Pubblichiamo la lettera inviata dallo storico Giancarlo Lehner al Rabbino capo di Roma.
Milano esorta, gli assassini islamici eseguono.
Sono qui a piangere i corpi dei nostri valorosi soldati in missione di pace in Irak, eppure non mi sfugge l’effetto-Spagna dell’attentato. L’Islam combattente ha voluto dare il suo sostegno esterno ad un erigendo governo ritenuto amico.
Sui cadaveri dei nostri stoici esportatori di pace e di liberaldemocrazia, si avvieranno, infatti, vergognosi e vigliacchi ritiri dall’Irak (e non solo), nonché finanziamenti a chi vuole radere al suolo Israele. E s’aprirà la trista stagione del “dialogo”, come auspicato da Fassino, con Hamas, Fratelli Musulmani e quant’altri feroci Saladini.
Piango i nostri soldati uccisi da gente senza onore, col fine esplicito di rafforzare gli apolidi antioccidentali, gente che, dopo l’implosione dell’Urss, è rimasta senza patria e senza libretti rossi. Non resta loro che il Corano.
Le lacrime si fanno dense, quando penso che poche ore prima dell’attentato di Nassiriyia, nel salotto televisivo di Gad Lerner, si cazzeggiava in lungo e largo su due pseudoproblemi:
1) con quale assassino islamico fosse preferibile interloquire;
2) gli errori degli impresentabili, sciocchini americani.
I cazzeggiatori, per fortuna, non rischiano la vita, perché la mitraglia di sciocchezze non rimbalza loro addosso.
Nessuna persona di buonsenso, infatti, interloquisce con chi ti vuole radere al suolo; nessun sincero sodale degli israeliani può dimenticare che senza il sangue versato dai ragazzi statunitensi, senza l’ombrello americano a 360 gradi, la questione mediorientale sarebbe da lunga pezza risolta, giacché Israele non esisterebbe più da lustri.
Le lacrime si fanno plumbee, se penso che poche ore prima dell’esplosione fatale, in quel di Assisi, i Comitati Iraq Libero e il Campo Antimperialista, hanno trionfalmente comunicato il tour italiano del più estremista tra gli estremisti di Hamas, tale Salh Mohammed el Barawil, più volte arrestato dalla stessa polizia palestinese per i suoi deliri criminali. Alle comunità ebraiche, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato ed a quanti italiani pensassero di dire un basta militante allo scempio della nostra civiltà greco-romana e giudaico-cristiana fornisco il calendario delle tappe agitatorie e propagandistiche organizzate dai compagni umbri in favore di el Barawil: -Venerdì 5 maggio – Milano
-Sabato 6 maggio – Reggio Emilia
-Lunedì 8 maggio – Schio (Vi)
-Martedì 9 maggio – Viareggio (Lu)
-Mercoledì 10 maggio – Perugia
-Giovedì 11 maggio – Roma (conferenza stampa). Non ho citato la magistratura, giacché in tutta sincerità, specie su codeste fattispecie, non mi dà affidamento alcuno. Comunque, ammesso che a Berlino ci sia un togato non rosso, non antioccidentale e non coranizzato, gli farò pervenire anche gli orari ed i siti italiani delle manifestazioni pro-Hamas. Infine, urge un necessario chiarimento linguistico. L’ambasciatore israeliano Ehud Gol, per definire i mascalzoni che, il 25 aprile, hanno bruciato a Milano le bandiere con la stella di Davide, ha usato i sintagmi: «fascisti di sinistra» e «fascisti rossi». Mi spiace dare dell’elusivo a Gol, ma quelli erano niente altro che comunisti, tipicamente, manifestamente, indubitabilmente comunisti, solo comunisti che si comportano da normali comunisti. I fascisti, una volta tanto, non c’entrano nulla, né mi pare storicamente e moralmente corretto da parte delle comunità ebraiche e di Israele continuare a dissimulare la verità sulle stragi di ebrei commesse dai comunisti. Caro Ehud Gol, non furono i fascisti di sinistra, ma Stalin, il nonno degli antisionisti militanti di oggi, a “regalare”, non richiesto, a Hitler, come carne da macello, tutti gli ebrei internati nei gulag sovietici. Era il suggello comunista al patto Molotov-Ribbentrop. E Togliatti, il babbo degli attuali comunistelli, plaudì a quel patto scellerato.
Giancarlo Lehner