"Il melting pot israeliano richiede la collaborazionedi tutti nel processo di spoliazione dei palestinesi" scrive Amira Hass in un articolo pubblicato da INTERNAZIONALE del 28aprile/4 maggio 2006, aproposito di due guardie private di origine etiope impegnate a sorvegliare la costruzione della barriera di sicurezza.
Quest'ultima e il servizio militare sono appunto una forma di "spoliazione", non di autodifesa di una società aggredita dal terrorismo. E questa società diventa, nel ritrattto della Hass, un'"associazione a delinquere" che chiede ai nuovi arrivati, per integrarli, un'"iniziazione" consistente in un soppruso a danno dei palestinesi.
Su INTERNAZIONALE del 21/27 aprile Amira Hass aveva scelto di raccontare 5 storie di "sopprusi" , per sua stessa ammissione non verificate.
Di esse una riguarda un fatto che, se vero, sarebbe realmente un abuso: il caso di due feriti fatti scendere da un'ambulanza a un posto di blocco e tenuti per la strada per ore.Negli altri casi (feriti durante operazioni dell'esercito, durante scontri , danni economici derivanti dalla stessa barriera) sono fatti drammatici e tristi, ma rientrano nella tragica contabilità di una lotta al terrorismo alla quale Israele non può rinunciare.
Sempre su questo numero di INTERNAZIONALE viene pubblicato con grande rilievo il reportage nel quale il giornalista Seymour Hersh ha sostenuto che gli stati Uniti progetterebbero attacchi atomici all'Iran, per essere poi smentito con decisione dall'amministrazione Bush.
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