Scrivevamo ieri, sotto il titolo "Estrema sinistra tra legalità e illegalità" che Diliberto e Rizzo erano indagati per gli slogan "10,100,1000 Nassiryia", aggiungendo che credevamo poco o niente che la cosa avesse un seguito. Non sono passate neanche 24 ore che è arrivata pronta la smentita della Procura. Tranquilli,ragazzi, urlate pure tutti gli slogan che volete, bruciate tranquilli le bandiere israeliane o americane, la situazione si sta "normalizzando" e l'ordine regna a Roma, il che vuol dire mano libera. Come volevasi domostrare.
Ecco l'articolo di Flavio Haver dal CORRIERE della SERA di oggi 30.4.2006:
ROMA — Il procuratore Giovanni Ferrara nega che il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto e il deputato Marco Rizzo siano indagati per gli slogan «10, 100, 1.000 Nassiriya» urlati durante la manifestazione di Roma a favore della Palestina. L'avvocato Luciano Randazzo, che ha presentato la denuncia contro i due parlamentari della maggioranza per conto dell'Associazione vittime del terrorismo, conferma quello che ha detto venerdì, cioè di aver saputo in Tribunale che i loro nomi sono stati iscritti sull'apposito registro. «Non siamo indagati di nulla», ha sottolineato Rizzo. «I fatti, come sempre, hanno la testa dura. Siamo stati sbattuti in prima pagina e su tutti i media per un fatto inesistente. I responsabili di questa operazione avranno da risponderne, faremo una querela per risarcimento danni», ha annunciato l'esponente del Pdci.
«Ci chiediamo quale regia politica ci sia dietro il tentativo di accusare infondatamente e in tal modo i Comunisti italiani».
A smentire l'iscrizione di Diliberto e Rizzo è stato dunque lo stesso Ferrara. «Il procedimento per "offesa alla bandiera o un altro emblema di uno Stato estero" e per "istigazione a delinquere" sorto a seguito di una segnalazione della Digos per il coro "10, 100, 1.000 Nassiriya" durante il corteo del 18 febbraio è tuttora iscritto nei confronti di ignoti, in attesa dell'identificazione di coloro che pronunciarono tale slogan», ha precisato il capo della Procura. Il magistrato ha confermato poi la presentazione dell'esposto da parte del presidente del Associazione vittime del terrorismo, Bruno Berardi, contro i parlamentari «quali concorrenti dei reati suindicati» ma ha specificato che la denuncia «è stata unita agli atti del procedimento contro ignoti senza alcuna iscrizione».
Randazzo, invece, insiste. «La notizia che Diliberto e Rizzo sono indagati mi è stata fornita dal personale dello sportello a cui noi avvocati, legittimamente, possiamo rivolgerci per avere informazioni sullo stato dei procedimenti in cui rappresentiamo una parte lesa, in questo caso il mio cliente Berardi.
Ma c'è di più — ha aggiunto Randazzo —. Il dipendente dello sportello mi ha fornito il numero del fascicolo 17338/06 e mi ha detto che era stato assegnato al pm Nicola Maiorano. Come è possibile che adesso il procuratore sostiene che di fascicolo ne esiste uno solo?».
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