suona famigliare ?
Il terrorismo alza la testa

Testata: La Stampa
Data: 30 aprile 2006
Pagina: 10
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Video di Zawahiri "Dopo l'America tocca al Pakistan"»

Il terrorismo alza la testa, Zawahiri lancia un nuovo messaggio contro l'America e l'Occidente. "Spezzeremo le reni all'America", dichiara, e a nessuno viene in mete di collegare il suo linguaggio islamo-fascista a quello di chi voleva spezzare le reni alla Grecia sessanta anni fa. Ormai l'informazione occidentale è talmente drogata e dedita esclusivamente ad attaccare le colpe e i peccati delle libere democrazie, da non accorgersene più. Pubblichiamo la corrispondenza di Maurizio Molinari dalla STAMPA di oggi 30.4.2006

Ecco l'articolo:


corrispondente da NEW YORK
In Iraq abbiamo spezzato le reni agli Stati Uniti ed in Pakistan è arrivato il momento di rovesciare Pervez Musharraf: Ayman al-Zawahiri consegna ad un video di 16 minuti un messaggio di guerra che conclude la settimana mediatica di Al Qaeda iniziata con il nastro audio di Osama bin Laden e continuata con il debutto sul web del volto di Abu Musab al-Zarqawi.
E' la prima volta che i tre nomi di spicco di Al Qaeda parlano in rapida successione e i contenuti dei rispettivi messaggi sembrano suggerire differenti priorità - e forse competenze - territoriali. Se Bin Laden aveva esordito esprimendo sostegno al governo palestinese di Hamas ed invitando alla Jihad nel Darfur sudanese ed al-Zarqawi aveva poi lanciato una sfida diretta al nuovo governo «profano» di Baghdad, al-Zawahiri dedica il proprio affondo al Pakistan di Pervez Musharraft.
Il video è infatti intitolato «Messaggio al popolo del Pakistan» ed inizia con un richiamo al teatro di operazioni iracheno per attestare l'efficacia della Jihad. «Ottocento operazioni di martiri (attacchi kamikaze, ndr) assieme al sacrificio di altri mujaheddin hanno contribuito a spezzare le reni all'America» esordisce l'ex medico egiziano, ideologo della Jihad islamica e numero due di Bin Laden, esprimendo «grazia ad Allah perché nei tre anni passati dall'invasione crociata dell'Iraq l'America, la Gran Bretagna ed i loro alleati non hanno ottenuto altro che perdite e disastri».
Il riferimento ai successi militari ottenuti in Iraq vuole essere un incoraggiamento ai pakistani affinché si uniscano alle «insurrezioni in Iraq e Afghanistan contro l'assalto sionista e crociato» mobilitandosi per riuscire a rovesciare il presidente pakistano Musharrat. «E' un traditore che ha posto il programma nucleare pakistano sotto il controllo del governo degli Stati Uniti - è l'accusa di al-Zawahiri - e bisogna rovesciare questo criminale corrotto schierandosi a sostegno dei mujaheddin afghani con tutto ciò che si possiede». Sebbene il video, diffuso attraverso Internet, non abbia una data precisa contiene un riferimento alla visita compiuta in Pakistan a marzo dal presidente americano George W. Bush. «Durante la recente visita Bush ha dato un grande sostegno al programma nucleare indiano recapitando solo ordini ed istruzioni al Pakistan» dice al-Zawahiri, descrivendo Musharraf come un lacchè nelle mani del nemico.
«Ogni soldato e ufficiale delle forze armate del Pakistan deve sapere che Musharraf li sta gettando nel fuoco della guerra civile in cambio delle regalìe che riceve dagli Stati Uniti». Da qui l'appello alla rivolta: «Mi rivolgo a ogni soldato ed ufficiale del Pakistan, chiedo di disobbedire agli ordini dei suoi comandanti di uccidere musulmani in Pakistan o Afghanistan, in caso contrario dovrà vedersela con i mujaheddin». Sono frasi rivolte ai reparti scelti che Musharraf ha inviato nelle regioni tribali proprio per tentare di catturare ciò che resta di Al Qaeda. Leggendo in testo oltre la telecamera, Al-Zawahiri si mostra seduto in un interno, con la barba grigia, indosso una tunica bianca e in testa il turbante nero - il colore simbolo di propositi di battaglia - muovendo a volte la mano destra, ma mai quella sinistra, come avvenuto in occasione degli ultimi video, mentre manca il fucile appoggiato sul muro. Nella parte finale del video al-Zawahiri estende ai leader di Egitto, Giordania e Arabia Saudita le minacce di colpo di Stato, ribadendo così la strategia di Bin Laden di azzeramento delle leadership «corrotte».
La settimana mediatica di Al Qaeda è completata da un video diffuso su Internet da Mohammad Al Qahtani, uno dei quattro terroristi riusciti a fuggire nel 2005 dalla prigione americana di Baghram, in Afghanistan. Mostrandosi assieme e raccontando la fuga come una vittoria i quattro incitano i mujaheddin a «sconfiggere gli americani come fatto con i russi» mobilitandosi attorno ai taleban.
Fonti militari americane hanno definito l'offensiva di video di Al Qaeda come una "campagna di propaganda per dimostrare che il gruppo terroristico continuad ad essere importante" mentre negli ambienti diintelligence occidentali non si esclude che possa preannunciare una nuova raffica di attentati.

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